Mil

Membro Senior
I prezzi devono calare e su questo siamo d'accordo. Io però credo che ci siano delle distinzioni ben precise da fare: ci sono zone dove i prezzi sono veramente troppo alti al di là di ogni ragionevole appetibilità e valore intrinseco degli immobili. E' il caso delle grandi città. Da Milano, a Roma a Napoli abbiamo tutti capito che la situazione è completamente fuori controllo e non c'è alcun nesso tra Paese reale e immobili compravenduti (tralasciando sempre il solito mercato di immobili di prestigio/centro/lusso).
In altre zone d'Italia i prezzi sono già bassi e secondo me non è realistico che scendano: non esistono nel nosto Paese zone completamente prive di appetibilità, tanto da giustificare un tracollo ulteriore.
A mio parere quindi ci sarà un rientro nei ranghi dei prezzi al mq nei grossi capoluoghi di provincia e un sostanziale valore invariato nei centri minori. Ciò perchè come vado ripetendo da tempo è nei fatti che il salario medio non è esponenzialmente differente e le problematiche disoccupazionali interessano sotanzialmente TUTTO il Paese, dal Nord Est alla Sardegna. Con delle differenze certo, ma non così sostanziali dal giustificare un gap folle di prezzo. E infatti il bubbone sta scoppiando proprio per questa ragione.
Detto questo e fatte le opportune autocritiche sui prezzi da ritoccare il problema che comincia ad essere veramente serio adesso sono le banche. Le banche sostanzialmente spadroneggiano: non solo non concedono più mutui, ma quando lo fanno i loro tassi sono da usura, ormai rasentano il 7%.
Quindi il settore immobiliare può ridimensionarsi quanto vuole, ma se la stretta creditizia (che finora per certi versi è stata positiva) continua ad attanagliare il Paese questo comporterà molto presto il blocco totale.
Cioè sappiamo tutti che certi appartamenti solo due tre anni fa costavano troppo, ma adesso che il prezzo potrebbe essere equo davvero se alla gente viene praticamente negata del tutto la possibilità di acquistare allora siamo veramente nei guai.
Le banche prendono il denaro dalla bce all'1%, però lo prestano a chi vogliono, alle loro condizioni e al tasos che decidono loro. Dopo aver drogato il sistema per anni concedendo mutui a cani e porci e consentendo così la creazione di una bolla immobiliare da far spavento adesso chiudono i rubinetti pressochè con tutti.
Così si penalizzano indistintamente tutti, i venditori che mettono sul mercato roba buona a prezzo buono e gli acquirenti con tanto di posto fisso che però a certi tassi non possono obbiettivamente ripagare il debito.
Questa situazione sta andando avanti da un po' troppo tempo. Ho l'impressione che qui o ci si fa sentire su questo punto oppure saranno guai.
 

Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Ho l'impressione che qui o ci si fa sentire su questo punto oppure saranno guai.

Si é fatto risentire persino il Governatore della Banca d'Italia!

Ma quali saranno i risultati?

Ma le banche possono fare impunemente le orecchie da mercanti?
:domanda:
 
I

immpittaro

Ospite
Mi pareva di averlo detto io

eh....pensoperme sono nel forum da prima di te e la mia teoria del prezzo insufficente a muovere il mercato, collegato al calo demografico-economico non la puoi far tua..;):D poi aggiungiamo i bassi redditi, il precariato , la decrescente cultura della famiglia..etcetc tutto questo solo facendo leva sulla mia esperinza personale e senza l'aiuto di nessun grafico :sorrisone:
 

