leonard

Membro Senior
Agente Immobiliare
Professionista
rimango dell'idea che certe cifre sono da inchiapp...

...............hai ragione, ma l'esagerazione esisterà sempre in ogni dove....................:D
.....cmq posso assicurarti che l'interesse per la località è ancora forte , l'apertura dello sea life fatta da pochi giorni dimostra che la località riesce ad attirare "grossi " investitori stranieri in un momento economico difficile................;)
 
I

immpittaro

Ospite
Beh sicuramente con tutta la cubatura che stanno dando via ( al mio cliente famoso che ti ricorderai hanno offerto 90.000 mcubi :shock: ) prima o poi i prezzi torneranno su valori più logici ed allora Jesolo sarà sicuramente il fenomeno immobiliare più interessante del Veneto ;);)

Aggiunto dopo 2 minuti :

Cosa apriamo io e te a Jesolo ? sai che ho una voglia matta di cambiamento........potrei contraccambiare facendoti conoscere investitori caraibici con realtive ragazze latine al seguito :risata::risata::risata:
 

stewecar

Membro Attivo
Privato Cittadino
dalle mie parti il mercato è indecifrabile nelle tendenze (vedo cmq che le agenzie vendono..sia pur lentamente ma vendono) ma la 'tenaglia' di essere città turistica rompe le scatole a chi, come me, vorrebbe farsi una famiglia..
se vai in affitto trovi prezzi assurdi (anche 800€ per 50mq..insostenibile con un solo stipendio) e se provi a comprare ricevi mazzate tra capo e collo con prezzi che definire alti è un eufemismo..
mi chiedo solo quanto possa durare ancora questa pazzia..
 

Mil

Membro Senior
Non molto stewecar, perchè siamo il paese in cui i laureati se va bene vanno a fare gli spazzini altrimenti sono a spasso e i quadri e dirigenti non prendono più le cifre di una volta. Non è proprio un buon segno di benessere collettivo, neanche per gli "autonomi", che dipendono proprio da tutti gli altri. E questo vale dal Nord al Centro al Sud, con buona pace delle nostre differenze.
L'immobiliare è rimasta ovunque ferma senza tener conto dei cambiamenti dei tempi. Però non è neanche auspicabile un tracollo, sarebbe un segnale ancora peggiore. Che Firenze tenga è in un certo senso un bene.
Le metropoli e le città d'arte hanno sofferto di più la bolla e stentano parecchio a rientrare. In genere da parte dei proprietari si preferisce non vendere piuttosto che abbassare il prezzo. Questo purtoppo è alla base di molti problemi di assestamento del mercato e di serie difficoltà per molte agenzie immobiliari e operatori vari del settore. Si ritiene che la crisi sia passeggera e non strutturale, quindi la gente specie nelle grandi città aspetta, anche molto tempo ed è comprensibile. A volte poi trova conferma nel fatto che qualcuno comunque compra lo stesso, anche a prezzi molto alti.
Una valida alternativa è sfruttare l'hinterland, che normalmente ha dei prezzi molto più bassi. In cittadine limitrofe si può orbitare sulla città ma non subirne i costi obbiettivamente proibitivi.
Buona fortuna!
 

stewecar

Membro Attivo
Privato Cittadino
grazie per la risposta ;)
purtroppo i prezzi a cui mi riferivo sono della periferia..ovviamente proibitivi i prezzi e gli affitti nel centro storico (tra l'altro molto degradato nonostante si venda a prezzi folli..) in cui non hai neanche un vantaggio -tra l'altro-..sempre che uno non si accontenti di "vivere" d'arte..lì un monolocale può tranquillamente superare i 1400 euro..
Da un certo punto di vista economico (mi interesso di economia) non trovo però molto positivo che le città tengano..perché in questo modo anche se è vero che cmq qualcosa riesci a vendere, rischi -come però tu in realtà dici tra le righe- di allargare ancora di più la forbice creando due (o diverse) ecomonie 'dissestate' che viaggiano su binari che tendono ad allontanarsi: quella dei laureati che guadagnano 1000 euro (quando va bene) e quella delle case di periferia da 60mq che costano 250.000 euro..
alla fine rischi il fatto che se tutto non fosse temporaneo (ma strutturale, come qualche analisi macroeconomica fa intendere) si potrebbe aprire una voragine tale che dovresti svendere, nel vero senso letterale della parola..altro che 'mattone come investimento'..; una soluzione possibile è quella di iniziare a saggiare il terreno con piccoli ritocchi verso il basso..anche un 5% è già qualcosa..insomma una 'decrescita felice' ;)
grazie e un saluto cordiale.
stefano
 

