E' possibile rogitare un immobile con una pratica di condono ancora aperta. Il notaio allega al rogito la domanda ed i bollettini del pagamento delle oblazioni ed il venditore rimane responsabile della conclusione della procedura che spesso, anche in realtà più piccole di Roma, può arrivare anche dopo più di 40 anni.
Io ho la seguente situazione. Immobile oggetto di esecuzione immobiliare, il cui proprietario è Tizio (mio conoscente). Caio vendette tale immobile a Tizio ad una cifra di 150k circa, nel 2005, con condono in corso.
Caio un paio di mesi fa era interessato ad effettuare un saldo e stralcio, in effetti ci sentiamo e ci prepariamo a contrattare con la banca, ma prima attendiamo il responso del CTU.
Stima dell'immobile: 80k (valore plausibile), ma dato che secondo il CTU non risulta sanabile, il valore viene diminuito di 40k. Risultato: base d'asta 40k (con tutte le conseguenze del caso, tra aste deserte, offerta minima ecc., è chiaro che la banca recupererà poco, e che il debito resterà alto per Tizio a seguito della futura vendita, anzi, è probabile che dall'asta si recuperino solamente le cifre legate ai costi della procedura...).
A questo punto, letta la perizia, Caio sparisce, perchè credo voglia partecipare direttamente all'asta (quando era interessato a chiudere col saldo e stralcio, mi disse che lui aveva le carte che indicano come l'immobile in realtà risulti sanabile)...
Nei prossimi giorni mi confronterò col CTU, per capire in realtà come stanno le cose, ma qualora avesse ragione costui, Tizio potrebbe fare causa a Caio per avergli venduto un immobile insanabile?...