Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
La professione dell’agente immobiliare è un’attività di natura imprenditoriale.
L’agente organizza beni e persone per fornire al pubblico un servizio professionale di intermediazione nel settore immobiliare.
Ma tra i beni che, il mediatore – imprenditore, deve predisporre c’è la sede della ditta o società, in altri termini, deve allestire l’ ufficio o studio dove lavorerà e riceverà la clientela.
Ma questo è il punto; il mediatore in che modo deve predisporre l’ufficio?
In altri termini, come arredarlo?
Sembra una domanda peregrina, però, credo, rivesta una qualche importanza ai fini del successo dell’intrapresa.
Riflettiamo un attimo; un numero crescente di attività imprenditoriali, soprattutto nel campo commerciale, ormai non richiedano più un negozio, un punto vendita, un front office nel quale ricevere la clientela; chi desidera comprare un libro, un cd, un dvd, ma anche attrezzi ginnici, tagliacapelli e aggiusta - barba, articoli elettrici ed altro, oppure ordinare una pizza quattro stagioni con bruschette, basta che clicchi, su un programma di ricerca di internet, un URL ad hoc e potrà ordinare quello che vuole e riceverlo a stretto giro di…corriere, comodamente a casa propria.
Questo tipo di cliente, che compra tramite computer, non se lo immagina neppure come è organizzato un negozio on – line. E nemmeno gli interessa. A lui interessa poter agevolmente scegliere sul sito web gli articoli che preferisce, metterli sul “carrello”, ordinarli con un clic ed aspettare di riceverli comodamente a casa sua.
Ma, fortunatamente, - questa è una bella notizia - non si potranno mai vendere case virtualmente, tramite internet; la casa da acquistare va vista, visitata, analizzata, esaminata, anatomizzata, ( questo è un’ operazione in cui le donne eccellono…), vissuta e “respirata” e svolgere tutte queste operazioni, tramite internet, è infattibile; comprare casa non è la stessa che acquistare un libro.
Poi la casa è “l’immobile” per eccellenza, non si può trasportare da una parte all’altro della Penisola tramite un corriere nazionale….
Ma alla corporeità dell’esperienza di acquisire un immobile corrisponde l’obbligo, per il mediatore, di possedere una sede fisica dove trattare gli affari e negoziare con i clienti. Quindi per l’agente è imperativo categorico avere una residenza legale, ufficio o studio che sia.
Ma questa dimora, anche se avesse le dimensioni di uno bugigattolo, occorre arredarla, allestirla al meglio, riempirla di mobili. I clienti non si possono certo riceverli con un sorriso e poi farli accomodare… per terra ( anche se a volte lo meriterebbero…), un ambiente con un minimo di confort è indispensabile.
Il problema non è da poco; il grande ed indimenticabile regista Alfred Hitchcock, grande teorico del linguaggio filmico che ha notevolmente contribuito a perfezionare con i suoi film, diceva di essersi spesso trovato davanti ad un problema quasi insolubile quando doveva, durante la lavorazione di un film, far arredare e, quindi, dare indicazioni precise all’architetto -scenografo, una casa “normale”, un’ abitazione comune, popolata da personaggi di normale estrazione borghese, né troppo ricchi, né troppo poveri.
Asseriva il grande regista che, concepire l’arredamento di una dimora lussuosa, abitata da gente di alto lignaggio oppure, costruire quattro vecchie suppellettili che fungessero da mobilio per una stamberga abitata da povera gente, è un’operazione di relativa facilità e dai risultati praticamente oggettivi e reali.
Ma Hitchcock confessava pure che gli era praticamente impossibile trovare criteri e parametri certi per arredare ambienti che dovessero ricordare dimore abitate da piccoli borghesi.
Cos'è, dunque, un ambiente normale, cosa significa dare il senso di una media normalità, la percezione di una “neutralità regolare”, ad una casa, ad un appartamento, ad un ufficio?
Come si raggiunge un’ equidistanza, nello stile d’arredo di una camera o di uno studio, tra la povertà di poche suppellettili di un tugurio e la magnificenza del mobilio in legno di mogano e di pavimenti in parquet di rovere di una dimora sfarzosa?
Ma fare stilisticamente a metà, raggiungere faticosamente un valore intermedio non significa, invece, finire in un luogo indifferenziato, sfociare in una forma indistinta, raggiungere un profilo anodino, senza carattere?

