Alamonakaponza

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Buongiorno in procinto di vendere immobile con lavori. Lavori sostanzialmente finiti, ma manca la dichiarazione di fine lavori e il collaudo. Il notaio ci chiede pagamento del 26% su plusvalenza, ma riteniamo che l'aumento di prezzo sia dovuto al naturale aumento dei valori di mercato.
Pongo due quesiti:
1) Qualora il prezzo fosse aumentato senza lavori, avremmo comunque dovuto pagare il 26%?
2) Se invece l'aumento di valore è da attribuirsi alle migliorie apportate, e quindi si rende necessario pagare il 26% sulla plusvalenza, ma non c'è ancora il fine lavori e collaudo: è giusto pagare il 26% ?Oppure non essendoci il fine lavori, e quindi non potendosi creare un nesso tra lavori e aumento di prezzo, non è necessario pagare il 26%?

Grazie a tutti.
 
Da quanto scrivi sembrerebbe che l’immobile in vendita non fosse la tua abitazione principale, poiché in tal caso le plusvalenze (di qualsiasi tipo) non sarebbero soggette a imposte.
1) dipende dal fatto che fosse o no abitazione principale, e, se no, dal tempo trascorso dal momento dell’acquisto.
2) essendo una normativa recente, non so se si dice qualcosa in merito situazioni simili alla tua: ma immagino che il notaio sia più ferrato in materia, e quindi che sia nel giusto.
Prova a chiedere ad un commercialista.

Peraltro, se io fossi l’acquirente, preferirei comprare a fine lavori e collaudo già presenti.
Cosa manca ?
 
Che io sappia, l'imposta del 26% si applica solo in determinate condizioni, principalmente quando l'immobile non è stato abitazione principale e viene rivenduto entro cinque anni dall'acquisto. Se l'aumento di prezzo è dovuto esclusivamente alla crescita del mercato e non ai lavori effettuati, è importante verificare se rientra comunque nell'ambito della tassazione. Questo è un punto che merita un approfondimento con un commercialista, secondo me, per evitare interpretazioni errate. Riguardo alla questione della dichiarazione di fine lavori e collaudo, l'assenza di tali documenti potrebbe rendere meno evidente il nesso tra le migliorie apportate e l'aumento di valore dell'immobile. Tuttavia, non significa necessariamente che l'imposta non sia dovuta. Anche qui, è fondamentale un parere tecnico per avere certezza.
 
Che io sappia, l'imposta del 26% si applica solo in determinate condizioni, principalmente quando l'immobile non è stato abitazione principale e viene rivenduto entro cinque anni dall'acquisto.

Abitazione principale (per sé o per un familiare/parente/affine) per la maggior parte del tempo ovvero almeno per la metà del tempo totale di possesso + 1 giorno.

Questo valeva - e vale ancora - per le "normali" plusvalenze, passami il termine, prima che il legislatore incasinasse la norma regolando le plusvalenze realizzate da agevolazioni superbonus.

Con il 110% il termine è 10 anni e non 5 e, decisamente, argomento da commercialista viste le complicazioni che comporta la corretta interpretazione.
 
Buongiorno in procinto di vendere immobile con lavori. Lavori sostanzialmente finiti, ma manca la dichiarazione di fine lavori e il collaudo. Il notaio ci chiede pagamento del 26% su plusvalenza, ma riteniamo che l'aumento di prezzo sia dovuto al naturale aumento dei valori di mercato.
Pongo due quesiti:
1) Qualora il prezzo fosse aumentato senza lavori, avremmo comunque dovuto pagare il 26%?
2) Se invece l'aumento di valore è da attribuirsi alle migliorie apportate, e quindi si rende necessario pagare il 26% sulla plusvalenza, ma non c'è ancora il fine lavori e collaudo: è giusto pagare il 26% ?Oppure non essendoci il fine lavori, e quindi non potendosi creare un nesso tra lavori e aumento di prezzo, non è necessario pagare il 26%?

Grazie a tutti.
Se non è tua abitazione principale temo proprio che dovrai pagare plusvalenza.

Io per evitare l'ho affittata, visto il periodo.
 

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