Buongiorno a tutti.
Pongo una domanda sulla quale non ho trovato nulla. Il tema è quello delle locazioni a canone concordato, basato però non sulle fasce di oscillazione previste dagli Accordi locali, ma su valori predeterminati. Mi riferisco ad esempio agli alloggi nei piani di zona ai sensi della legge 167/62 o a quelli di cui al Piano casa Regione Lazio (impropriamente chiamato housing sociale, ma meglio "locazione a canone calmierato di cui alla legge regionale 21/2009"), nei quali rispettivamente il canone è parametrato al prezzo massimo di cessione (fissato all'epoca della fine dei lavori di costruzione) e al valore unitario di €5/mq (alla data di approvazione del Regolamento regionale n.18/2012).
Entrambe le normative richiamano gli Accordi locali per la determinazione della superficie e per gli altri aspetti ed elementi riguardanti il canone.
Bene, detto ciò, la domanda è la seguente.
Se a distanza di qualche anno dalla prima locazione l'immobile si sfitta e si trova un nuovo inquilino, il valore unitario di riferimento per determinare il canone può essere aumentato dell'ISTAT del periodo trascorso tra il momento storico di riferimento del canone iniziale (es. 5€/mq per quelli del Regolamento n.18/2012) e la data attuale?
Se sì, del 75% o del 100?
L'accordo territoriale dice che scaduto il triennio di validità dell'accordo le fasce di oscillazione sono aggiornate nella misura di variazione assoluta dell'ISTAT. Questo significa - traslato alle altre locazioni a canone calmierato predeterminato - che il valore unitario appunto possa essere aumentato del 100% delle variazioni ISTAT FOI?
Grazie.
Pongo una domanda sulla quale non ho trovato nulla. Il tema è quello delle locazioni a canone concordato, basato però non sulle fasce di oscillazione previste dagli Accordi locali, ma su valori predeterminati. Mi riferisco ad esempio agli alloggi nei piani di zona ai sensi della legge 167/62 o a quelli di cui al Piano casa Regione Lazio (impropriamente chiamato housing sociale, ma meglio "locazione a canone calmierato di cui alla legge regionale 21/2009"), nei quali rispettivamente il canone è parametrato al prezzo massimo di cessione (fissato all'epoca della fine dei lavori di costruzione) e al valore unitario di €5/mq (alla data di approvazione del Regolamento regionale n.18/2012).
Entrambe le normative richiamano gli Accordi locali per la determinazione della superficie e per gli altri aspetti ed elementi riguardanti il canone.
Bene, detto ciò, la domanda è la seguente.
Se a distanza di qualche anno dalla prima locazione l'immobile si sfitta e si trova un nuovo inquilino, il valore unitario di riferimento per determinare il canone può essere aumentato dell'ISTAT del periodo trascorso tra il momento storico di riferimento del canone iniziale (es. 5€/mq per quelli del Regolamento n.18/2012) e la data attuale?
Se sì, del 75% o del 100?
L'accordo territoriale dice che scaduto il triennio di validità dell'accordo le fasce di oscillazione sono aggiornate nella misura di variazione assoluta dell'ISTAT. Questo significa - traslato alle altre locazioni a canone calmierato predeterminato - che il valore unitario appunto possa essere aumentato del 100% delle variazioni ISTAT FOI?
Grazie.