Buongiorno,
scrivo per capire se qualcuno tra voi ha esperienza con un caso analogo in quanto è da un anno che va avanti questa situazione.
Cerco di sintetizzare anche se non è facile:
- immobile di proprietà del nonno paterno, al suo decesso mio padre (unico figlio in vita, nessun altro parente prossimo) non accetta nè rinuncia legalmente, nè fa successione - mantiene la residenza nella casa anche se non vi abita.
- viene a mancare mio padre, io e mio fratello (unici eredi in vita) rinunciamo all'eredità con atto notarile (debiti per finanziamenti di mio padre + problemi edilizi pendenti su un terreno annesso alla casa)
- un paio di anni dopo mi trovo in necessità di trovare una casa dove stare, decido di andare nell'appartamento che è vuoto da quando mio padre è mancato (precedentemente vi abitava residente mio fratello - poi trasferito di residenza), richiedo la residenza al comune con presentazione di vari documenti richiesti, faccio richiesta di apertura Tari per poter smaltire regolarmente i rifiuti
- per aprire la posizione mi richiedono anche un supplettivo per 'messa a disposizione' per l'anno e mezzo precedente in cui la casa è rimasta chiusa,utenze staccate,disabitata - pago perchè non ho altra scelta e di certo non ho voglia di mettermi a discutere.
Chiedo preventivamente come avrei dovuto fare un domani per la chiusura della posizione, quando me ne fossi andata, l'impiegata mi dice che non sarebbe bastato disattivare le utenze e comunicare la variazione di residenza ma sarebbe stato necessario sgomberare completamente la casa (tutto: mobili, sanitari, lampadari... nemmeno scopa e paletta devono esserci, mi disse) e sarebbe dovuto uscire il vigile a dichiarare lo stato di non abitabilità.
- nel frattempo viene prounciata una sentenza Cass. n. 37927/2022 che mi 'salva' in quanto conferma che, nonostante io sia entrata ad abitare in quella casa, la mia rinuncia legale resta irrevocabile ed impedisce che io diventi soggetto passivo per effetto di questa azione (mi ero rivolta ad un legale in quanto ero stata contattata dall'ufficio edilizia per una intimazione di sgombero terreno da fabbricato abusivo - ex pollaio anni 50 del nonno)
- arriva il momento in cui riesco a spostarmi dalla casa, cesso le utenze, sposto la residenza, tutto confermato da Luglio 2024, a Gennaio 2025 invio mail all'uff. Tributi richiedendo cessazione posizione Tari allegando le ricevute dei pagamenti (fino a tutto l'anno 2024 compreso) + rinuncia + cit. cassazione dell'avvocato che mi dice che non avrei avuto nemmeno titolo per sgomberare l'immobile non essendo proprietaria dei beni ed il comune non poteva pretenderlo.
- non ricevo nessun riscontro fino a giugno 2025 quando mi chiama un impiegato dell'ufficio Tributi (avevano cambiato resposabile nel frattempo) e mi chiede 'chi la le chiavi'. Qui parte il delirio perchè non avendo nulla da nascondere e non essendoci nessun altro a cui poterle dare, dico che le ho io le chiavi, chi dovrebbe averle?
Gli dico che se le vogliono loro è sufficiente che mi inviino una richiesta e sarò ben contenta di dargliele, con quella casa purtroppo non possiamo farci nulla.
- a Luglio 2025 mi inviano una mail dicendo che visto che per mia stessa ammissione sono in possesso delle chiavi, citando il comma 641/2013 ("Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani".) richiedendomi 'in ottica collaborativa' di compilare un modulo da rinviare firmato e con documento d'identità, dichiarando 'l'iscrizione dei locali come immobili messi a disposizione' - ovviamente mi sono rivolta nuovamente al legale.
- nulla di fatto con l'avvocato, continuano ad insistere sul 'hai le chiavi, quindi 'possiedi/disponi' dell'immobile, quindi devi pagare la TARI per messa a disposizione - nel frattempo ad Agosto 2025 mi inviano via mail/app IO l'avviso di pagamento per la TARI 2025 che ovviamente non sto pagando al momento
- invio istanza di autotutela dando disponibilità alla consegna chiavi su loro richiesta e Ri-citando la Cass. n. 37927/2022 ma niente, me la respingono a male parole in quanto 'Inammissibile ed Infondata', dicendomi che se avessi reiterato la stessa richiesta non mi avrebbero nemmeno più risposto e che se non mi andava bene mi sarei potuta rivolgere alla Corte di Giustizia Tributaria per fare ricorso.
