fra_m

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
salve, nel 2011, con successione di beni a seguito del decesso di mio padre, ho ereditato, assieme a mia madre ed altri tre fratelli, quote di due abitazioni e di alcuni terreni. una casa è abitata da mia madre(diritto di abitazione della casa coniugale) mentre la seconda è abitata da un fratello con la sua famiglia dal 2006. poichè io sono proprietario di un'altra casa (abitazione principale) ne consegue che la casa abitata da mio fratello risulta per me seconda casa. preciso che con mio fratello non vi è mai stato alcun accordo scritto e che al momento non è intenzionato a voler procedere ad una divisione diversa dei beni ereditati. l'intenzione mio e degli altri eredi sarebbe quella di dividere i beni definitivamente in parti uguali, in modo che ognuno avrebbe il 100% di qualcosa. quello che ora mi preme sapere è:
- come evitare di pagare le tasse sulla casa abitata da mio fratello per la quale al momento mi viene negato ogni diritto?
- in un'eventuale divisione, quanto incide il fatto che mio fratello abbia goduto già da anni di diritti sulla casa?
- potrei richiedere un rimborso spese/affitto da mio fratello?
- potrebbe mio fratello far valere un eventuale diritto di usucapione dato che lo abita dal 2006? se si come posso evitare che accada?
grazie
 

Luna_

Membro Senior
Professionista
Fino a quando vi sarà comunione ereditaria ognuno paga pro quota.
Non incide in nulla. Se qualcun altro vorrebbe quell'immagine innanzi al giudice lui avrebbe la meglio.
Non puoi chiedere rimborso.lui è proprietario come te. Buon senso vorrebbe che fosse lui a pagare tutto.
Nessun usucapione. Però manda una lettera in cui intimate di pagare lui le spese in quanto abita lui. O che volete procedere a divisione. Ovviamente ciò non necessita di avvocato
 

Sim

Membro Senior
Agente Immobiliare
Nella mia esperienza lavorativa questo è il classico caso di liti familiari.
Per prima cosa convocherei una riunione familiare al fine di sistemare le reciproche quote di proprietà: cosa intelligente, ma non conveniente a tutti. La convenienza economica spesso logora i rapporti, specialmente in periodi come questi il soldo vale più del sangue. Se gli altri fanno ostruzione la tua unica via è la vendita forzata in cui però perdereste tutti, ma anche qui, l'idea di perdere il soldo spesso fa rinsavire
 

fra_m

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
finora abbiamo pagate le tasse ognuno pro quota, ma se si producesse un contratto di comodato d'uso a titolo gratuito per le quote non di sua proprietà gli atri eredi sarebbero esentati dal pagamento delle tasse?
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
finora abbiamo pagate le tasse ognuno pro quota, ma se si producesse un contratto di comodato d'uso a titolo gratuito per le quote non di sua proprietà gli atri eredi sarebbero esentati dal pagamento delle tasse?
Secondo me le possibilità sono le seguenti:
0) Per le tasse comunali, alcuni comuni prevedono l'esenzione per gli immobili dati a parenti fino al secondo grado (pochi): resterebbero le imposte dirette.
1) Il fratello che abita l'immobile ti rimborsa la quota di imposte che resta fiscalmente a tuo carico. (dovrebbe anche versarti un pò di affitto)
2) Tuo fratello non accetta di rimborsarti le imposte, in questo caso hai diritto a chiedere una quota di affitto in relazione alla quota di tua proprietà.
3) Tuo fratello nega anche questo diritto: puoi chiedere la divisione giudiziaria.
4) A questo punto siete in mano al giudice: essendoci più immobili, la divisione potrebbe essere forse fattibile. Se non fosse possibile una equa divisione (ad ognuno un appartamento di pari valore) il tutto va all'asta, e ci perdete un pò tutti.

p.s.: tu e tuo fratello non siete ugualmente proprietari: ognuno è proprietario di una semplice frazione.
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
salve, nel 2011, con successione di beni a seguito del decesso di mio padre, ho ereditato, assieme a mia madre ed altri tre fratelli, quote di due abitazioni e di alcuni terreni. una casa è abitata da mia madre(diritto di abitazione della casa coniugale) mentre la seconda è abitata da un fratello con la sua famiglia dal 2006. poichè io sono proprietario di un'altra casa (abitazione principale) ne consegue che la casa abitata da mio fratello risulta per me seconda casa. preciso che con mio fratello non vi è mai stato alcun accordo scritto e che al momento non è intenzionato a voler procedere ad una divisione diversa dei beni ereditati. l'intenzione mio e degli altri eredi sarebbe quella di dividere i beni definitivamente in parti uguali, in modo che ognuno avrebbe il 100% di qualcosa. quello che ora mi preme sapere è:
- come evitare di pagare le tasse sulla casa abitata da mio fratello per la quale al momento mi viene negato ogni diritto?
- in un'eventuale divisione, quanto incide il fatto che mio fratello abbia goduto già da anni di diritti sulla casa?
- potrei richiedere un rimborso spese/affitto da mio fratello?
- potrebbe mio fratello far valere un eventuale diritto di usucapione dato che lo abita dal 2006? se si come posso evitare che accada?
grazie

Come ha detto l'amico @Sim qui vi e' poca tolleranza tra coeredi.

Sicuramente reciproca.

A nulla servono riunioni familiari di rito quando, come qui appare evidente, esistono fattori di prevaricazione tra le parti.

Puoi - o meglio - potete fare, una cosa "intelligente", per dividervi, prima che i rapporti versino definitivamente in "cancrena".

Esiste un organo presieduto da notai e da vari professionisti legali, che si chiama arbitrato.

Ha sede a Roma e la richiesta si puo' fare autonomamente via mail o per telefono.

"Adr notariato".
se "smanetti" troverai in rete qualcosa.

Fatta la richiesta, l'organismo fa' un tentativo formale di mediazione.

La pratica avviata o funziona e procede, oppure fallisce.

Scaturendo un formale verbale sulle motivazioni e sulle eventuali responsabilita' del fallimento, imputabile a quel coerede e impugnabile in sede di giudizio.

Avviarla, ha un costo contenuto, intorno ai 100 euro.

Sostanzialmente se il coerede non accoglie il formale "invito" la pratica finisce li'.

Se invece il coerede "si siede a trattare", si procede con le perizie ed il costo e' riferito al valore del fabbricati oggetto di divisione.

Novanta giorni e poche migliaia di euro.

Poi si formalizza con atto notarile.

Una sciocchezza al confronto di una normale causa di divisione giudiziaria, della durata di minimo sei anni e dal costo, per ogni coerede, di circa 15k euro ciascuno che, dietro all'angolo, vi aspetta.
 
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