Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Un mio parente stretto ha acquistato casa con regolari documenti in copia autenticata del suo comune di residenza.
Quando ha effettuato i lavori di ristrutturazione, ha fatto un accesso agli atti e in modo assolutamente casuale ha trovato una pratica vecchia di anni che di fatto rendeva impossibile la concessione edilizia in sanatoria. Invece la concessione c è , conforme esattamente a quella che ricevette a suo tempo per valutare la casa con la banca ed il notaio ma questa concessione afferma che il pubblico ufficiale ha visionato la pratica in questione (preliminare e necessaria x la richiesta in sanatoria), e ha anche dichiarato che dava il via libera alla sanatoria esprimendo parere favorevole( falso!!). Cosa assolutamente falsa. La sovrintendenza per i beni paesaggistici infatti aveva intimato al venditore di demolire gran parte della casa bocciando di fatto il progetto. Non solo il venditore non ha demolito nulla ma x giunta dopo tre anni da tale bocciatura che costituiva la condizione di base di partenza x la successiva richiesta di sanatoria, ha richiesto la concessione, che porta il numero di protocollo del diniego ma che lo dichiara falsamente favorevole e positivo. Insomma il documento attesta il falso. Ora, questo mio parente rischia che arrivino le ruspe x abbattere mezza casa con tutti i danni che ne conseguono oltre ovviamente ad avere la revoca immediata della concessione edilizia abitabilità ecc. Insomma cade il castello di carta su cui si basano tutti i permessi di questa casa. È andato da un avvocato ed è entro i termini di legge x impugnare l' atto e farlo dichiarare nullo. Non credo si parli di annullamento ma proprio di nullità. Cosa comporta tutto questo riguardo i rapporti con la banca e il mutuo ipotecario. Sono stati fregati tutti. Notaio, banca acquirente. Così come decade l atto decade anche il mutuo? Di fatto la banca ha stimato come di gran valore un bene che in realtà non era neanche commerciabile. Indubbiamente il venditore verrà condannato x falso e truffa ma chi paga la banca? La casa non è una nuova costrizione. Venne costruita negli anni 70 da colui che ne richiese il risanamento usando questi rimedi truffaldini.
Il mutuo verrà revocato, a sentenza definitiva o nel momento in cui si inviino alla banca documenti necessari affinchè comprenda oggettivamente che non ha più una garanzia sul bene.
Suppongo, spero, che la banca sia assicurata e possa rientrare dei propri soldi, altrimenti nei rapporti con la banca risponde chi ha acceso il mutuo, che verrebbe intimato di restituire tutta la cifra in un'unica soluzione, potendosi rivalere sul truffatore.
Solo la banca, infine, potrebbe rivalersi sul perito, perchè è la banca ad averlo nominato, quindi il tuo parente potrà rivalersi solo sul truffatore.
Io chiederei bene in banca cosa fanno in casi del genere, le coperture assicurative o fondi che possono intervenire.
Il tuo parente non sarà comunque esente da spese, soprattutto all'inizio.
 

Milena8

Membro Junior
Privato Cittadino
La banca ha però la busta paga sicura del mio parente. Finché c' è questa qualcuno mi ha detto il valore del bene passa in secondo piano. E il mio parente è dipendente statale quindi...la banca sa che pagherà fino alla fine.
 

ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Io direi di fargli buttare giù la casa, denunciare il Comune che gli ha rilasciato la Concessione in Sanatoria, denuncerei il Perito che guardando l'immobile legittimamente Sanato con Concessione in mano e catastalmente conforme ha dato esito positivo alla Perizia..... oltre all'immediata fucilazione del venditore truffaldino.

Ma per piacere ....

Approfondisci e chiedi lumi in Comune

Vi ricordo inoltre che qualora fosse esistito un ordine di demolizione o ripristino non rispettato il bene viene acquisito al patrimonio Comunale, situazione riscontrabile anche in conservatoria.

Vai in Comune con la concessione in sanatoria ed atto d'acquisto in mano e chiedi a loro.
Non fasciarti la testa prima di essertela rotta.
 

Milena8

Membro Junior
Privato Cittadino
Ordine di demolizione da parte dell' ente da eseguirsi entro 90 giorni dal ricevimento della comunicazione. Se lo svesse fatto secondo le correzioni progettuali comunicate dall' ente avrebbe avuto nulla osta x richiedere la sanatoria. In caso contrario non poteva chiedere nulla in quanto a monte aveva avuto in parere negativo. Ovviamente il vecchio proprietario non ha fatto nessuna denolizione e non essendoci stati controlli dopo i 90 giorni, ha atteso 3 o 4 anni e quando le acque si sono calmate, ha fatto emettere la concessione.
Acquistando la casa, il proprietario ha controllato la corrispondenza del progetto, delle piante interne e depositate, la corrispondenza del progetto, ipoteche eventuali, visure catastali e planimetrie catastali oltre che agibilità e concessione edilizia. In pratica tutto era corretto. Salvo poi dopo un anno e mezzo frugare personalmente nella cartella al comune x motivi totalmente diversi e trovare la comunicazione da parte dell' ente conservata negli atti.

In questi casi il comune non ne corrisponde del danno. Semplicemente il dipendente infedele per falso in atto pubblico (tra l' altro reato ormai trascritto), e il proprietario per truffa e falso in atto pubblico.
Insomma... SEr uno non deve fidarsi più di un documento pubblici di chi?!

Inoltre, per complicare la cosa se in comune dovessero saperlo revocherebbero la concessione dunque chi ci dovrebbe abitare non potrebbe più farlo anche perché attualmente l immobile non è stato ristrutturato come necessitava. Il non poter prendere la residenza a causa della revoca abitabilità comporterebbe la perdita agevolazioni prima casa.
Ma è un ingarbugliamento assurdo!
 

irma

Membro Attivo
Privato Cittadino
Io esporrei i dubbi al Notaio che ha redatto il rogito.

Sul rogito è indicato che si tratta di un immobile sottoposto a vincolo delle belle arti? mi viene il dubbio perchè una volta le banche non facevano mutui su beni vincolati visto che lo Stato deve essere avvertito della vendita e ha un diritto di prelazione sull' acquisto da esercitare entro i 60 giorni successivi alla notifica, della compravendita.
Se l'immobile fosse stato dichiarato non di interesse culturale non avrebbe più vincoli e nessuno potrebbe contestare la concessione in sanatoria.
 

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