Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Che strano secessionismo, però, quella della Lega!
A me pare che il partito di Bossi sia stato spiazzato dall’imprevedibile e rapido mutare dei tempi. La Lega era nata come reazione alla “invasione” del Nord da parte dei meridionali. “ Basta Terroni!” “Forza Vesuvio!” “Roma Ladrona!” erano tra gli slogan leghisti più popolari. Ma sono slogan di venti anni fa. ormai consunti e fuori moda.
Ora però –e penso alla situazione di parenti e amici “terroni” che abitano a Torino - succede che i figli e i nipoti degli immigrati meridionali sono diventati più piemontesi dei piemontesi e fanno fronte comune con gli indigeni “vecchio piemont” per opporsi a un’altra invasione, quella degli immigrati stranieri. La distinzione, la linea di confine, non è più tra “padani” e temuti “terroni”, bensì tra “italiani” e nordafricani, albanesi, romeni, neri, cinesi, senegalesi peruviani ecc. ecc.
Prima c’era la Torino, ma anche la Milano, la Brescia, la Bergamo, la Verona spaventata dall’arrivo dei treni dal Sud, con il suo carico di umanità affamata alla ricerca di un futuro migliore, ora c’è tutta un’ Italia intera spaventata, dalla Sicilia al Trentino, dall’arrivo di quelle interminabili processioni di barconi a Lampedusa. Forse mi sbaglio, ma non credo, ma questo sta provocando una mutazione profonda nella Lega che è rimasta senza “terroni” da combattere e già ora chiede la chiusura delle frontiere italiane e non solo quelle che correvano al nord del Po.
M in questo atteggiamento non ha più il monopolio della piazza ma deve subire, necessariamente, la concorrenza di altre forze politiche.
Ma la Lega deve stare attenta a non esagerare con il suo atteggiamento “antitaliano” anche per un altro motivo.
Riconosco che il Carroccio debba ragionevolmente parlare anche al suoi militanti duri e puri, debba comumicare alla sua “pancia”, debba sfiorare ogni tanto il concetto di “secessione” dall’ Italia, debba pronunciare, occasionalmente, qualche battuta becera nel cosiddetto “teatrino della politica”!
la Lega deve fare il minimo sindacale. E' il prezzo da pagare alla propaganda.
Ma senza esagerare, perché ne andrebbe di mezzo la consistenza numerica del suo stesso elettorato.
La Lega, infatti, non è più il partito “in canottiera” in “mutande” delle origini. Non è più il partito composto da militanti e dirigenti bercianti e ululanti, snobbati da tutti e guardati dagli esponenti degli altri partiti dall’ alto in basso. Ma subito apprezzati dal popolo della provincia profonda.
La Lega si è trasformata, ormai, in un partito “in giacca e cravatta”, in una forza dirigente e di governo che ha un suo dirigente storico dei primissimi tempi – Roberto Maroni - addirittura a capo del Ministero più importante, quello degli Interni, dove si controllano, tra l’altro, la polizia e i prefetti. E, tra parentesi, Maroni sta svolgendo benissimo il suo ufficio di Ministro, con una “forza decisa ma tollerante” di altissima classe politica, acchiappando e assicurando nelle patrie galere, un numero di mafiosi superiore a quello di tutti gli altri Ministri precedenti messi insieme.
Ma le abili e profonde capacità amministrativa dimostrate dalla Lega, ha finito per attrarre, nelle sue file, i voti degli antichi elettori democristiani e, con essi, il moderatismo dello scudo crociato.

Ma, appunto per questa metamorfosi, la dirigenza della Lega deve stare attenta a non esagerare con la frusta e vieta polemica antitaliana perché nel loro elettorato, ormai vasto, moderato e interclassista, c’ è anche molta gente che non è disposta a tirare troppo la corda per quanti riguarda le estemporanee manifestazioni antipatriottiche.
Ormai i leghisti, per migliorare anche nell’abbigliamento, dovrebbero smettere di indossare il Copricapo con le corna che fa tanto Alberto Da Giussano e infilarsi in testa l’Elmo di Scipio che fa tanta Civiltà Romana.
.
E sempre lì alla fine si torna, a Roma Caput Mundi.

E in quale città credete ce l’abbiamo, il seggio, i parlamentari leghisti che ieri hanno fatto gli schizzinosi tanto da non presentarsi, in Parlamento, per le celebrazioni, inevitabilmente retoriche, l’ammetto, del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia?
Però i loro Capi, furbi, si sono, invece, tutti presentati in Parlamento e stavano in prima fila…

Se, poi, la lingua è il fattore più significativo di identità di un popolo, ebbene la capitale “morale” della Lega, Milano, è una delle città più patriottiche e più italiane che io abbia mai conosciuto. Altro che "padanità"!

Milano, caso più unico che raro in Italia ma anche in Europa, ha buttato nei Navigli il proprio dialetto e adesso parla uno degli italiani più belli e musicali d’ Italia. Assimilando, con diligenza e naturalezza, il fattore più importante di identità di una Nazione.
Chissà perchè…
Non c’entrerà, per caso, il fatto che milanese di nascita era il Manzoni, colui che era andato ad risciacquare la Lingua Italiana in Arno per donarla pulita, eufonica e musicale ai suoi concittadini, come strumento di unità, attraverso il suo immortale romanzo de’ “ I Promessi Sposi”?
Non mi dite che Alessandro Manzoni sia meno “padano” di Bossi…

La Storia è molto complessa. vasta e articolata e ha tante di quelle sfaccettature….
Ma anche la politica.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità
Alto