L'avvocato (che in realtà aveva inviato soltanto un paio di mail in 4 mesi, mollando subito il colpo e dicendomi 'non ti conviene pagarla sta TARI visto quello che ti costerebbe contestarla?') mi dice a sto punto che la contestazione in corte di giustizia tributaria non conviene farla perchè verrebbe con tutta probabilità rigettata (sempre perchè io posseggo le chiavi), che 'visto che hai dichiarato che hai le chiavi' (cosa che fin da subito ho limpidamente ammesso non avendo nulla da nascondere nè avendo infranto alcuna legge) la TARI 2025 è dovuta. E che l'unica soluzione è che io apra una istanza di nomina del curatore dell'eredità giacente per poter finalmente avere un soggetto al quale consegnare le chiavi e tutelarmi da ulteriori richieste del Comune.
Sto attendendo un contatto con riferimento di un avvocato tributarista ed una risposta da Confconsumatori per una ulteriore consulenza ma vorrei capire se qualcuno ha avuto esperienze analoghe relativamente al mero possesso delle chiavi di un appartamento per il quale non si è nè proprietari, nè residenti.
Io sono l'ultimo soggetto fiscale e con tutta probabilità non hanno aggiornato l'anagrafica, a mio parere ci stanno provando, il problema è che non mi stanno chiedendo 'soltanto il 2025', la questione non sarebbe esistita, avrei pagato (anche se non dovuta) e buonanotte al secchio... Questa la ritengo una persecuzione ormai e dovrò spendere non so quanti soldi di avvocato per sperare di chiuderla in non so quanto tempo... e l'avviso se non pagato andrà in sollecito, e poi in cartella.
Se sei arrivato a leggere fin qui, grazie intanto. Attendo pareri/consigli se ne avete.
Buona giornata.
scrivo per capire se qualcuno tra voi ha esperienza con un caso analogo in quanto è da un anno che va avanti questa situazione.
Cerco di sintetizzare anche se non è facile:
- immobile di proprietà del nonno paterno, al suo decesso mio padre (unico figlio in vita, nessun altro parente prossimo) non accetta nè rinuncia legalmente, nè fa successione - mantiene la residenza nella casa anche se non vi abita.
- viene a mancare mio padre, io e mio fratello (unici eredi in vita) rinunciamo all'eredità con atto notarile (debiti per finanziamenti di mio padre + problemi edilizi pendenti su un terreno annesso alla casa)
- un paio di anni dopo mi trovo in necessità di trovare una casa dove stare, decido di andare nell'appartamento che è vuoto da quando mio padre è mancato (precedentemente vi abitava residente mio fratello - poi trasferito di residenza), richiedo la residenza al comune con presentazione di vari documenti richiesti, faccio richiesta di apertura Tari per poter smaltire regolarmente i rifiuti
- per aprire la posizione mi richiedono anche un supplettivo per 'messa a disposizione' per l'anno e mezzo precedente in cui la casa è rimasta chiusa,utenze staccate,disabitata - pago perchè non ho altra scelta e di certo non ho voglia di mettermi a discutere.
Chiedo preventivamente come avrei dovuto fare un domani per la chiusura della posizione, quando me ne fossi andata, l'impiegata mi dice che non sarebbe bastato disattivare le utenze e comunicare la variazione di residenza ma sarebbe stato necessario sgomberare completamente la casa (tutto: mobili, sanitari, lampadari... nemmeno scopa e paletta devono esserci, mi disse) e sarebbe dovuto uscire il vigile a dichiarare lo stato di non abitabilità.
