il_dalfo

Membro Senior
Professionista
Forse tu vivrai su Marte ma nei comuni che abbiamo frequentato i miei conoscenti i vigili sono sempre venuti per verificare che gli immobili fossero effettivamente abitati, anche per via delle "false residenze".
Come si può notare dallo screenshot, avevo precisato al punto 1 che il controllo in loco è dovuto....

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U

Utente Cancellato 86326

Ospite
certo che sì....se si va in 4 a studiare per anni fuori zona, si può chiedere 4 residenze e te le danno, ma appunto HAI una legge che ti da chiare indicazioni su MQ minimi per ciascun residente (salvo poi ci vivano comunque in 4.000 e non in 4)
Però starebbe almeno in una casa, con cucina e bagno e non in una cantina, anche se solo in 1 o 2 persone... La legge quindi non prevede
Bene, abbiamo convenuto su un punto importante, ovvero la ripartizione in diversi nuclei familiari.

Riguardo alla residenza in cantina, è comprensibile che cozzi contro la normativa comunale. Il punto è se questa discrepanza sia sanzionabile o meno (e con questo non intendo che il comune non farà nulla, ma che alla fine di un lungo processo civile o penale l'utente sarà riconosciuto innocente).
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Riguardo alla residenza in cantina, è comprensibile che cozzi contro la normativa comunale. Il punto è se questa discrepanza sia sanzionabile o meno (e con questo non intendo che il comune non farà nulla, ma che alla fine di un lungo processo civile o penale l'utente sarà riconosciuto innocente).
Puoi sempre fare un esperimento e verificare personalmente. Io preferisco darmi una martellata sulle dita.
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
Capisco il tuo punto di vista ma la legge è fatta male (benvenuti in Italia).
La dichiarazione di residenza va obbligatoriamente presentata.
La dichiarazione di residenza non può essere ostacolata da parte di Comune/Vigili (salvo il caso in cui, al momento del sopralluogo, l'incaricato alla verifica provi l'assenza del dichiarante).
L'uso del locale in maniera impropria (nel tuo caso ad esempio, un eccesivo numero di presenze rispetto alla superfice) si avvera solo dopo che la residenza è registrata. Solo da questo momento in poi il Comune potrà avanzare ipotesi di reato (reati che nel frattempo, a condizioni mutate, potrebbero più non sussistere).
premesso che:

1) mi sto riferendo a te @il_dalfo (in quanto concittadino) e non ad altri;
2) non ho la più pallida idea di quale sia la norma.

a me capitò che mi fissassero l'appuntamento, non si presentasse nessuno e che quando tra il preoccupato (me la daranno? 'cocan, se non te xe de soca questi non ti vogliono) e l'in****ato (va a dar via i ciapp.... ho ciapàa un dì de ferie e sto barlafuss el vegn no!) telefonai, serafici ti risposero "no, guardi, si vede che è passato, ha visto il cognome sul citofono, #tuttoappostolemandiamolatari.

di contro a dei conoscenti vennero, entrarono in casa, con discrezione verificarono l'effettiva abitabilità dell'appartamento (bagni, letti, cucina) e con altrettanta discrezione chiesero se oltre loro ci abitassero altri.

quale dei due modus operandi fosse quello corretto davvero non saprei.
 

cristian casabella

Membro Senior
Agente Immobiliare
Bene, abbiamo convenuto su un punto importante, ovvero la ripartizione in diversi nuclei familiari.

Riguardo alla residenza in cantina, è comprensibile che cozzi contro la normativa comunale. Il punto è se questa discrepanza sia sanzionabile o meno (e con questo non intendo che il comune non farà nulla, ma che alla fine di un lungo processo civile o penale l'utente sarà riconosciuto innocente).
Allora, se io mi trovo costretto a vivere nel mio box, perché altrimenti dovrei dormire sotto un ponte...vorrei vedere se i Carramba possono a forza prelevarmi e portarmi sotto il ponte suddetto, ma non penso proprio
Poi i veri vantaggi di avere lì la residenza anziché in Comune o in maniera fittizia da terzi (ci sta un Albanese che continua a chiedermi di trovargli uno che gli fa residenza e lo paga senza neanche andare a vedere l'alloggio....che chiaramente non userà comunque mai...detto da lui e provato da vantaggi economico/fiscali/legali/ecc)
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
Puoi sempre fare un esperimento e verificare personalmente. Io preferisco darmi una martellata sulle dita.

Ma certo specialist, potendo scegliere tra "Villa con piscina , 25 stanze e 6 bagni in riva al lago di Garda", e una cantina scrausa, nessuno sano di mente sceglierebbe quest'ultima.
Il fatto è che se la scelta è tra "Rustico in cartone ghiacciato sotto il ponte della tangenziale con bagno sullo spartitraffico in condivisione" e "cantina tiepida singola con porta blindata", la scelta intelligente sarebbe quest'ultima.
E dato che la cantina diventa dimora abituale, devi correre a registrarla come residenza (obbligatoriamente). Da qui il pasticcio normativo.
 