Succede lo stesso, credo, anche per l’arredamento di negozi, punti vendita, uffici e studi professionali di media grandezza ed importanza.
Se un agente immobiliare ha la fortuna, le conoscenze altolocate ( e i mezzi economici..), di servire un target prestigioso ed elevato, di forte vocazione “leisure”, allora si arreda lo studio con pavimenti in parquet, con mobili in legno pregiato, con lampade da scrivania in foglia d’oro, con servizi igienici con doccia rivestita di mosaico e vasca a idromassaggio con cromoterapia ( voglio esagerare…!), e non ci pensa più ; la sua magnifica figura la fa alla grande, presso il suo selettivo target; se, invece, un altro soggetto è rimasto sensale perché “sta su piazza” dalla fine degli anni ’50 e non ha nessuna intenzione di smettere e di andare in pensione ma neanche di cambiare registro, metodi ed abitudini e neanche di “ripulirsi” un pò, allora può, ancora, benissimo operare e “mettersi in mezzo” facendo la spola tra il “Bar Sport” del paese e “l’ufficio” che divide con suo fratello ciabattino…Ma dico, la stragrande maggioranza dei mediatori che fa “business” con un mix di clientela di tutte le estrazioni sociali e di ogni le possibilità finanziaria, in che modo deve arredarsi l’ufficio? Come riuscire a realizzare una "medietà" stilistica e funzionale?
Entrare in un ufficio o studio immobiliare, per la prima volta, significa avere un imprinting, un impressione originaria che può essere, alla fine, persino decisiva ( in alcuni casi…) per concludere o meno un affare.
E' un impressione latente che agisce nel “profondo” ma è sempre pronta a riaffiorare, a ragione di un'altra causa scatenante ( es. comportamento ambiguo dell’ Agenti Immobiliari..).
Io vedo uffici di franchising tutti uguali ( normale no?), ma, anche, dallo stile comune, ordinario, senza un minimo di originalità e di personalità.
Facile notarli ed analizzarli; per forza! stanno tutti su strada e da fuori, attraverso le vetrine, è agevole buttare un occhiata dentro e vedere e soppesare lo “stile” dell’arredamento.
Stile ripeto, banale, ma che fornisce la sensazione della luce, del pulito, del nitido, quasi del lavato e dello sgrassato. Danno l’idea di sale operatorie o di sale di aspetto di un ambulatorio medico. Perlomeno, a me danno questa impressione.
Una precisa ed astuta scelta di marketing? Come dire: siamo gente pulita, uomini senza macchia e senza peccato, dalla coscienza netta? ( Tanto i piedi cotti non si vedono…).
Questo, per quanto riguarda i franchising soprattutto quello “verde…
Ma voi Agenti Immobiliari di Immobilio, dallo spirito indipendente e quasi “selvaggio”, come avete risolto, a suo tempo, il problema ( riconosco non di importanza capitale… ) dell’ arredamento del vostro ufficio? Anche voi vi siete trovati davanti al problema “Hitchcock”?
Ovverossia, non siete riusciti, nonostante la buona volontà, ad ottenere un risultato che vi soddisfacesse pienamente?
Oppure siete stati capaci di trovare una bella soluzione, una formula stilistica che vi ha permesso di dare, alla vostra sede, il segno profondo della vostra personalità?
 

