emme

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Agente Immobiliare
Buongiorno a tutti i colleghi e agli esperti.
Spero come sempre nei vostri consigli professionali.
Vengo al punto: Per motivi tecnici e ritardi burocratici (e parziale pigrizia del professionista incaricato) sono costretto a comunicare agli attori di una compravendita la necessità di posticipare di almeno 2/3 mesi la data del rogito notarile.
Il problema si pone perchè l'acquirente deve lasciare la sua attuale abitazione entro i termini indicati in proposta per cui non sa dove andare durante i 2/3 mesi di ritardo del rogito.
Premetto che non è stato sottoscritto alcun preliminare ma soltanto una regolare proposta con accettazione.
Premetto anche che le parti si conoscono e fra loro corre buon sangue:)
L'appartamento promesso in vendita è restaurato arredato e vuoto da persone.
A questo punto il mio dilemma: Ho proposto al venditore di concedere il possesso dell'immobile all'acquirente sottoscrivendo un comodato gratuito fino alla data del rogito. Il venditore è totalmente d'accordo. Il venditore consentirebbe anche all'acquirente di intestarsi le bollette. Prima di comunicarlo all'acquirente però vorrei avere un vostro parere su questa soluzione e/o se potremmo incontrare inconvenienti o problematiche burotcratiche.
Grazie
Emme
 
Anche se non mi piace ogni tanto tocca fare la consegna anticipata. Se le parti sono d'accordo e se l'appartamento è in buone condizioni non vedo particolari problemi... finché non si verificano particolari problemi...
Il rischio è sempre che la doccia perde, la finestra scricchiola, il parquet è troppo parquet, ecc ecc.
A parte questo, contratto di comodato registrato, 200 euro e passa la paura.
 
Buongiorno a tutti i colleghi e agli esperti.
Spero come sempre nei vostri consigli professionali.
Vengo al punto: Per motivi tecnici e ritardi burocratici (e parziale pigrizia del professionista incaricato) sono costretto a comunicare agli attori di una compravendita la necessità di posticipare di almeno 2/3 mesi la data del rogito notarile.
Il problema si pone perchè l'acquirente deve lasciare la sua attuale abitazione entro i termini indicati in proposta per cui non sa dove andare durante i 2/3 mesi di ritardo del rogito.
Premetto che non è stato sottoscritto alcun preliminare ma soltanto una regolare proposta con accettazione.
Premetto anche che le parti si conoscono e fra loro corre buon sangue:)
L'appartamento promesso in vendita è restaurato arredato e vuoto da persone.
A questo punto il mio dilemma: Ho proposto al venditore di concedere il possesso dell'immobile all'acquirente sottoscrivendo un comodato gratuito fino alla data del rogito. Il venditore è totalmente d'accordo. Il venditore consentirebbe anche all'acquirente di intestarsi le bollette. Prima di comunicarlo all'acquirente però vorrei avere un vostro parere su questa soluzione e/o se potremmo incontrare inconvenienti o problematiche burotcratiche.
Grazie
Emme
Possibile è possibile. E nemmeno io vedo problatiche di tipo burocratico. Bene anche che 'corra buon sangue fra le parti'. Se mi permetti però il rischio è alto. Se l'acquisto salta e l'acquirente rimane in casa? Se saltano fuori cose che all'acquirente non piacciono (come già suggerito)?
Mi pare di capire che il ritardo sia dovuto alla mancanza di documentazione che doveva essere prodotta dal venditore. Si può dire che l'inadempienza sia quindi del venditore. Sarebbe decisamente più sicuro (anche se mi rendo conto meno gradevole per il portafoglio....almeno per ora) che l'acquirente optasse per un affitto breve in un altro immobile (o un albergo...ma con certi costi) e che le spese di tale affitto fossero sostenute dal venditore, il quale è inadempiente. Anche se il preliminare di compravendita non è stato sottoscritto, c'è comunque una proposta con relativa accettazione (che equivale ad un preliminare) e, immagino, una caparra versata. Non credo che il venditore sia entusiasta di rinunciare alla vendita o di dover raddoppiare la caparra. Forse opterebbe per i male minore e pagargli l'alloggio per questi mesi fino al rogito.

