Buongiorno, pongo un quesito ai piu esperti su una problematica in cui non mi sono mai imbattuto.
Vado prima in ordine cronologico per far capire meglio l evolversi dei fatti.
Dicembre 2014 viene acquistato un immobile all'asta con relativo decreto di trasferimento, l'immobile è ancora occupato dagli esecutati, persone un po' particolari che hanno stravolto l'immobile senza fare ovviamente nessuna pratica urbanistica e catastale.
Maggio 2015 viene liberato l'immobile e l aggiudicatario entra in possesso trovando una situazione disastrata e avvia la ristrutturazione ordinaria e straordinaria, anche in questo caso senza pratiche urbanistiche e catastali andando a risparmio ovviamente.
settembre 2019 il proprietario ora decide di vendere l immobile e chiaramente deve sistemare la situazione urbanistica con il conseguente allineamento catastale. Decide di farlo non in sanatoria e incarica un tecnico per la CILA.
Il tecnico ovviamente parte dal progetto di costruzione regolarmente rilasciato dal comune ,quindi le planimetrie ante operam (del costruttore) e post operam ( dell attuale proprietario)che rispondono a quelle reali ad oggi.
Sorge questo quesito/problema, nell atto di trasferimento del tribunale viene descritto l'immobile non in base alle planimetrie catastali di allora ma in base alla perizia del CTU che chiaramente descrive la situazione che si è presentata. Quindi ora ci troviamo anzi ci troveremo al momento della vendita con una cila presentata e conclusa che risponde allo stato dei luoghi ma con una descrizione nell atto di provenienza(decreto di trasferimento) difforme dalle planimetrie dell'ante operam.
Secondo il Tecnico questa CILA sana la situazione, ma non mi ha molto convinto,ho ascoltato alcuni pareri e sono piuttosto discordanti. Voi cosa ne pensate ?
Spero di essere stato chiaro nell espozione dei fatti.
Grazie a chi ha avuto la pazienza nel leggere e nel rispondere.
Maurizio
Vado prima in ordine cronologico per far capire meglio l evolversi dei fatti.
Dicembre 2014 viene acquistato un immobile all'asta con relativo decreto di trasferimento, l'immobile è ancora occupato dagli esecutati, persone un po' particolari che hanno stravolto l'immobile senza fare ovviamente nessuna pratica urbanistica e catastale.
Maggio 2015 viene liberato l'immobile e l aggiudicatario entra in possesso trovando una situazione disastrata e avvia la ristrutturazione ordinaria e straordinaria, anche in questo caso senza pratiche urbanistiche e catastali andando a risparmio ovviamente.
settembre 2019 il proprietario ora decide di vendere l immobile e chiaramente deve sistemare la situazione urbanistica con il conseguente allineamento catastale. Decide di farlo non in sanatoria e incarica un tecnico per la CILA.
Il tecnico ovviamente parte dal progetto di costruzione regolarmente rilasciato dal comune ,quindi le planimetrie ante operam (del costruttore) e post operam ( dell attuale proprietario)che rispondono a quelle reali ad oggi.
Sorge questo quesito/problema, nell atto di trasferimento del tribunale viene descritto l'immobile non in base alle planimetrie catastali di allora ma in base alla perizia del CTU che chiaramente descrive la situazione che si è presentata. Quindi ora ci troviamo anzi ci troveremo al momento della vendita con una cila presentata e conclusa che risponde allo stato dei luoghi ma con una descrizione nell atto di provenienza(decreto di trasferimento) difforme dalle planimetrie dell'ante operam.
Secondo il Tecnico questa CILA sana la situazione, ma non mi ha molto convinto,ho ascoltato alcuni pareri e sono piuttosto discordanti. Voi cosa ne pensate ?
Spero di essere stato chiaro nell espozione dei fatti.
Grazie a chi ha avuto la pazienza nel leggere e nel rispondere.
Maurizio