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Come scegliere il mutuo in tempo di crisi
<h3 class="post-title entry-title"><span style="font-weight: normal;">Le agevolazioni previste per i nuovi e i vecchi mutuatari e come accedervi; i trabocchetti da evitare, come scegliere tra il tasso fisso e il tasso variabile. In più, alcuni consigli pratici validi per tutti</span></h3>
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Come previsto, la crisi economica mondiale ha investito anche il mercato dei mutui italiano e gli effetti stanno cominciando a farsi sentire</span>.
Che siano diretti, come l'instabilità dei tassi Euribor e la crescente diffidenza delle banche nell'erogare il credito, o indiretti: i tanti mutuatari che, dopo aver perso il lavoro, non sanno come pagare la rata del mutuo. Come tutti i paesi anche il governo italiano sta correndo ai ripari. Il decreto anticrisi, approvato in via definitiva a fine gennaio, contiene provvedimenti a favore di chi è alle prese con un mutuo e di chi si appresta ad accenderne uno.

In questa guida vi spieghiamo quali sono le agevolazioni previste per i nuovi e i vecchi mutuatari e come accedervi; i trabocchetti da evitare, come scegliere tra il tasso fisso e il tasso variabile. In più, alcuni consigli pratici validi per tutti.

Le misure del governo a favore dei mutuatari. Il decreto 185/2008, meglio conosciuto come decreto anticrisi, è stato trasformato in legge 2/2009. Tra le varie misure per contrastare la crisi economica mondiale, due in particolare sono rivolte al mercato dei mutui. Una per i vecchi e una per i nuovi mutuatari.

Il tetto al 4%. Chi ha contratto un mutuo a tasso non fisso entro il 31 ottobre 2008 per acquistare, costruire o ristrutturare la prima casa, pagherà rate più basse per tutto il 2009. L'entità del risparmio dipende dalla differenza tra la rata originaria e quella calcolata sulla base del tetto al 4%. Se al pagamento della prima rata del mutuo il tasso era a quota 3% e nel frattempo è salito al 5%, lo Stato si farà carico a partire dal 4% (quindi di un punto percentuale). Se il mutuo è stato rinegoziato, la rata da prendere in esame è la prima dopo la rinegoziazione. Lo stesso vale per l'accollo e la surroga.

Diverso il discorso per chi, già a suo tempo, ha acceso un mutuo a un tasso più alto del 4%. Per fare un esempio, se il tasso della vostra prima rata ammontava al 4,50%, da questa soglia partirà l'agevolazione statale. Ipotizzando che nel frattempo i tassi siano saliti al 5%, lo Stato si farà quindi carico solo di uno 0,5%.

Secondo quanto stabilito dal ministero delle Finanze, il contributo dev'essere versato dalla banca mutuante sul conto del cliente senza alcun costo e alla scadenza di ogni rata. Dei tre milioni di potenziali beneficiari, però, nessuno ha ancora ricevuto un euro: i tempi di attuazione sono lunghi e, secondo l'Abi, prima di aprile i soldi non verranno erogati.

Anche se rientrate nei parametri stabiliti, però, il rischio di restar fuori esiste. Le banche, infatti, accreditano i soldi sul conto di chi è già presente negli elenchi forniti dall'agenzia delle Entrate. Se, per qualsiasi motivo, non rientrate nell'elenco, dovrete autocertificare la vostra posizione.

Se il mutuo si aggancia a Francoforte. L'altro provvedimento contenuto nel decreto anticrisi interessa ai nuovi mutuatari. Chi stipulerà un mutuo a tasso variabile potrà scegliere tra due opzioni: agganciare il mutuo al classico Euribor (il tasso al quale le principali banche europee si scambiano denaro) o a quello stabilito dalla Bce, la banca centrale europea.

Bce o Euribor? Il dilemma. Chi vuole stipulare un mutuo variabile deve quindi scegliere tra un indice molto più legato al mercato e potenzialmente più imprevedibile – l'Euribor - e un altro più “istituzionale” e, soprattutto, più stabile: quello Bce. “È utile ricordare che dal 1999 – dice Maximilian Cellino, esperto di mutui del Sole24Ore – cioè da quando è nato, l'Euribor non si è mai allontanato in maniera sostanziale dal tasso ufficiale Bce. Anzi, in alcuni casi ha registrato valori anche inferiori”. Un altro dato, non secondario: nelle ultime settimane l'Euribor sta tornando a scendere. Bisona tener presente, inoltre, che scendere dalle montagne russe dell'Euribor ha un prezzo: lo spread alle stelle praticato dalle banche.

