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Spagna: troppo invenduto sul residenziale, partono demolizioni. Una soluzione anche per l'ltalia?

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di Cristina Giua


30/10/2013

Torna in primo piano lo spettro dei volumi di immobili – nuovi, di recente costruzione o usati - parcheggiati sul mercato abitativo spagnolo e in attesa di un acquirente.

Il parco di invenduto è stimato fra le 675mila e le 815mila unità, a cui va aggiunto circa mezzo milione di nuove case in costruzione, secondo i dati registrati nell'ultimo rapporto da Catalunya Caixa e del ministero delle Infrastrutture.

Uno stock che - nonostante un certo ritorno d'interesse da parte di investitori stranieri, focalizzato soprattutto sulle seconde case da vacanza - il mercato sembra non essere in grado di assorbire.

Nel primo semestre dell'anno, secondo i dati ministeriali, sono stati venduti poco più di 20.700 abitazione (cifra molto più bassa rispetto all'epoca del boom edilizio, quando in un semestre venivano edificate circa 300mila case).

Ed è qui che entra in scena la Sareb, la bad bank nata nel dicembre del 2012 come società di gestione di attivi provenienti dalle ristrutturazioni bancarie, che ha già destinato 103 milioni di euro alle demolizioni - in tempi non brevissimi - degli edifici ancora in corso d'opera (sarebbero dunque esclusi gli edifici completati), secondo quanto stanziato nel plan business annunciato nel marzo scorso.

Ma l'eccesso d'offerta non è un probelma solo per il mercato iberico: anche il quadro italiano soffre degli stessi sintomi e in qualche modo dovrà trovare la cura, anche se negli anni del boom immobiliare – dal 2003 al 2007 circa – non si sono visti gli eccessi spagnoli sul fronte dei grossi progetti residenziali.

A conti fatti le compravendite a fine di quest'anno supereranno sul nostro mercato di poco le 400mila unità abitative vendute: mai così basse dagli anni 90 e quasi dimezzate rispetto ai picchi 2005 e 2006.

Tutto il resto dell'offerta giace invenduta – da mesi, a volte da anni - in attesa di un compratore, che non ha accesso al credito e non ha da parte una base di liquidità da investire.

E non si tratta solo ed esclusivamente di una domanda abitativa che non vuole vecchie case in zone degradate, o mal servite, delle città italiane.

Spesso si tratta di edifici di recente - se non di recentissima - costruzione, talvolta già obsoleti perché costruiti senza standard energetici adeguati, talvolta con una accettabile “classe B” e un giusto rapporto qualità prezzo, dove il costruttore ha già limato all'osso i prezzi di listino, restando però a bocca asciutta.
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
l'Italia ha un patrimonio edilizio datato che, come tutte le cose, ha un'usura, un'obsolescenza, necessita di manutenzione ... non è una novità
molti immobili erano al limite dell'abilità già prima della crisi ma questa tipologia immobiliare ha avuto un ottimo mercato in funzione di un determinato tipo di clientela che ora è senza lavoro e ... via con le sofferenze, le aste
il ricambio è quindi inevitabile ...
ora fa notizia perchè abbinato alla crisi ma si tratta di immobili che dovevano essere dmolit da tempo

quello che a me stupisce è la miopia nella gestione del patrimonio
quanti esempi di pseudo sostegno all'edilizia sono stati creati senza considerare questa particolarità dell'immobile sostenendo più il servizio che la corretta manutenzione del patrimonio?
ci sono edifici che non verranno demoliti perchè sostengono i pannelli solari :shock:

affiancare il degrado immobiliare e l'inevitabile manutenzione o demolizione (spesso più conveniente) alla crisi immobiliare è strumentale ad alimentare il clima di paura e tensione in un mercato che necessita di chiarezza, trasparenza, informazioni su tutti gli aspetti immobiliari, meno generalizzazioni e luoghi comuni, professionisti più preparati :stretta_di_mano:

ogni immobile, e cliente, è un caso a sè
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
Ma l'eccesso d'offerta non è un probelma solo per il mercato iberico: anche il quadro italiano soffre degli stessi sintomi e in qualche modo dovrà trovare la cura, anche se negli anni del boom immobiliare – dal 2003 al 2007 circa –non si sono visti gli eccessi spagnoli sul fronte dei grossi progetti residenziali.
la demolizione non è conseguenza dell'eccesso di offerta ma della deperibilità dell'immobile
il boom ha solo spostato in avanti il problema, in molti ci hanno guadagnato, ma in molti casi la demolizione è da tempo che andava fatta: siamo in ritardo
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
la demolizione non è conseguenza dell'eccesso di offerta ma della deperibilità dell'immobile
il boom ha solo spostato in avanti il problema, in molti ci hanno guadagnato, ma in molti casi la demolizione è da tempo che andava fatta: siamo in ritardo

L'articolo recita:
" la Sareb, la bad bank [...] ha già destinato 103 milioni di euro alle demolizioni - in tempi non brevissimi - degli edifici ancora in corso d'opera (sarebbero dunque esclusi gli edifici completati), "

Si parla di NUOVO non completato. ;)
 

Ale.

