mwmb2

Membro Junior
Professionista
La trascrizione della accettazione non vedo cosa aggiunga
Provo a spiegarmi meglio:
la trascrizione della dichiarazione di successione è semplicemente un adempimento fiscale che nulla a che vedere con la qualifica di erede e l'accettazione (espressa o tacita).
Con la trascrizione della dichiarazione di successione l'agenzia delle entrate comunica alla conservatoria di trascrivere la dichiarazione di successione in quando sono state pagate tutte le imposte.
Punto. Finito.
Il principio sancito dal ns codice civile sulla continuità delle trascrizioni invece viene rispettato solo con l'accettazione dell'eredità.
 
S

smoker

Ospite
La dichiarazione di successione quindi viene trascritta in Conservatoria su richiesta dell'ufficio; non è possibile per l'erede richiedere direttamente la trascrizione.

rimane sempre un adempimento fiscale che non fa neppure acquisire la qualità di erede al chiamato all' eredità..........

Smoker
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
comunica alla conservatoria di trascrivere la dichiarazione di successione in quando sono state pagate tutte le imposte.
Punto. Finito.

principio sancito dal ns codice civile sulla continuità delle trascrizioni invece viene rispettato solo con l'accettazione dell'eredità.

La legge, sul presupposto di un principio di diritto, penso figlio del diritto romano. sbabilisce questi differenze di merito ed impone le due cose.

Sarei curioso di sapere se il diritto anglosassone prevede la medesima distinzione, al lato pratico molto formale ed inefficiente.

Non basterebbe legiferare che la stessa presentazione della successione, con pagamento dei tributi connessi, si configura come accettazione espressa?
Mi ricorda la odienza tematica di moda, tra DL e Decreto di attuazione.....

:ok: tranne il torni nuovamente " più che torni userei diventi"

Non sono sicuro di aver citato correttamente, a memoria, le frasi di Einaudi, ma credo di ricordare che il senso delle sue parole fosse proprio "torni": nel senso che se ricordo bene parte dal presupposto che all'inizio di in una civiltà tutti i beni della natura erano a disposizione di tutti: è con la "intrapresa" (anche questa espressione, ormai desueta, ricorre nei suoi scritti e rende bene l'etimologico senso di intraprendenza individuale) che si formano le ricchezze, frutto del lavoro e delle capacita individuali (meritocrazia). Ma se le generazioni successive non hanno la forza e la dignità di continuarla ma solo di sfruttarne la rendita, questa deve ritornare alla comunità.
Non male per un liberale, non liberista ...
 

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