Marco Giovannelli

Membro Attivo
Professionista
allora se la cascina è dei primi del 900 è urbanisticamente assentita, quindi non avrà ne abitabilità ne tantomeno progetti in comune. vai tranquillo, se hai fatto la dia all'epoca puoi stare sicuro.

saluti
 

sylver71

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Credo che questo argomento faccia al caso mio e pertanto vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio seguente quesito:

Viene acquistato fabbricato rurale che da DOCFA risulta ante 1942, nell'atto di rogito però viene posta la seguente dicitura:
"La parte venditrice, consapevole delle sanzioni cui potrebbe andare incontro in caso di mendacio, dichiara, anche ai sensi del T.U. 445/2000, che l'immobile in oggetto è stato costruito in data anteriore al primo settembre 1967 e che successivamente non sono state realizzate opere che richiedessero il rilascio di provvedimenti autorizzativi."

Fin qui mi pare di aver capito che tutto è regolare infatti l'immobile è stato accatastato regolarmente ed in comune non risultano pratiche edilizie di nessun genere. Ergo l'immobile è liberamente vendibile in quanto urbanisticamente asseverato e dentro è possibile fare opere straordinarie di ristrutturazione previa presentazione di regolare DIA.

La cosa strana però è quanto il notaio ha deciso di inserire subito a seguire a quanto scritto sopra e cioè:
"La parte venditrice dichiara di non essere in possesso del certificato di abitabilità/agibilità nè ne garantisce l'effettivo rilascio alla data odierna"

Ma secondo voi era proprio necessario inserire nel rogito queste righe?
Che senso ha parlare di abitabilità/agibilità per un immobile ante 1942?
Inserire nel rogito queste ultime righe cosa comporta per l'acquirente? :confuso:
 

antonellifederico

Membro Attivo
Professionista
il fatto che un immobile sia ante 1942 debba essere per forza sprovvisto di certificato di agibilità non è un affermazione corretta in quanto se successivamente al 1977 (questa data la devo verificare, ma direi che è esatta al 90%) sono stati eseguiti interventi di ristrutturazione che hanno interessato la muratura e/o la struttura oppure interventi impiantistici (dal 1990) doveva essere comunque richiesta la certificazione di abitabilità (oggi agibilità)
 

sylver71

Membro Attivo
Agente Immobiliare
il fatto che un immobile sia ante 1942 debba essere per forza sprovvisto di certificato di agibilità non è un affermazione corretta in quanto se successivamente al 1977 (questa data la devo verificare, ma direi che è esatta al 90%) sono stati eseguiti interventi di ristrutturazione che hanno interessato la muratura e/o la struttura oppure interventi impiantistici (dal 1990) doveva essere comunque richiesta la certificazione di abitabilità (oggi agibilità)

Sull'immobile in questione non sono MAI state fatte opere di nessun tipo.
E' una casa rurale di un tempo con cucina, camere, bagno.

Quindi? Cambia qualcosa rispetto al tuo discorso?

Ciao
 

sylver71

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Con questo vuoi dire che l'ultima frase inserita dal notaio nel rogito e cioè

"La parte venditrice dichiara di non essere in possesso del certificato di abitabilità/agibilità nè ne garantisce l'effettivo rilascio alla data odierna"

risulta impropria?
 

antonellifederico

Membro Attivo
Professionista
no non è impropria in funzione del fatto che è un fabbricato ante 1942 e non è stato mai ristrutturato...

la mia era una considerazione di ordine generale nel senso che non basta dire che è ante 1942 per dichiarare per sempre che non serve l'agibilità
 

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