chiollo

Membro Attivo
Privato Cittadino
Gentili utenti,
mi scuso se questo argomento e' stato gia' trattato ma non sono riuscito a trovare niente di simile guardando gli altri post.

La mia questione riguarda come dividere le spese di riscaldamento in un condominio in cui un condomino si e' staccato e quindi risulta avere il riscaldamento autonomo.

Lo 'staccamento' e' avvenuto nel 2013 dietro presentazione di una perizia di un ingegnere che concludeva sostenendo che -a seguito dello staccamento- non ci sarebbe stata nessuna perdita di riscaldamento per gli altri condomini (l' appartamento in questione e' all' ultimo piano).

Per un paio di anni le spese di riscaldamento sono state ripartite tra gli altri condomini; ultimamente il condomino che si e' staccato si e' visto recapitare i costi del consumo involontario. Questi costi sono stati calcolati da un perito e si basano sulla grandezza della casa e sul piano dell' abitazione, senza tenere in considerazione se la casa sia stata coibentata etc.

Mi potete aiutare a capire chi ha diritto a cosa?
Grazie.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
al condòmino distaccato e che quindi ha un consumo autonomo ........spettano solo le spese per la manutenzione degli impianti comuni condominiali.

non gli si può certo addebitare il consumo che gli altri fanno dall'impianto condominiale, idem per consumo involontario che deriva dallo stesso consumo condominiale .
 

josko

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Bisogna capire cosa dice la delibera e il documento di perizia. Comunque dovrebbero rimanere le seguenti spese
Spese di manutenzione e di gestione dell'impianto: la posizione della Cassazione. La norma dispone che il condomino distaccato debba contribuire unicamente alle spese di manutenzione straordinariadell'impianto, per la sua conservazione e messa a norma. (Cass. 5331/2012).
Fonte: Distacco dall'impianto centralizzato e conteggio delle spese. Le principali sentenze della Corte di Cassazione (da non perdere)
In buona sostanza, è nulla la clausola del regolamento contrattuale che imponga al proprietario distaccato dall'impianto di contribuire alle spese di gestione.
Fonte: Distacco dall'impianto centralizzato e conteggio delle spese. Le principali sentenze della Corte di Cassazione (da non perdere)
 

chiollo

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie mille per i contributi.

Rispondendo alla domanda di josko, la delibera redatta dai condomini dice che l' assemblea si riserva di valutare l' eventuale aggravio di spesa a fine stagione 2013/14. A quanto ne so nessuno ha valutato niente.
La relazione tecnica dice che non risultano aggravi di spesa per gli altri condomini.

Grazie.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
La delibera in questione non riguarda consenso al distacco del condòmino, ma afferisce ad una volontà condominiale di far valutare se la relazione tecnica di parte sia "veritiera": "si riserva di valutare l' eventuale "

Il condòmino che intende distaccarsi dall'impianto condominiale non necessita di consensi ma lo potrà fare liberamente, purché dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini, quindi sono solo a suo carico:
- redazione di perizia tecnica dalla quale si evince che dal distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini, e lo stesso distacco non lede la stessa funzionalità dell'impianto condominiale.

Il condòmino in questione ha quindi espletato quello che gli competeva fare.
Poi, in perito a quale misura egli contribuisce all'impianto condominiale è stato ampiamente chiarito.
 
Ultima modifica:

chiollo

Membro Attivo
Privato Cittadino
Scusate se ritorno su questo argomento. Ho appena trovato questo documento che in realta' contraddice un po' quello che ci eravamo detti prima. La questione riguardo chi debba pagare cosa non sembra essere delle piu' chiare.

Voi avete delle sentenze recenti che mi possano aiutare?
 

Allegati

  • DLG 102 2014 RISCALD.pdf
    944,4 KB · Visite: 40

chiollo

Membro Attivo
Privato Cittadino
purtroppo e' un' estratto di un articolo che mi ha mandato l amministratore e che non trovo on line. In sostanza, c'e' una legge in materia o no? hi si e' staccato con delibera assemblare presentando una perizia tenica, deve continuare a pagare i consumi involontari o solo le spese di manutenzione della caldaia? Grazie ancora.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
le risposte che ti sono state date in precedenza sono più che valide.
in alternativa fai una ricerca in rete, e vedrai che il responso sarà lo stesso detto in precedenza.

ps: mi spisce ma non apro un pdf allegato, senza sapere cosa è e cosa contiene
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Gentili utenti,
mi scuso se questo argomento e' stato gia' trattato ma non sono riuscito a trovare niente di simile guardando gli altri post.

La mia questione riguarda come dividere le spese di riscaldamento in un condominio in cui un condomino si e' staccato e quindi risulta avere il riscaldamento autonomo.

Lo 'staccamento' e' avvenuto nel 2013 dietro presentazione di una perizia di un ingegnere che concludeva sostenendo che -a seguito dello staccamento- non ci sarebbe stata nessuna perdita di riscaldamento per gli altri condomini (l' appartamento in questione e' all' ultimo piano).

Per un paio di anni le spese di riscaldamento sono state ripartite tra gli altri condomini; ultimamente il condomino che si e' staccato si e' visto recapitare i costi del consumo involontario. Questi costi sono stati calcolati da un perito e si basano sulla grandezza della casa e sul piano dell' abitazione, senza tenere in considerazione se la casa sia stata coibentata etc.

Mi potete aiutare a capire chi ha diritto a cosa?
Grazie.

Ti riporto una indicazione fornita ne "la riforma del condominio" edito dal Sole24ore

Riferendosi al condomino che si è reso indipendente il testo riporta:
"non può invece essere chiamato a partecipare alle spese di consumo o di esercizio riguardanti un servizio di cui non usufruisce. Anche per tali ultime spese l'esonero non è necessariamente totale, ben potendo il rinunciatario essere tenuto ad accollarsi, alternativamente, gli eventuali maggiori oneri che gli altri condomini si vedono costretti a sopportare in conseguenza della diminuzione del numero dei contribuenti rimasti collegati all'impianto oppure una quota forfettaria determinata dall'assemblea quale compensazione del calore di cui l'unità immobiliare staccata continua indirettamente a godere per la collocazione della stessa all'interno dell'edificio".

In merito al tuo PDF, da una lettura sommaria direi che chi lo scrive individua una contraddizione tra la riforma al codice civile che tende a facilitare il distacco delle singole unità dall'impianto di riscaldamento centralizzato e le norme sul risparmio energetico che, in presenza di più di 4 unità immobiliari, tenderebbero ad obbligare le nuove costruzioni all'istallazione di un impianto di tipo centralizzato...
 

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