PyerSilvio

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non puoi andare contro i mulini al vento...

Più che andare contro i mulini a vento, con quegli argomenti improbabili, in questa località chiamata lavoro, sembra un turista.

Quel genere di turista, che arriva alla stazione e si offre alle guide locali, di mostrare loro le bellezze della città.
 

brina82

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Professionista
Guarda che che per le lauree devi risalire a 30/40 anni fa e anche allora gli esami in certe facoltà (architettura, scienze politiche, filosofia etc.) erano spesso una farsa.
So a cosa ti riferisci: mio padre mi dice sempre che se avesse voluto, all'epoca le lauree in architettura (per dire) le regalavano, tuttavia credo che fu una "finestra" di qualche anno, oggi invece è una tendenza, più che una finestra...
 

correttore 2.0

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Trucida è a stelle e strisce. Il PH qui dipende dalla tua produzione scientifica non basta fare anche ricerca. Sulla base di cosa è DOVE hai pubblicato con una procedura simile ad un concorso si accede al Ph che di solito da anche la qualifica di medico docente. Da lì il titolo di Professoressa che ha in Italia è che stupisce lei stessa. Poi con il PhD si concorre per il primaria to. Una volta che sei primario come lei oltre che a operare dovete continuare a pubblicare formare nnovare e ricercare.. da lì i congressi.. O Ti MANDANO A CASA. E difficile essere primario? Si.. ma si pensa SOLO ad affrire ai pazienti IL MEGLIO E qui vogliamo dare validità perpetua ad un esame di abilitazione concepito per un pasticciere professionale ? Ora credo di averti chiarito come funziona nel mondo che funziona.
Ps usa meno Wikipedia ..e monta una sveglia. Grossa

wikipedia serve per spiegare a chi come te, non possessore di phd, abbia le idee un pelino confuse.
 

correttore 2.0

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Dirò a Trucida che c è uno che le spiega come e diventata primario. Sabato notte sarai in sala operatoria con lei.
Bene,
non c'entra assolutamente nulla con quello che è il phd in sè.
il mio a differenza di quello di trucida ha applicazioni puramente teoriche quindi gli sbocchi sono tutt'altro che univoci. ti ricordo che l'inizio della faccenda è stata la tua uscita sul fatto che non sia un titolo di studio.
 

CheCasa!

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Partiamo da un presupposto: sono a favore della formazione e non solo nel nostro settore.

Ma la formazione deve essere un'esigenza e non un obbligo.
Troppo spesso ho assistito a discenti sonnacchiosi, presenti in aula solo per ottenere un attestato od un credito.

Devo però ammettere quanto sia difficile reperire corsi di formazione tecnica destinati alla nostra categoria.

I corsi di "vendita" spuntano come funghi ma quelli tecnici sono rari e sporadicamente organizzati dalle associazioni di categoria, coinvolgendo alcuni professionisti della zona.

La formazione serve: Il diritto tributario prevede cambiamenti molto rapidi e spesso, sulla fiscalità immobiliare, si può fare la differenza rispetto a commercialisti non sempre dotati della corretta competenza.

Ma anche gli stessi articoli del codice civile concernenti la nostra professione, pur non essendo oggetto di modifica, hanno prodotto una giurisprudenza che si evolve nel tempo e, magari, richiede aggiornamenti anche sul piano della modulistica in uso.

Locazioni, nuove costruzioni, affitto con riscatto... tanti sono gli elementi oggetto di aggiornamenti...

Poi ci sono le novità tecnologiche... gestire le fotografie digitali, imparare ad utilizzare un programma di editing per foto e filmati, saper maneggiare una reflex... tutti elementi che possono essere appaltati ad un esterno o devono essere il frutto di competenze acquisite...

Insomma... non si finisce mai di imparare... :)
 

Bagudi

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Guarda che che per le lauree devi risalire a 30/40 anni fa e anche allora gli esami in certe facoltà (architettura, scienze politiche, filosofia etc.) erano spesso una farsa.
Io mi sono laureata in filosofia nel 1972 e l'università, nonostante fossimo in pieno post '68, l'università è stata serissima.
Anche troppo.
 