skywalker

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Leggendovi illustrissimi colleghi si potrebbe avere la sensazione che la ricetta per servire sulla tavola del progresso la fine della crisi possa essere cucinata alla domenica mattina... in casa... dalla nonna.
Ognuno poi suggerisce l'aggiunta degli ingredienti che più gli aggradano...il calo dei prezzi, la riapertura dei rubinetti del credito da parte delle banche, il posto fisso, la diminuzione delle tasse...
Temo però che questa volta senza l'aggiunta di qualche componente dal sapore un tantino più esotico, il pranzo potrebbe risultarvi indigesto.
...guarda un po'...la globalizzazione ha colpito pure in cucina...
...non è rimasto più rispetto per nulla...ma sopratutto non ne è rimasto per le nostre tradizioni, per la nostra cultura così come non ne rimane per la nostra autonomia fiscale e potestà decisionale.
e allora, visto che ci viene richiesto, vediamo dove nascono quegli ingredienti che dovremo, gioco forza, imparare a digerire...
Settimana scorsa sono andato a sciare e con l'occasione ho frequentato un'amico che difficilmente riesco a vedere quando non siamo in montagna.
lui lavora per un grosso gruppo industriale italo tedesco e anche lui si reca, per lavoro, spesso in Cina.
Importa nel nostro paese uno dei prodotti di maggior diffusione dopo l'immobile
Ci siamo sentiti telefonicamente prima di Natale e mi diceva che i cinesi erano comunque restii a produrre prodotti (più costosi per loro in quanto soggetti a delle rigide regole per essere venduti in occidente) visto che il loro mercato interno tirava fortemente (bella forza, sono un migliardo...)
Ora però anche i cinesi iniziano ad avere la sensazione che l'abbassamento di qualche punto del pil potrebbe essere compensato aprendo il loro mercato alle esportazioni anche di quei prodotti che, sinora, avevano mantenuto interni.
La Cina di oggi comunque stà diventando sempre più un paese a due velocità dove la contrapposizione tra le città moderne ed evolute e la campagna, arretrata a livelli da "servi della gleba" inizia prepotentemente a farsi sentire.
I politici cinesi (e qui stà la differenza che potrebbe giocare una partita decisiva) sono un tantino più lungimiranti dei nostri e stanno già creando i presupposti per tessere un tessuto sociale, non per la generazione attuale o la prossima ventura, ma per quella ancora successiva (non a caso in africa stanno acquistando vaste porzioni di terreno da adibire all'agricoltura) ma tutta questa lungimiranza rischia di essere vanificata dall'attuale crisi globale.
Se il loro pil dovesse diminuire con la conseguenza di riflettere le terribili conseguenze sulla fascia di popolazione più debole e concentrata prevalentemente nelle campagne. gli strappi che potrebbero venirsi a creare potrebbero essere tali e profondi al punto di minare pesantemente l'intera economia del paese e la struttura sociopolitica del paese stesso.
...e a noi cosa cambia?
...bhè...nell'immediato nulla...ma vi ricordate cosa è avvenuto in occidente a seguito del crollo del muro di berlino?
...con la differenza che loro non erano un migliardo...
 
I

immpittaro

Ospite
Victor H. Mair della Università della Pennsylvania ha chiamato l'interpretazione popolare di wēijī nel mondo anglofono una "idea sbagliata largamente diffusa".[1] In effetti, wēi (危) significa approssimativamente "pericolo, pericoloso; mettere in pericolo, rappresentare un pericolo; periglioso; precipitoso, precario; alto; paura, timoroso" (come in wēixiăn 危险, "pericoloso"), ma la parola polisema jī (机) non significa necessariamente "opportunità". La composizione jīhuì (机会) significa "opportunità", ma jī è solo una parte di essa; jī assume numerosi significati, tra cui "macchina, meccanico; aeroplano; occasione adatta; punto cruciale; perno; momento incipiente; opportuno, opportunità; occasione; collegamento chiave; segreto; inganno". Mair suggerisce che jī in wēijī sia più vicino a "punto cruciale" che a "opportunità".[1]

a me sta bene anche punto cruciale come traduzione....mi rievoca cmq un momento di cambiamento ed opportunità....in ogni caso non ho pretese lessicali cinesi ;):risata:


.bhè...nell'immediato nulla...ma vi ricordate cosa è avvenuto in occidente a seguito del crollo del muro di berlino?
...con la differenza che loro non erano un migliardo...

ma il migliardo cos'è? un miliardo di miglia ???.....caxata per caxata :^^::sorrisone:
 

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