Limpida

Membro Senior
Agente Immobiliare
I clienti non si possono certo riceverli con un sorriso e poi farli accomodare… per terra ( anche se a volte lo meriterebbero…), :risata::risata:
Ma fare stilisticamente a metà, raggiungere faticosamente un valore intermedio non significa, invece, finire in un luogo indifferenziato, sfociare in una forma indistinta, raggiungere un profilo anodino, senza carattere?
Se un agente immobiliare ha la fortuna, le conoscenze altolocate ( e i mezzi economici..), di servire un target prestigioso studio immobiliare, per la prima volta, significa avere un imprinting, un impressione originaria che può essere, alla fine, persino decisiva ( in alcuni casi…) per concludere o meno un affare.
E' un impressione latente che agisce nel “profondo” ma è sempre pronta a riaffiorare, a ragione di un'altra causa scatenante ( es. comportamento ambiguo dell’ Agenti Immobiliari..).
Io vedo uffici di franchising tutti uguali ( normale no?), ma, anche, dallo stile comune, ordinario, senza un minimo di originalità e di personalità.
Facile notarli ed analizzarli; per forza! stanno tutti su strada e da fuori, attraverso le vetrine, è agevole buttare un occhiata dentro e vedere e soppesare lo “stile” dell’arredamento.
Stile ripeto, banale, ma che fornisce la sensazione della luce, del pulito, del nitido, quasi del lavato e dello sgrassato. Danno l’idea di sale operatorie o di sale di aspetto di un ambulatorio medico. Perlomeno, a me danno questa impressione.
Una precisa ed astuta scelta di marketing? Come dire: siamo gente pulita, uomini senza macchia e senza peccato, dalla coscienza netta? ( Tanto i piedi cotti non si vedono…).
Questo, per quanto riguarda i franchising soprattutto quello “verde…
Ma voi Agenti Immobiliari di Immobilio, dallo spirito indipendente e quasi “selvaggio”, come avete risolto, a suo tempo, il problema ( riconosco non di importanza capitale… ) dell’ arredamento del vostro ufficio? Anche voi vi siete trovati davanti al problema “Hitchcock”?
Ovverossia, non siete riusciti, nonostante la buona volontà, ad ottenere un risultato che vi soddisfacesse pienamente?
Oppure siete stati capaci di trovare una bella soluzione, una formula stilistica che vi ha permesso di dare, alla vostra sede, il segno profondo della vostra personalità?

Io avevo trovato una soluzione fra il confort e la vicinanza al pavimento. Di fronte alla vetrina, avevo messo 2 poltroncine da camera, quelle piccole dei tempi di mia nonna, ricoperte di seta a striscie, molto comode a dir la verità, anche se, con un lampo fulmineo, dovevo capire la stazza del potenziale cliente che entrava nel negozio.
In fondo al negozio tenevo sempre 2 sedie "normali", per gli appuntamenti importanti.
Non tutti si sono accomodati sulle poltroncine, alcuni le guardavano di sottecchi e continuavano a dondolarsi da un piede all'altro per paura di una mia eventuale insistenza all'accomodo. Era tutto studiato in realtà: far notare il bellissimo pavimento veneziano color rosa, riavvicinandoli alla terra, perché é da lì che noi veniamo e da li possiamo costruire le fondamenta per la nostra futura casa. L'arredamento nel complesso era piuttosto scarso, sembrava più un palcoscenico, dove ci si addentra per cercare qualcosa che ci somiglia , per recitare una parte che appartiene ai nostri sogni.
E allora, entrare in quel luogo, diventava un privilegio, via uno, dentro l'altro, uno alla volta, date le piccole dimensioni, dove le gialle pareti trasudavano calore umano.
<< Sono entrati tutti: viandanti studiosi, commercianti, hanno sempre lasciato lì una parte del loro bagaglio, ombrelli gocciolanti lacrime amare, un cestino colmo di miserie umane, messaggi pieni di speranza e risate cristalline>>.
:basito:
 

Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Limpida dovevi fare la poetessa:applauso:....peccato che, generalmente, non ci si campa a scrivere poesie anche sotto forma di prosa.
:fiore::fiore::fiore::fiore::fiore:
 

Limpida

Membro Senior
Agente Immobiliare
Limpida dovevi fare la poetessa:applauso:....peccato che, generalmente, non ci si campa a scrivere poesie anche sotto forma di prosa.
:fiore::fiore::fiore::fiore::fiore:

Sei tu che mi ispiri, come si fa a non risponderti?
Il bello di entrare nell'età degli attempati é che se può magnà poco e se campa, se campa!:risata:
 

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