Membro Senior
Professionista
Provate a guardarvi intorno e fate una lista di ciò che meriterebbe di essere demolito.......ne viene una lista da qui al new zealand........

bisogna passare alla casa in legno......più ecosostenibile, non genera rifiuti ............tanto il mito della casa in pietra che dura in eterno credo sia ormai defunto....[DOUBLEPOST=1383141031,1383140934][/DOUBLEPOST]
Si parla di NUOVO non completato.
dovevano buttare giù il vecchio offrendo in cambio il nuovo ad un prezzo stracciato......
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
...
dovevano buttare giù il vecchio offrendo in cambio il nuovo ad un prezzo stracciato......

E ce li vedi i proprietari del vecchio a fare la permuta e tirare fuori altri soldi? Magari a rinunciare ad un appartamento vecchio in centro o semicentro per acquistarne uno nuovo fuori? In Spagna credo non attecchirebbe.
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
ho letto anche quanto riportato prima
Torna in primo piano lo spettro dei volumi di immobili – nuovi, di recente costruzione o usati - parcheggiati sul mercato abitativo spagnolo e in attesa di un acquirente.
Il parco di invenduto è stimato fra le 675mila e le 815mila unità, a cui va aggiunto circa mezzo milione di nuove case in costruzione, secondo i dati registrati nell'ultimo rapporto da Catalunya Caixa e del ministero delle Infrastrutture.
Uno stock che - nonostante un certo ritorno d'interesse da parte di investitori stranieri, focalizzato soprattutto sulle seconde case da vacanza - il mercato sembra non essere in grado di assorbire.
Nel primo semestre dell'anno, secondo i dati ministeriali, sono stati venduti poco più di 20.700 abitazione (cifra molto più bassa rispetto all'epoca del boom edilizio, quando in un semestre venivano edificate circa 300mila case).

questi sono dati generali,
su una parte di questi immobili la Sareb ha effettuato un'operazione sugli immobili in corso d'opera ... ma quanto rappresentano sul totale?

il titolo del post è questo

Spagna: troppo invenduto sul residenziale, partono demolizioni. Una soluzione anche per l'ltalia?


Qui si parla di immobili in corso d'opera?
A conti fatti le compravendite a fine di quest'anno supereranno sul nostro mercato di poco le 400mila unità abitative vendute: mai così basse dagli anni 90 e quasi dimezzate rispetto ai picchi 2005 e 2006.

e qui?

E non si tratta solo ed esclusivamente di una domanda abitativa che non vuole vecchie case in zone degradate, o mal servite, delle città italiane.

e qui?

Spesso si tratta di edifici di recente - se non di recentissima - costruzione, talvolta già obsoleti perché costruiti senza standard energetici adeguati, talvolta con una accettabile “classe B” e un giusto rapporto qualità prezzo, dove il costruttore ha già limato all'osso i prezzi di listino, restando però a bocca asciutta.

...
in tutto questo marasma c'è chi è intervenuto su una parte del "problema"

la Sareb, la bad bank nata nel dicembre del 2012 come società di gestione di attivi provenienti dalle ristrutturazioni bancarie, che ha già destinato 103 milioni di euro alle demolizioni - in tempi non brevissimi - degli edifici ancora in corso d'opera (sarebbero dunque esclusi gli edifici completati),
[DOUBLEPOST=1383141630,1383141456][/DOUBLEPOST]
E ce li vedi i proprietari del vecchio a fare la permuta e tirare fuori altri soldi? Magari a rinunciare ad un appartamento vecchio in centro o semicentro per acquistarne uno nuovo fuori? In Spagna credo non attecchirebbe.
e allora se la cercano ... cosa c'è di strano?
non penserai mica di fare la permuta di un vecchio con un nuovo, stessa metratura e stessa zona ... senza tirar fuori soldi?[DOUBLEPOST=1383141746][/DOUBLEPOST]
bisogna passare alla casa in legno
io aspetterei ...
ai costi attuali (alla pari) preferisco ancora la casa in mattoni
ho visto certi lavori su case in legno ...
 

sylvestro

Membro Assiduo
Privato Cittadino
...
in tutto questo marasma c'è chi è intervenuto su una parte del "problema"

L'articolo ha descritto una situazione articolata sull'eccesso di invenduto sul nuovo ed informa che hanno pensato di alleggerire questa situazione abbattendo senza fretta almeno una parte degli immobili non terminati che nel frattempo in molti casi si sono rivelati obsoleti nonostante ancora da finire.

Vogliamo parlare anche dell'opportunità di demolire l'usato? E sia. :spunta:





[DOUBLEPOST=1383142085,1383141903][/DOUBLEPOST]
...
e allora se la cercano ... cosa c'è di strano?
non penserai mica di fare la permuta di un vecchio con un nuovo, stessa metratura e stessa zona ... senza tirar fuori soldi? ...


Appunto ;)

Un conto è ponderare questa eventualità sul nuovo in costruzione avendo come interlocutori costruttori e banche (chissà se ne hanno bisogno ... :innocente:), altro è invogliare una miriade di piccoli proprietari a reinvestire altrove tirando fuori soldi.
 

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