U

Utente Cancellato 86326

Ospite
Allora, se io mi trovo costretto a vivere nel mio box, perché altrimenti dovrei dormire sotto un ponte...vorrei vedere se i Carramba possono a forza prelevarmi e portarmi sotto il ponte suddetto, ma non penso proprio
Infatti questo sgombero non avrebbe senso se hai dei diritti sul locale. Faccio notare che la polizia ha difficoltà a sgomberare anche quelli che NON hanno diritti.

Poi i veri vantaggi di avere lì la residenza anziché in Comune o in maniera fittizia da terzi (ci sta un Albanese che continua a chiedermi di trovargli uno che gli fa residenza e lo paga senza neanche andare a vedere l'alloggio....che chiaramente non userà comunque mai...detto da lui e provato da vantaggi economico/fiscali/legali/ecc)

Purtroppo si è verificato in passato con il reddito di cittadinanza che venisse assegnato a soggetti che avevano chiesto la residenza fittizia.
Il tentativo di truffa è legato alla volontà di delinquere, non allo strumento anagrafico utilizzato.
Nei casi da me descritti, e in questa challenge in generale, si parla di legalità nel vivere nel proprio C2 o C6.
 

CheCasa!

Moderatore
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Agente Immobiliare
Vi dico quello che penso...

Ci sono due livelli di valutazione giuridica della questione.
Il diritto alla residenza in quanto diritto "soggettivo".
E' un diritto che favorisce accesso alla sanità pubblica, all'esercizio del diritto di voto, alla possibilità di richiedere certificati e documento d'identità.
E' ovviamente un diritto soggettivo perchè addirittura prescinde dalla possibilità di disporre di una dimora e le anagrafi dei comuni (non di tutti ma per loro demeriti) possono registrare la residenza presso abitazioni fittizie ("via dei senza fissa dimora"... )

A mio avviso si tratta di un diritto innegabile al cittadino proprio perchè attiene a fondamentali costituzionali.

Altra questione riguarda le norme urbanistiche che hanno invece una valenza oggettiva in quanto prescindono dal soggetto che occupa l'immobile ma stabiliscono se esiste un abuso costruttivo o di destinazione e lo sanzionano come previsto.

Così, se il vigile che deve accertare il fatto che Tizio dimori nell'immobile A, non ha alcuna autorità per disquisire sulle caratteristiche tecniche dell'immobile ma deve limitarsi ad accertarne la fruizione da parte del richiedente, dall'altra parte l'ufficio tecnico può far valere l'uso irregolare del fabbricato, sanzionarlo, multarlo e richiederne l'eventuale ripristino.

Va inoltre sottolineato che possono esistere altre limitazioni, stabilite per legge, all'esercizio di un diritto soggettivo. L'esempio sulla residenza è dato dalla legge Lupi-Renzi del 2014 che, per combattere l'occupazione abusiva degli immobili, ha stabilito la nullità degli atti di richiesta della residenza in assenza di un giusto titolo o dell'autorizzazione dell'avente diritto.

In questo caso, l'ufficiale all'anagrafe, può escludere la concessione della residenza pure in un immobile di tipo residenziale perfettamente conforme alla normativa edilizia. Si tratta di una normativa che, in fin dei conti, mette a confronto due elementi costitutivi imprescindibili della nostra società. Il diritto alla residenza e quello all'inviolabilità della proprietà privata.
 

il_dalfo

Membro Senior
Professionista
quale dei due modus operandi fosse quello corretto davvero non saprei.
entrambi:
una volta inviata la dichiarazione di residenza, questa va registrata dall'ufficiale anagrafico entro 2 giorni lavorativi dalla ricezione della dichiarazione.
L'ufficiale delega quindi la polizia municipale a fare i controlli (che devono avvenire entro 45 giorni).
Se il vigile si accontenta del nome sul campanello, a noi non tange.
Se invece i vigili son puntigliosi e nei 45 giorni citati non ottengono prova di quanto dichiarato, dovranno comunicarlo alle autorità di pubblica sicurezza e l'ufficiale anagrafico dovrà emette un provvedimento di rigetto della richiesta di cambio residenza (da comunicarsi al vecchio indirizzo di residenza dell'interessato, se esistente).
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Il fatto è che se la scelta è tra "Rustico in cartone ghiacciato sotto il ponte della tangenziale con bagno sullo spartitraffico in condivisione" e "cantina tiepida singola con porta blindata", la scelta intelligente sarebbe quest'ultima.
E dato che la cantina diventa dimora abituale, devi correre a registrarla come residenza (obbligatoriamente). Da qui il pasticcio normativo.
Questo discorso non è di nessuna utilità pratica. Anche se non fosse il comune a farlo, sarebbero i condòmini a farlo sbattere fuori per motivi di decoro, decenza e igiene.
 

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