ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Gli uffici tecnici a Roma sicuramente sostengono questo, che cioè ci voglia una "dichiarazione di silenzio assenso", che non mi risulta rilascino.
A me sembra un'assurdità che se fosse portata all'estremo (nel senso se le parti si impuntano) farebbe uscire il comune con le ossa rotte in giudizio, ma ovviamente non so nella pratica.

Mi è capitato che un tecnico di un comune limitrofo abbia detto, a fronte di una richiesta riguardante una domanda di agibilità fatta tempo fa "dovete ripresentare la pratica con la nuova procedura".
Scavalcato il tecnico generico ed arrivati al dirigente la musica è cambiata "si la domanda è stata presentata correttamente ma non rilasceremo mai il certificato" (nulla di scritto ovviamente).

Quindi occhio che le prese di posizione degli uffici tecnici non siano "di convenienza".
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Quindi occhio che le prese di posizione degli uffici tecnici non siano "di convenienza".
Certamente, ma bisogna esser certi di ciò che si fa.

Esempio: nel fascicolo trovi la richiesta di agibilità, consegnata dal costruttore o dal proprio tecnico, ma magari mancava un documento o nel fascicolo non risulta più presente, anche perché neppure un controllo formale è stato fatto... Che si fa?

È evidente che quella pratica di agibilità, col silenzio assenso,, non può essere considerata valida.
 

francesca7

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Non vi sembra che oggi veramente siamo arrivati allo sfinimento per non dire svilimentocon questi documenti. I comuni negli archivi hanno tanti di quei casini che non ne vengono fuori, però mai si prenderanno la responsabilità di cio che manca o che non è stato seguito bene. Oggi nelle vendite, anche se un bene è vendibile senza agibilità, vengono fuori queste problematiche che sicuramente noi come agenti immobiliari non possiamo sapere se non dopo l'accesso agli atti di un tecnico, che mettono in forse la vendita, mettono in crisi il venditore che magari non ne sapeva niente, mettono in crisi l'acquirente che non sa a cosa si troverà. Ma io dico come se ne esce??
 

Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Non vi sembra che oggi veramente siamo arrivati allo sfinimento per non dire svilimentocon questi documenti. I comuni negli archivi hanno tanti di quei casini che non ne vengono fuori, però mai si prenderanno la responsabilità di cio che manca o che non è stato seguito bene. Oggi nelle vendite, anche se un bene è vendibile senza agibilità, vengono fuori queste problematiche che sicuramente noi come agenti immobiliari non possiamo sapere se non dopo l'accesso agli atti di un tecnico, che mettono in forse la vendita, mettono in crisi il venditore che magari non ne sapeva niente, mettono in crisi l'acquirente che non sa a cosa si troverà. Ma io dico come se ne esce??
Basta far fare un accesso agli atti dal venditore prima dell'incarico o farlo con una delega subito dopo aver ricevuto incarico
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
È evidente che quella pratica di agibilità, col silenzio assenso,, non può essere considerata valida.
Secondo me la volontà dietro la norma era "se la pratica era formalmente completa ed il comune non ha mosso le ch... allora l'agibilità si ha per data".
Poi se il comune in un secondo tempo si sveglia e chiede dell'altro farà bene ad essere collaborativo perché ha delle responsabilità nella sua inazione.

Poi in pratica è la solita grande caciara in cui il Comune è il soggetto a cui non importa come vanno le cose per cui si impunta e bullizza gli utenti.
 

francesca7

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Basta far fare un accesso agli atti dal venditore prima dell'incarico o farlo con una delega subito dopo aver ricevuto incarico
Tutto vero se c'è collaborazione, non sempre però il venditore è consapevole di cosa sia la vendita di un immobile ed è anche difficile farglielo capire. Io ancora oggi ho problemi per fare firmare la Privacy dopo tanti anni mi sento ancora rispondere che le altre agenzie non la chiedono. Bassa percezione del nostro lavoro con il nostro aiuto.
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Secondo me la volontà dietro la norma era "se la pratica era formalmente completa ed il comune non ha mosso le ch... allora l'agibilità si ha per data".
Poi se il comune in un secondo tempo si sveglia e chiede dell'altro farà bene ad essere collaborativo perché ha delle responsabilità nella sua inazione.

Poi in pratica è la solita grande caciara in cui il Comune è il soggetto a cui non importa come vanno le cose per cui si impunta e bullizza gli utenti.
Il comune è un ente pubblico non gliene frega niente di avere ragione o torto, chi ha bisogno o ha problemi con l'agibilità è un singolo cittadino che per avere ragione deve spendere tempo e soldi. Se invece il geometra del comune pagasse in prima persona per ritardi o omissioni e pagasse di tasca sua, allora tante diatribe non ci sarebbero. Il bello del dipendente pubblico è che se sbaglia o fa perdere tempo e soldi a qualcuno , non viene licenziato anzi magari ci scappa la promozione. Il privato si e paga pure sia se ha torto, sia se fa perdere tempo all'azienda
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Per "formalmente completa" intendo che l'hai presa ed hai spuntato tutte le voci anche senza guardare i documenti, accettandola.
Almeno questo credo lo facessero.
 

pinacio

Membro Attivo
Professionista
Ciao a tutti,
sto acquistando un immobile per cui manca il certificato di agibilità. Siamo nella fase in cui la proposta di acquisto è stata accettata e siamo in procinto di firmare il preliminare. In questa fase l'agenzia ci ha dichiarato che manca il certificato di agibilità. L'immobile è del 1980, situato in provincia di Savona.
Il venditore ha fatto gli accessi agli atti in comune in cui si vede la domanda presentata ai tempi dal costruttore, per cui però manca una risposta da parte del comune. Nella sostanza il certificato non c'è.
Informandomi qua e là con tecnici/geometri e anche online ho capito che al giorno d'oggi il certificato di agibilità è stato totalmente sostituito dalla SCA, dove il costruttore o responsabile dei lavori presenta il modulo in comune e il comune in sostanza prende atto.

Il venditore mi ha proposto di procedere con il preliminare una volta completato l'iter della SCA.

In un primo momento stavo per accettare questa proposta salvo poi bloccarmi in quanto geometri e architetti mi hanno detto che la SCA in questione darebbe un'agibilità parziale, inerente al singolo appartamento e che sarebbe saggio andare a fondo sui motivi della mancanza del certificato collegato alla domanda fatta in comune nel 1980 alla quale sembra non esserci altro.

Volevo un parere da qualcuno un po' più esperto riguardo l'argomento. Magari mi sto facendo troppi problemi oppure è cosa buona e giusta andare a fondo sulla questione certificato dell'intero edificio e quindi non proseguire con la sola sca dell'appartamento.

Grazie
La SCA all'epoca non esisteva, quindi manca la caratteristica fondamentale della certificazione resa dal tecnico, circa la sussistenza di tutti i requisiti di conformità al progetto ed eventuali varianti, nonchè alla normativa statale, regionale e comunale. All'epoca di realizzazione dell'edificio c'era la domanda di emissione del certificato di abitabilità, il cui rilascio doveva avvenire dopo l'accertamento in loco della conformità dell'immobile. Io indagherei sui motivi del mancato rilascio e sulla possibilità che sia prodotta ora una SCA.
 

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