Ho preso in affitto un appartamento circa due anni fa. Tutto si è svolto nel rispetto delle regole, legali, contrattuali (4+4 minimo) e conviviali, fino a quando...
Quando mi fu illustrato l’immobile – un trilocale di 85mq, con un secondo ingresso che accede a una porzione di altri 55mq, fisicamente separata dalla prima – a mia domanda, mi fu detto dal Proprietario che questa era saltuariamente abitata dalla propria figlia, senza però dirmi (o avvertirmi, o meglio, contrattualizzare la “variante”) che questa seconda parte di abitazione era totalmente asservita, per corrente ed acqua, a quella da me presa in affitto. Ho scoperto la cosa casualmente (ho trovato acqua calda nel lavabo della cucina, non servito dal boiler del mio appartamento). Chiedendo lumi, mi è stato risposto- appunto – che l’utenza era unica, ma che avrebbe messo un contatore secondario (per la corrente, ma non per l’acqua...), senza trovare la cosa sconveniente o... illecita, trovano marginale che fossi io a pagare elettricità ed acqua a sua figlia ed al suo ragazzo e amici vari!
Inoltre, ora la porzione da 55mq è abitata quotidianamente, con conseguente e proporzionale consumo di acqua e corrente! Per non parlare dei costi aggiuntivi che mi derivano contrattualmente in bolletta dall’coccupare una superficie superiore a quella che effettivamente abito.
Fatto presente con lettera e consulenza legale (indipendente, il SUNIA mi ha detto di lasciar perdere perchè il costo legale avrebbe superato l’entità del rimborso...), mi son sentito rispondere dal Proprietario che “ero informato della cosa” e che se la cosa mi dà così fastidio è pronto a risolvere il contratto in essere senza troppi turbamenti, mostrandosi disponibile solo a rimborsarmi i kilowatt consumati, ed i litri di acqua sullo stesso ammontare del costo elettrico. Che poi l’acqua d’estate si possa consumare in maggior quantità non è stato preso in minima considerazione. Alla mia richiesta di chiedere di rendere autonomo l’appartamento dalle mie forniture nemmeno ha risposto. Insomma, una lezione magistrale di diritto alla “corleonese”.
Come accennato, già sono stato al SUNIA e da un avvocato che oltre a citare una decina di articoli dal Codice Civile ed un paio da quello Penale in una lettera da me firmata, poi mi ha detto di decidere da me, perché lui non poteva farci più sostanzialmente più nulla, perchè i processi van per le lunghe, perchè son costosi, perchè la Giustizia in Italia...
E allora che si fa?