Manuela Moro

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Ciao a tutti, sono Manu e ho un problema! I miei si sono sposati nel 1974 e sono andati ad abitare in un appartamento sopra quello dei fratelli di mio padre. Un altro fratello di mio padre ha ricevuto in denaro la sua quota di tutto lo stabile (composto da due appartamenti, un seminterrato e una terrazza edificabile), e ha acquistato un altra casa dove è andato a vivere con la sua famiglia. Purtroppo non c'è niente che possa provare questo passaggio di denaro e i suoi figli negano di saperne qualcosa (ma se lo sanno anche i vicini di casa!!). Ormai sono tutti defunti, mio padre, loro padre e i nostri zii... Il problema è questo: i cuginastri affermano che la nostra fetta di torta l'abbiamo già presa col nostro appartamento (in cui viviamo da 36 anni), e loro vorrebbero tutto l'appartamento degli zii con relativo seminterrato, visto che noi possiamo costruire una mansarda... :shock: Sbaglio a credere che il piano che abitiamo ormai è nostro di diritto? E in quel caso non rientrerebbe più nell'asse ereditario... aiutoooooo
Se qualcuno ci avesse capito qualcosa e potesse rispondere.... Un abbraccio a tutti.
 

geomanera

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Agente Immobiliare
con calma.
gli alloggi a chi erano e a chi sono intestati ?
gli zii non hanno figli o non hanno fatto testamento?
 

Manuela Moro

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Giusto! Allora, lo stabile era di proprietà di quattro fratelli: mio padre, il padre dei miei cugini, un fratello celibe e una sorella nubile. Questi ultimi vivevano nell'appartamento al piano terra e la mia famiglia al primo piano. Essendo tutti e quattro fratelli deceduti, dalle successioni risulta ora appartenere alla mia famiglia (mamma, io e mio fratello) e ai miei tre cugini. Non sono mai stati fatti dei frazionamenti e risulta ancora accatastato come A/6. Io ero convinta che loro rientrassero nell'eredità della casa solo per la quota dei miei zii, quindi metà appartamento al piano terra, metà seminterrato e metà terrazza edificabile. Ero pronta a pagare le loro quote, in denaro o in terreni. Ma è saltato fuori che loro accampano diritti sull'intero appartamento degli zii (negando di aver mai ricevuto quote in denaro). Quindi mi chiedevo, in virtù del fatto che noi occupiamo l'appartamento superiore da 36 anni, in modo pacifico e a tutti visibile, questo può risultare fuori dall'asse ereditario? E quindi tutto il resto sarebbe da dividere in parti uguali?
Purtroppo in certe società rurali fino a tempi recenti ci si metteva daccordo con semplici strette di mano... ma al giorno d'oggi la parola sembra non avere più valore! Che tristezza... io non voglio niente che non mi spetti di diritto! Grazie per l'attenzione geomanera!!
 

geomanera

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Agente Immobiliare
... premesso che chiederei consulto ad un notaio, sappi che per l'alloggio dove vive vostra madre, le spetta il diritto di abitazione quale coniuge superstite. provate a proporre divisione che tenga conto di questo diritto. Purtroppo non sono così "esperto" in diritto successione per sapere se c'è qualcosa a cui appellarsi , cui dubito. per vantare dei diritti dovreste fare una causa chiedendo l'usocapione... ma dubito che possiate aver successo.
p.s è tutto accatastato come un' unico appartamento forse avete qualche arma in più, forse.
non conosco il valore dei beni in oggetto, ma una causa comporta costi legali, perizie, tempi lunghi e comunque margini di incertezza.
proponete di dividere tutto l'asse ereditario, e cercate di tenervi tutta la casa, per evitare altre discussioni in futuro.
saluti
 

Manuela Moro

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Proverò a cercare un accordo, anche se mi sono sembrati piuttosto rigidini... a costo di perderci qualcosa, preferirei evitare legali e lunghe cause. Certo mia madre si sente derubata, lei sa per certo che quei soldi sono stati dati!
Sei stato molto gentile, grazie! Buona serata,
Manu.
 

gaspol1960

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Privato Cittadino
Buongiorno. Posso esprimere la mia opinione?
Quanto all'accordo con lo zio ormai defunto, che avrebbe ceduto la sua quota di immobile a fronte di una certa somma di denaro, temo che ci sia poco da fare: un contratto del genere (sostanzialmente una vendita di quote immobiliari) per essere valido avrebbe dovuto essere stipulato in forma scritta. E il diritto alla restituzione del denaro pagato dovrebbe essersi oramai prescritto (ossia estinto per decorso del termine previsto dalla legge), se ho ben capito la cronologia degli eventi. A meno che non si faccia riferimento all'orientamento giurisprudenziale che fissa il momento di decorrenza della prescrizione nel passaggio in giudicato della sentenza che accerta la nullità del contratto (Cass. 12.9.2000, n. 12038):in altri termini, dovresti iniziare un giudizio, invocando la nullità della vendita "verbale" e chiedendo la restituzione di quanto pagato senza valido titolo. Potrebbero essere importanti le testimonianze di vicini e parenti, ma è ovviamente un giudizio lungo e complesso. Nulla esclude, però, che possa servire come argomento a tuo favore nella trattativa con i cugini.
Quanto alla possibilità di invocare l'usucapione, va tenuto presente che, secondo la Cassazione, "il comproprietario può usucapire la quota degli altri comproprietari estendendo la propria signoria di fatto sul bene comune, ma a tal fine non è sufficiente che gli altri partecipanti si siano limitati ad astenersi dall'uso della cosa, occorrendo al riguardo che il suddetto comproprietario ne abbia goduto in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui, in modo tale cioè da evidenziare una inequivoca volontà di possedere come" proprietario esclusivo e non come comproprietario. Pertanto, la circostanza che dapprima un soggetto e successivamente i suoi eredi abbiano goduto in via esclusiva dell'immobile non si configura come elemento di per sè sufficiente all'accoglimento della domanda di acquisto dell'immobile (l'appartamento in cui vivete da 36 anni) per usucapione, in assenza di comportamenti apertamente ed oggettivamente contrastanti ed incompatibili con il possesso altrui e tali da rivelare in modo certo ed inequivocabile l'intenzione di comportarsi come proprietari esclusivi. Si tratta di atti integranti un comportamento durevole, tali da evidenziare un possesso esclusivo "et animo domini" della cosa, incompatibili con il permanere di quello altrui sulla stessa, nè tale comportamento può consistere soltanto in atti di gestione della cosa comune consentiti al singolo partecipante (chiedo scusa per la prosa poco fluida, ma ho ritenuto opportuno citare testualmente una sentenza del 2007 sull'argomento). In conclusione, a meno che non siano stati posti in essere comportamenti del genere (per esempio, in occasione della morte degli zii...), credo che ci sia poco da fare.
Provate la strada della divisione (bonaria, preferibilmente... una causa durerebbe secoli e sarebbe assai costosa), stando bene attenti all'attribuzione dei valori ai singoli immobili.
Buona fortuna.
 

Manuela Moro

Nuovo Iscritto
Grazie Gaspol, spero di riuscire a trovare un accordo, anche se significherà perdere qualcosa... vorrà dire che ci guadagnerò in salute!! Queste sono cose che alla lunga logorano e non ne vale la pena, anche se fa rabbia che certa gente possa ottenere tutto senza mai dare niente!
Grazie ancora...
 

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