IL TRUCE

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Partiamo da un presupposto: sono a favore della formazione e non solo nel nostro settore.

Ma la formazione deve essere un'esigenza e non un obbligo.
Troppo spesso ho assistito a discenti sonnacchiosi, presenti in aula solo per ottenere un attestato od un credito.

Devo però ammettere quanto sia difficile reperire corsi di formazione tecnica destinati alla nostra categoria.

I corsi di "vendita" spuntano come funghi ma quelli tecnici sono rari e sporadicamente organizzati dalle associazioni di categoria, coinvolgendo alcuni professionisti della zona.

La formazione serve: Il diritto tributario prevede cambiamenti molto rapidi e spesso, sulla fiscalità immobiliare, si può fare la differenza rispetto a commercialisti non sempre dotati della corretta competenza.

Ma anche gli stessi articoli del codice civile concernenti la nostra professione, pur non essendo oggetto di modifica, hanno prodotto una giurisprudenza che si evolve nel tempo e, magari, richiede aggiornamenti anche sul piano della modulistica in uso.

Locazioni, nuove costruzioni, affitto con riscatto... tanti sono gli elementi oggetto di aggiornamenti...

Poi ci sono le novità tecnologiche... gestire le fotografie digitali, imparare ad utilizzare un programma di editing per foto e filmati, saper utilizzare una reflex... tutti elementi che possono essere appaltati ad un esterno o devono essere il frutto di competenze acquisite...

Insomma... non si finisce mai di imparare... :)
Allora ..scusa stiamo uscendo sarò rapido..
L ultimo degli scalciacani quello dhe compra alla Coop almeno una aracca da 15
Io mi sono laureata in filosofia nel 1972 e l'università, nonostante fossimo in pieno post '68, l'università è stata serissima.
Anche troppo.
Mha la gloriosa Università di Milano aveva più facoltà MA a giurisprudenza l aria era pesantissima. Si sentiva il peso della tradizione, della cultura profonda dei li ti impolverati. Si sognavano i principi del foro e l essere figlio di uno con i ball era visto più un peccato che un vantaggio. Tutti i cattedratici conoscevano il mio babbo Truce ..e tutti dicevano “vediamo se il figlio…”.
Gli esami di giurisprudenza sono ostici: i concetti sono difficili e vanno sia memorizzati che compresi. Tutto è il contrario di tutto e se. On si entra nella mente dei padri ispiratori e si capisce il perché ..allora non serve memorizzare. La materia e vastissima e va messa tutta in testa con sentenze e ribaltoni . La compe4ixione era già altissima tanto che dal terzo anno si sapeva già chi sarebbe stato avvocato chi magistrato chi notaio. Lo continuavano a chiedere…Lei cosa sarà ? Rispondevo sempre la stessa cosa : sono già molto ricco, grazie.
Tutti i figli degli avvocati di grido erano lì mica io e basta: tutti studiavamo a bestia e praticava o in studio. Fu dura ma ..le notti passate sui libri, le arringhe davanti allo specchio le requisitorie provate a mente le tazze di caffè che non si contavano ..le giornate in biblioteca i testi divorati le esercitazioni pratiche il tribunale ..anni splendidi eroici meravigliosi . Non so com era per i poveri ..ma c’è ne erano pochi e in genere venivano chiamati QPC qui per caso: come disse un Professorone “ qui siamo invasi da gente che pensa che la professione forense sia un lavoro..”
Ho ricordi bellissimi di quegli anni e ancor di più negli studi successivi all estero.
E anche della mia auto regalo di laurea del nonno : una 3.6 Carrera 4 gialla capote e interni blue che ho ancora i garage. Me la porto lui all uscita al grido manda a da via i ciapp tucc i terun ! Grande nonno..astuto bandito ma con classe inarrivabile.
Davvero anni splendidi.
 

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