Comunque..in bocca al lupo
 
Possibile è possibile. E nemmeno io vedo problatiche di tipo burocratico. Bene anche che 'corra buon sangue fra le parti'. Se mi permetti però il rischio è alto. Se l'acquisto salta e l'acquirente rimane in casa? Se saltano fuori cose che all'acquirente non piacciono (come già suggerito)?
Mi pare di capire che il ritardo sia dovuto alla mancanza di documentazione che doveva essere prodotta dal venditore. Si può dire che l'inadempienza sia quindi del venditore. Sarebbe decisamente più sicuro (anche se mi rendo conto meno gradevole per il portafoglio....almeno per ora) che l'acquirente optasse per un affitto breve in un altro immobile (o un albergo...ma con certi costi) e che le spese di tale affitto fossero sostenute dal venditore, il quale è inadempiente. Anche se il preliminare di compravendita non è stato sottoscritto, c'è comunque una proposta con relativa accettazione (che equivale ad un preliminare) e, immagino, una caparra versata. Non credo che il venditore sia entusiasta di rinunciare alla vendita o di dover raddoppiare la caparra. Forse opterebbe per i male minore e pagargli l'alloggio per questi mesi fino al rogito.

Comunque..in bocca al lupo
Grazie per la risposta. Alla firma della proposta l'acquirente è stato avvisato dello stato urbanistico catastale dell'immobile e della situazione da regolarizzare. Purtroppo i tempi si allungheranno perché sono stati richiesti dei documenti integrativi che il tecnico del venditore sta già producendo agli uffici preposti. È stato il tecnico stesso a comunicarci il rischio di un allungamento dei tempi a causa di queste integrazioni. Lui comunque è sicuro di ottenere l'autorizzazione che ha richiesto anche se non nei tempi inizialmente previsti. Detto questo, le parti si conoscono e di comune accordo hanno scelto di non dare/ricevere alcuna caparra. È stato versato dall'acquirente un assegno semplicemente a titolo di deposito fiduciario da restituirsi in caso di mancata vendita. Per non perdere capra e cavoli speravo di "accontentare tutti" permettendo all'acquiente l'uso anticipato dell'immobile e al venditore la sicurezza della vendita.
 
Buongiorno a tutti i colleghi e agli esperti.
Spero come sempre nei vostri consigli professionali.
Vengo al punto: Per motivi tecnici e ritardi burocratici (e parziale pigrizia del professionista incaricato) sono costretto a comunicare agli attori di una compravendita la necessità di posticipare di almeno 2/3 mesi la data del rogito notarile.
Il problema si pone perchè l'acquirente deve lasciare la sua attuale abitazione entro i termini indicati in proposta per cui non sa dove andare durante i 2/3 mesi di ritardo del rogito.
Premetto che non è stato sottoscritto alcun preliminare ma soltanto una regolare proposta con accettazione.
Premetto anche che le parti si conoscono e fra loro corre buon sangue:)
L'appartamento promesso in vendita è restaurato arredato e vuoto da persone.
A questo punto il mio dilemma: Ho proposto al venditore di concedere il possesso dell'immobile all'acquirente sottoscrivendo un comodato gratuito fino alla data del rogito. Il venditore è totalmente d'accordo. Il venditore consentirebbe anche all'acquirente di intestarsi le bollette. Prima di comunicarlo all'acquirente però vorrei avere un vostro parere su questa soluzione e/o se potremmo incontrare inconvenienti o problematiche burotcratiche.
Grazie
Emme
Se la pratica tecnica non ha alcun problema, è solo più lunga, non esiste alcuna possibilità che si "pianti" direi che hai risolto già così
 

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