primis1

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
salve, vorrei avere un vostro parere in merito.
Siamo quattro fratelli e dobbiamo dividerci il patrimonio immobiliare di n/s madre deceduta nel 2001. ci siamo recati da un notaio con le quota già predisposte e con tutti gli altri documenti occorrenti. Il notaio ci ha fatto sapere che alcune unità immobiliari presentano delle anomalie catastali e che quindi non possono essere oggetto di divisione se non vengono sistemate attraverso i relativi titoli abilitativi comunali. Faccio presente che allo stato attuale le piantine catastali corrispondono esattamente con l'effettiva consistenza reale degli immobili. Il problema, secondo il notaio, consisterebbe che nelle note della visura catastale di 2 cespiti risulta " costituzione per sopraelevazione del 11/11/1992 n....Unità afferente amp. cls pf 98. e questo sarebbe oggetto di ostacolo a rogitare l'atto di divisione. Ora io mi chiedo, noi eredi, che colpa ne abbiamo se all'epoca nostra madre ha commesso eventuali abusi edilizi? oppure è colpa del notaio che è troppo scrupoloso ?. E' forse il caso di provare a cambiare notaio per l'atto di divisione? Ringrazio anticipatamente
 

primis1

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Amp.,cls e pf sono le abbreviazioni di?in sostanza cosa é stato fatto all'epoca?
In sostanza si tratta della costruzione di una stanzetta di mq 9 in ampliamento di un esistente quartinetto di 2 vani e la cosa strana è che è stata accatastata in C/2 e non si capisce il perché mentre il quartino e A/3. l'altra anomalia consisterebbe nella costruzione di una pensilina aperta in ferro e plastica a copertura di 3 posti auto
 

angy2015

Membro Assiduo
mi pare strano che le piante catastali corrispondano con l'esistente e non con il Comune, dovete verificare quanto risulta in Comune e sistemare ciò che è possibile, eventualmente sostituire le piante catastali ove non sia possibile sistemare la situazione in Comune. L'accatastamento in C/2 non è un problema purchè sia il solo C/2 di pertinenza.
 

primis1

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
In sostanza si tratta della costruzione di una stanzetta di mq 9 in ampliamento di un esistente quartinetto di 2 vani e la cosa strana è che è stata accatastata in C/2 e non si capisce il perché mentre il quartino e A/3. l'altra anomalia consisterebbe nella costruzione di una pensilina aperta in ferro e plastica a copertura di 3 posti auto
Ora comincio a capire qualcosa: L'intero fabbricato è stato costruito ante 1967, e fin qui ci siamo, però negli anni a seguire sono avvenute delle modifiche a varie unità immobiliari quali "Sostituzione di riferimenti di mappa"; " Costituzione per sopraelevazione" ; "Diversa distribuzione degli spazi interni" tutte queste modifiche, all'epoca, furono regolarmente denunciate al catasto fabbricati, ma molto probabilmente senza i relativi titoli comunali abilitativi alla loro esecuzione, ed ecco perché il notaio, oggi, chiede questi titoli abilitativi senza i quali non si può , a suo dire, rogitare la divisione. Ora io mi chiedo come sia stato possibile all'epoca effettuare queste modifiche alle unità immobiliari, senza i relativi permessi comunali, ma soprattutto come l'UTE abbia potuto accettare le pratiche di dette modifiche senza pretendere, come fosse stato logico per legge, i corrispondenti titoli abilitativi? pena la non accettazione delle pratiche stesse ? O forse non è cosi?
Intanto se il comune non ci rilascia o non può più rilasciarci questi benedetti titoli abilitativi non ci resta che abbattere le opere di modifiche fin qui effettuate? Grazie
 

angy2015

Membro Assiduo
il comune ti rilascia copia dei titoli abilitativi se esistono, ribadisco che mi pare strano siano state fatte variazioni catastali senza avere fatto prima la pratica comunale. Dovete recarvi in Comune e fare la ricerca e solo se infruttifera dovrete preoccuparvi sul come sanare o demolire, è inutile continuare a ipotizzare scenari virtuali.
 

joshuatri

Membro Attivo
Professionista
Non sono un esperto di Catasto, ma oggi certo i riferimenti alle pratiche edilizie nel Docfa, vanno inserite, probabilmente ai tempi, non mi stupirei, tutto era possibile, per cui probabilmente è stato modificata la piantina catastale ma non è stata presentata alcuna richiesta di autorizzazione al Comune. Certo, si può fare una ricerca negli archivi comunali, per togliersi il dubbio, nella remota speranza che ci sia qualche atto autorizzativo. Dopo di ciò, si possono fare tutte le ipotesi del caso. In linea di principio, la situazione più seria sembra, comunque esser l'ampliamento.
 

SALVES

Membro Senior
Professionista
Ora io mi chiedo come sia stato possibile all'epoca effettuare queste modifiche alle unità immobiliari, senza i relativi permessi comunali, ma soprattutto come l'UTE abbia potuto accettare le pratiche di dette modifiche senza pretendere, come fosse stato logico per legge, i corrispondenti titoli abilitativi?
Ne l'U.T.E. dell'epoca ne l'attuale Agenzia delle entrate verifica l'esistenza dei titoli abilitativi comunali, occorre solo indicare la data di realizzazione dell'immobile ed eventuale quella di modifica, poi se il titolo c'è o no non gli importa.
 

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