andrea b

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Interessante. Ho dei risparmi: posso mettermi fra quelli che daranno soldi in prestito a chi non può restituirmeli? C'è una trafila particolare o è a libero accesso? Mi sembra un'ottima soluzione per la crisi dell'immobiliare, ma se estesa anche ai prestiti e pagamenti a rate, potrebbe risolvere tutta la crisi mondiale...
 

skywalker

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Scusate ma non vedo una grande differenza concettuale con quanto fatto dalle banche negli ultimi vent'anni.
Dare soldi agli immobiliaristi "un certo tipo di immobiliaristi si intende, diciamo a quelli balzati agli onori delle cronache", ai grossi gruppi industriali quali ad esempio Parmalat e Cirio, agli amici e agli amici degli amici non era forse già dare soldi a chi non poteva permettersi di restituirli?
...con l'aggravante che questi signori avevano ed hanno tuttora un peso economico e politico tale da non correre nemmeno il rischio gli venga richiesto di farlo.
Ci sono gruppi industriali nel nostro paese con un'esposizione tale da dover essere comunque finanziati ancora, e ancora...perchè chiedere il rientro significa farli fallire e visti i capitali in gioco anche chi glieli ha prestati potrebbe non trovarsi in una situazione comoda.
Qualcuno si è mai preso la briga di verificare quali esposizioni gravano su primarie aziende italiane in relazione al patrimonio e quali quotazioni in relazione ai fondamentali?
E' da subito chiaro che fare questi discorsi non porta a nulla, ci si preoccupa sempre delle briciole date in pasto alla povera gente dimenticandosi che il pesce inizia a puzzare sempre dalla testa.
 

skywalker

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Il ruolo delle banche è da sempre quello di ricevere denaro e di farlo fruttare prestandolo. Oggi, come sa chiunque ci abbia provato a chiederglielo, le banche il denaro non lo prestano più. Senza credito non ci può essere sviluppo. Senza credito le imprese soccombono e licenziano. Senza credito è impossibile per chiunque non sia “ricco di suo” creare un’attività. E siccome chi oggi è ricco di suo tra il rischio di un investimento e il comodo porto dei Bot preferisce certamente la seconda attività, comprendiamo perché la disoccupazione sia raddoppiata in soli 4 anni. Le banche non sono l’unico problema, però sono uno snodo centrale e sono una metafora della crisi Italiana dovuta alla capacità della classe politica di occupare lo spazio che dovrebbe essere di quella civile. Non importa se non funziona, l’importante è mantenere la poltrona.
Il Fmi (non sarà il Vangelo, però i numeri li sanno leggere) ci dice che la causa di ciò è la sottocapitalizzazione delle nostre banche. In parole povere vuol dire che se non hanno soldi non li possono prestare. Una banca che si trova in questa situazione ha una sola soluzione se vuole continuare a operare: chiedere ai suoi azionisti nuovi soldi. In Italia questo non è possibile. Non lo è perché, per quanto formalmente “privati”, tutti i maggiori istituti italiani sono propaggini del sistema politico. Quando 20 anni orsono il Tesoro decise di vendere la maggioranza delle azioni, per mantenere il controllo i politici italiani inventarono il trucco delle fondazioni bancarie, che mantennero la quota di controllo (sufficiente a nominare i manager). Fu una finta privatizzazione, perché a decidere chi comandava restava sempre la politica. E’ questo il motivo per cui le banche sono rimaste senza soldi; perché li hanno prestati non a chi li meritava, ma a chi il politico di riferimento ordinava.
L’unica soluzione sarebbe, appunto, di chiedere ai soci di tirare fuori il grano. Ma se ciò avvenisse, le fondazioni perderebbero il controllo degli istituti perché non avrebbero il denaro sufficiente per coprire la loro parte, e la perdita del controllo significherebbe che i partiti non potrebbero più nominare i manager e questo il sistema non lo potrebbe accettare. Quindi preferiscono tirare a campare continuando a evitare di dirci che i soldi che hanno prestato non esistono più perché li hanno prestati agli amici degli amici, che se li sono pappati. Se si facesse pulizia nei conti, la quasi totalità delle nostre banche sarebbe fallita. Allora si preferisce prendere i soldi dei cittadini e “prestarli” a loro; ma un prestito è un prestito quando esiste la possibilità che venga rimborsato, altrimenti si chiama regalo. I cosiddetti “Monti bond” che hanno salvato l’Mps appartengono a questa categoria. Non è questione di essere di destra o di sinistra per rendersi conto che ciò è assurdo.
Esistono solo due soluzioni possibili a questa situazione. Se è il mercato a decidere, allora i soldi li devono tirare fuori i privati, guadagnandoci se son bravi e perdendoci se cattivi. Se invece siamo noi (lo Stato) a metterci il grano, è giusto che siamo noi a possederle, quindi una sorta di ri-nazionalizzazione del sistema. A prima vista la soluzione più ragionevole è un mix delle due precedenti; lasciare ai privati quello che i privati possono salvare e fare intervenire lo Stato laddove ciò non è possibile. Per parare l’obiezione che già sento arrivare (ai privati il salvabile, al pubblico le carrette) ricordo che lo Stato è già garante di tutto il sistema bancario e che, in caso di fallimento, dovrebbe comunque intervenire a coprire il buco. All’obiezione di chi invece dice che riportare al Tesoro la proprietà non significa certo eliminare l’influenza della casta, rispondo che è vero ma almeno esiste la speranza che a nominarne i vertici non sia il solito capobanda locale.
 

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