Mil

Membro Senior
grazie per la risposta ;)
purtroppo i prezzi a cui mi riferivo sono della periferia..ovviamente proibitivi i prezzi e gli affitti nel centro storico (tra l'altro molto degradato nonostante si venda a prezzi folli..) in cui non hai neanche un vantaggio -tra l'altro-..sempre che uno non si accontenti di "vivere" d'arte..lì un monolocale può tranquillamente superare i 1400 euro..
Da un certo punto di vista economico (mi interesso di economia) non trovo però molto positivo che le città tengano..perché in questo modo anche se è vero che cmq qualcosa riesci a vendere, rischi -come però tu in realtà dici tra le righe- di allargare ancora di più la forbice creando due (o diverse) ecomonie 'dissestate' che viaggiano su binari che tendono ad allontanarsi: quella dei laureati che guadagnano 1000 euro (quando va bene) e quella delle case di periferia da 60mq che costano 250.000 euro..
alla fine rischi il fatto che se tutto non fosse temporaneo (ma strutturale, come qualche analisi macroeconomica fa intendere) si potrebbe aprire una voragine tale che dovresti svendere, nel vero senso letterale della parola..altro che 'mattone come investimento'..; una soluzione possibile è quella di iniziare a saggiare il terreno con piccoli ritocchi verso il basso..anche un 5% è già qualcosa..insomma una 'decrescita felice' ;)
grazie e un saluto cordiale.
stefano


Hai ragione, ma io mi riferivo al fatto che nelle grandi città è comprensibile un certo prezzo delle abitazioni. E' buon segno dell'andamento dell'economia. La stortura che segnali tu è che purtroppo le periferie e l'hinterland hanno notevolmente alzato le quotazioni in tempi di bolla. Quindi la previsione che faccio io (e che si sta avverando) è che si rientrerà per forza a normalità, perchè se in centro a Firenze può investire magari un giapponese in periferia no e quindi il prezzo non può essere lo stesso.
Il paradossale è che le quotazioni in molte grandi città si sono alzate proprio spinte dall'esodo di molte persone. Con la crisi la tendenza si è bloccata e forse c'è anche stato un ovvio ripensamento: qui a Milano in periferia i prezzi sono uguali a quelli del nuovo a 40 km di distanza. C'è qualcosa che non quadra e la gente lo ha capito.
Gradualmente ci sarà un assestamento, necessario, anche perchè le condizioni socio economiche nel frattempo non sono per nulla migliorate. Quindi io credo che se proprio devi acquistare e non hai fretta aspetta, nuovi cantieri a prezzi folli non saranno proponibili e non tutti i proprietari si ostinano su cifre irraggiungibili: mantenere un bene costa. Anche la periferia delle grandi città deve fare i conti con questa nuova situazione.
Detto questo però io non mi auguro una svalutazione, solo un normale rientro nei giusti prezzi, anche per garantire lavoro alla gente che poi interviene dopo una compravendita. Che il mattone non sia più tanto appetibile è vero, hai ragione, però ragazzi, il giorno che questa roba diventa realtà seria vuol dire che siamo come i tunisini, in viaggio su qualche barcone.
Speriamo semplicemente in un riassestamento graduale, ma un po'più veloce dell'attuale stagno.
 

rosy11

Membro Ordinario
Ultime notizie dal fronte comasco :triste:

"Il settore immobiliare verifica il suo stato di salute all'interno degli stand della fiera “Casa Mia” in corso ancora per oggi, domenica 17 aprile, a Lariofiere. Uno stato di salute pessimo ma con minimi segnali di ripresa.
Si parla, per l'Erbese, di una perdita di contrattazioni per le agenzie anche del 40%. Qualcuno ha ripiegato sul Milanese, altri hanno aggiunto alle proprie proposte gli affitti.
Di certo, c'è una certa rassegnazione per gli immobiliaristi, che vedono una tendenza nuova. Secondo alcuni ci si allontana dalla città per evitare i suoi prezzi e si preferisce una bella casa seppur costretti a fare qualche chilometro in auto.
Indubbiamente, quindi, tra i problemi derivanti dalla crisi e le esigenze che cambiano, il mercato immobiliare si trova ad attraversare un periodo di radicale trasformazione. E, come sempre, appare difficile dire come sarà il futuro del settore. Quel che è certo è che tradizioni consolidate sembrano essere tramontate per sempre. Anche e soprattutto, forse, nel nostro territorio."

Lungi da me demoralizzarvi ancora di più ma ,anche se è una magra consolazione, pensate che è un momento no in tutta l'italia...anche nel "ricco comasco" (un tempo), dove un tempo giravano soldi e si investiva parecchio in immobili.
 

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