- nel frattempo viene prounciata una sentenza Cass. n. 37927/2022 che mi 'salva' in quanto conferma che, nonostante io sia entrata ad abitare in quella casa, la mia rinuncia legale resta irrevocabile ed impedisce che io diventi soggetto passivo per effetto di questa azione (mi ero rivolta ad un legale in quanto ero stata contattata dall'ufficio edilizia per una intimazione di sgombero terreno da fabbricato abusivo - ex pollaio anni 50 del nonno)
- arriva il momento in cui riesco a spostarmi dalla casa, cesso le utenze, sposto la residenza, tutto confermato da Luglio 2024, a Gennaio 2025 invio mail all'uff. Tributi richiedendo cessazione posizione Tari allegando le ricevute dei pagamenti (fino a tutto l'anno 2024 compreso) + rinuncia + cit. cassazione dell'avvocato che mi dice che non avrei avuto nemmeno titolo per sgomberare l'immobile non essendo proprietaria dei beni ed il comune non poteva pretenderlo.
- non ricevo nessun riscontro fino a giugno 2025 quando mi chiama un impiegato dell'ufficio Tributi (avevano cambiato resposabile nel frattempo) e mi chiede 'chi la le chiavi'. Qui parte il delirio perchè non avendo nulla da nascondere e non essendoci nessun altro a cui poterle dare, dico che le ho io le chiavi, chi dovrebbe averle?
Gli dico che se le vogliono loro è sufficiente che mi inviino una richiesta e sarò ben contenta di dargliele, con quella casa purtroppo non possiamo farci nulla.
- a Luglio 2025 mi inviano una mail dicendo che visto che per mia stessa ammissione sono in possesso delle chiavi, citando il comma 641/2013 ("Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani".) richiedendomi 'in ottica collaborativa' di compilare un modulo da rinviare firmato e con documento d'identità, dichiarando 'l'iscrizione dei locali come immobili messi a disposizione' - ovviamente mi sono rivolta nuovamente al legale.
- nulla di fatto con l'avvocato, continuano ad insistere sul 'hai le chiavi, quindi 'possiedi/disponi' dell'immobile, quindi devi pagare la TARI per messa a disposizione - nel frattempo ad Agosto 2025 mi inviano via mail/app IO l'avviso di pagamento per la TARI 2025 che ovviamente non sto pagando al momento
- invio istanza di autotutela dando disponibilità alla consegna chiavi su loro richiesta e Ri-citando la Cass. n. 37927/2022 ma niente, me la respingono a male parole in quanto 'Inammissibile ed Infondata', dicendomi che se avessi reiterato la stessa richiesta non mi avrebbero nemmeno più risposto e che se non mi andava bene mi sarei potuta rivolgere alla Corte di Giustizia Tributaria per fare ricorso.
L'avvocato (che in realtà aveva inviato soltanto un paio di mail in 4 mesi, mollando subito il colpo e dicendomi 'non ti conviene pagarla sta TARI visto quello che ti costerebbe contestarla?') mi dice a sto punto che la contestazione in corte di giustizia tributaria non conviene farla perchè verrebbe con tutta probabilità rigettata (sempre perchè io posseggo le chiavi), che 'visto che hai dichiarato che hai le chiavi' (cosa che fin da subito ho limpidamente ammesso non avendo nulla da nascondere nè avendo infranto alcuna legge) la TARI 2025 è dovuta. E che l'unica soluzione è che io apra una istanza di nomina del curatore dell'eredità giacente per poter finalmente avere un soggetto al quale consegnare le chiavi e tutelarmi da ulteriori richieste del Comune.
Sto attendendo un contatto con riferimento di un avvocato tributarista ed una risposta da Confconsumatori per una ulteriore consulenza ma vorrei capire se qualcuno ha avuto esperienze analoghe relativamente al mero possesso delle chiavi di un appartamento per il quale non si è nè proprietari, nè residenti.
Io sono l'ultimo soggetto fiscale e con tutta probabilità non hanno aggiornato l'anagrafica, a mio parere ci stanno provando, il problema è che non mi stanno chiedendo 'soltanto il 2025', la questione non sarebbe esistita, avrei pagato (anche se non dovuta) e buonanotte al secchio... Questa la ritengo una persecuzione ormai e dovrò spendere non so quanti soldi di avvocato per sperare di chiuderla in non so quanto tempo... e l'avviso se non pagato andrà in sollecito, e poi in cartella.
Se sei arrivato a leggere fin qui, grazie intanto. Attendo pareri/consigli se ne avete.
Buona giornata.