Spread alle stelle. Se le banche si scambiano denaro a tassi più alti rispetto a quelli che applicano ai clienti, ecco che spunta la tentazione di alzare lo spread. Ovvero il costo dell'intermediazione al cliente. Come risposta al decreto anticrisi tutti gli istituti di credito – chi più, chi meno - hanno alzato gli spread, con il risultato di attenuare (e in alcuni casi annullare) il vantaggio che deriverebbe dall'agganciare il proprio mutuo a un tasso inferiore e più stabile, cioè il Bce.

Fisso o variabile? È la prima domanda che si pone chi vuole comprare casa attraverso un mutuo. Una cosa è certa: oggi i tassi sono molto convenienti e potrebbero scendere ancora, ma già tra alcuni mesi torneranno a salire. Contrarre oggi un mutuo variabile significa sottoporsi (quasi sempre) a spread molto alti che, se oggi risultano pressoché impercettibili, potrebbero farsi sentire molto nel momento in cui il tasso salirà anche di un punto percentuale. E lo spread, una volta firmato il contratto, rimane lo stesso durante tutta la durata del mutuo. A meno che non siano previste rinegoziazioni.

Attenzione anche alle pubblicità: secondo Mauro Novelli di Adusbef, “Oggi il tasso fisso conviene poco alle banche, per questo è difficile che mettano in vetrina un prodotto del genere”. Ciò non toglie che il tasso fisso sia comunque una possibilità per il risparmiatore.

Chi ha avuto un mutuo variabile nel terribile 2008 e ha resistito alla tentazione di passare al fisso, oggi si gode rate molto convenienti. Attenzione, però, a non farsi trascinare da questi entusiasmi al momento della scelta: nel futuro le condizioni potrebbero cambiare. Ogni situazione personale è diversa dall'altra, ma prima di firmare, chiedetevi: “Se fra due anni i tassi dovessero tornare ai livelli del 2008, ce la farei a pagare la rata?”.

Chi ha perso il lavoro? Per chi ha contratto un mutuo ma nel frattempo ha perso il posto di lavoro, la situazione è molto variegata. I più tutelati sono i clienti del Banco Popolare, finora l'unica banca ad aver aderito ai Tremonti bond (ma in futuro potrebbero richiederli anche Intesa SanPaolo, Unicredit e il Monte dei Paschi). Una delle condizioni poste agli istituti di credito per accedere agli aiuti di Stato è quella di mettere a disposizione, per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi. Anche in questo caso, però, i tempi di attuazione saranno piuttosto lunghi.

Per tutti gli altri, la speranza si chiama “Fondo di solidarietà”. Si tratta di una misura prevista dall'ultima Finanziaria del governo Prodi che prevede la sospensione delle rate fino a 18 mesi per chi dimostra di non poter più onorare i pagamenti. Il fondo, valido solo per chi sta acquistando la prima casa, fino ad ora è rimasto bloccato. Il decreto attuativo, però, dovrebbe essere emanato entro fine marzo. Al di là delle leggi e dei decreti ci sono alcune banche che già prevedono la sospensione della rata nel caso in cui il cliente dovesse perdere il lavoro.

Tre consigli pratici
- Al momento di scegliere un mutuo a tasso variabile, non chiedetevi solo se siete in grado di onorare la rata oggi (si presume che la risposta sia sì), ma anche se sarete in grado di farlo domani se i tassi dovessero tornare ai livelli di dodici mesi fa. Il variabile è un rischio che dovete essere certi di poter correre.
- Anche se molte banche ve lo presentano il giorno stesso della firma, cercate sempre di far leggere il contratto a una persona esperta e fidata prima di firmarlo.</div>
<div>- Se avete difficoltà a pagare la rata del mutuo perché avete perso il lavoro o perché la rata ha subìto un'impennata, andate in banca ed esponete il vostro problema. Le banche non hanno interesse ad avere clienti insolventi. In situazioni gravi anche l'allungamento del mutuo può essere un buon compromesso.</div>
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