alfasasso

Membro Ordinario
Salve a tutti volevo confrontarmi con voi agenti immobiliari su di una mia causa passata in giudicato di recente sul nostro diritto alla provvigione. Cercherò di esporre tutta la situazione evitando i particolari per sintetizzare il tutto. Nel gennaio del 2006 faccio visitare ad un mio cliente (con tanto di foglio visita), insieme ad altri immobili, una casa colonica con terreno agricolo. Il cliente è sembrato interessato ma essendo l'immobile da ristrutturare completamente, si era riservato la decisione di fare una proposta al proprietario dopo una successiva visita con un impresa di Sua fiducia. Di acqua sotto i ponti ne passerà tanta dato che il cliente vedrà altri immobili con altre agenzie e solo a fine Gennaio del 2007 si rifarà vivo nella mia agenzia con l'intento di fare un'altra visita alla casa colonica (che nel frattempo non è stata venduta anche perchè molto isolata e con strada molto impervia) con un'impresa per quantificare i lavori da fare. Fatta la visita con l'impresa (che è stata molto deleteria verso la casa e quindi non convincente per a decisione positiva del cliente) ci promettiamo di risentirci fra un pò di tempo dopo aver avuto in mano un eventuale preventivo. Essendo il paese piccolo ci si incontra spesso e nei vari incontri il cliente mi fà presente che i lavori di ristrutturazione sono troppi e che per lui è fuori portata. Nel settembre dello stesso anno 2007 per pura combinazione (sempre da parte della stessa impresa che non sapendo nulla) veniamo a sapere che lo stesso cliente aveva acquistato la casa colonica con contratto preliminare. Premetto che la casa non era abitata e che il proprietaria lasciava le chiavi per le visite in un'altra filiale per sua comodità e che l'immobile lo avevamo per incarico verbale come molte altre agenzie. Morale della favola facciamo causa ( abbiamo avuto + volte visite da parte delle stesse parti nella nostra agenzia per minaccie e per accordi economici fuori luogo) e solo qualche giorno fà il giudice (la sentenza la dobbiamo ancora ritirare) decreta la fine delle "ostilità" con una semplice rigettazione della nostra richiesta (non ha neanche preso in considerazione almeno la richiesta di un rimborso spese) compensando le spese degli avvocati delle parti. Nel dibattimento le parti a noi avverse hanno dichiarato di essere state messe in contatto da un'amica comune nonchè parente della parte venditrice. Forse è colpa del nostro avvocato che non è riuscito a far capire la malafede delle parti? Ma come facciamo allora a difendere il nostro lavoro? I clienti li dobbiamo tirare per le orecchie per metterli di fronte ad un tavolo? Ditemi cosa ne pensate.
 

Alessandraa

Membro Ordinario
Agente Immobiliare
più che altro la Motivazione....ma da quel che rimembro di Ag. Imm. in teoria l'immobile l'hai fatto conoscere tu...in pratica essendo un piccolo paese magari può esserne venuto a conoscenza tramite qualche altra persona...cioè in poche parole l'affare in teoria si è concluso con la tua opera....vero mi piacerebbe leggere la motivazione...appena puoi postala....
 

pensoperme

Membro Storico
Privato Cittadino
Che probabilmente hai ragione, e che i giudici non amano gli agenti immobiliari. In mancanza di prove certe non rivolgerti al diritto e transa. Mi perplime la compensazione, perché nel caso non avesse trovato motivazioni fondate per la causa avrebbe addebitato tutto a te.... A meno che la controparte non abbia chiesto la vittoria di spese e onorari, il che mi pare poco probabile...
 

alfasasso

Membro Ordinario
ho solo capito dalla sentenza che l'agente immobiliare è una categoria che qualcuno vuole estinguere. Come faccio a dimostrare il mio lavoro quando di fronte hai clienti in mala fede che si sono accordati nel dire che non li ho messi in relazione tra di loro? I prossimi li prenderò per le orecchie trascinandoli in ufficio a firmare ed accettare proposte? D'ora in poi da evitare incarichi verbali e soprattutto incarichi dove non è presente il proprietario? In poche parole il giudice ha dato ragione alle parti dando ragione al fatto che la cugina del proprietario è la sola ad aver messo in contatto le parti. Sto andando dalla sig.ra a chiedere se viene a lavorare con me!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Pensate come siamo messi!!!!!!!! Poi non mi venite a dire che quel nanetto che ci governa (male e poco) non c'ha ragione in alcune considerazioni sulla legge italiana? C'ho solo voglia di lasciar perdere e cambiare lavoro.
 

pensoperme

Membro Storico
Privato Cittadino
Non posso darti torto, il patentino e la 39/89 si sono rivelati tossici per chi volevano proteggere. Una legge fatta con i piedi come quella che da una parte limita il diritto alla provvigione ma dall'altra non limita il diritto ai compensi a altri soggetti per la stessa attività (di fatto) è una legge che non doveva nemmeno esser pensata... ma il suo scopo, oramai credo sia chiaro, era solo quello di LIMITARE l'accesso al mestiere per proteggere POCHI. Per contrappasso è finita per diventare la vostra condanna, in quanto non penso ci sia legge meno applicata. Metti poi che le CCIAA in pratica vi considerano un disturbo (e sono gli enti preposto i al vostro controllo) che il diritto non ne può più dei problemi derivanti da rapporti giuridici dubbi come quelli che nascono dalla vostra attività e hai il quadro generale. Chiaro che molte delle colpe son pure vostre, ma le altre sono di chi avrebbe dovuto vigilare e del diritto. Ora però TOCCA A VOI, sistemare le cose, ne avete la forza, peccato che non ne avete la consapevolezza ne la volontà, perché ci sarebbe da fare molte rinunce, e tagliare un buon numero di agenti immobiliari.
 

massimoca

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
come si vede il foglio di visita non è servito a nulla, per quel giudice... Avevo già postato il mio disappunto nei confronti di questi giudici che non considerano assolutamente la figura dell' agente immobiliare....... e non mi si dica che è la legge che glielo impone... Allora gli scritti, le firme, gli accordi nero su bianco per noi, tapini, non valgono nulla?
Un giorno, un avvocato che difendeva un cliente che non intendeva pagarmi quanto dovuto, alla mia asserzione: avvocato, ma il suo cliente mi ha sottoscritto un riconoscimento di provvigione di questo importo, e non lo vuole onorare...... Eh gli scritti.... le firme.... cosa vuole che valgano?
Da paura, credetemi... in quel momento mi resi conto che non è la ragione a valere, ma è come la poni, come la rigiri per ripresentarla.
Detto ciò, il nostro peso come categoria è così leggero che nessuno, dico, nessuno ha riguardo verso di noi,... a cominciare da altri professionisti per finire a noi stessi.
La cura, la medicina? Basterebbe essere uniti come certune categorie, e noi non lo siamo.Massimo:fiore:
 

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