Trovo che la discussione sia andata un po' fuori strada concentrandosi troppo sulla difficoltà di ottenere un rimborso. La questione fondamentale non è tanto se la parte venditrice "debba partecipare alle spese", ma se avesse l'obbligo di consegnare un'unità immobiliare autonoma e indipendente dal punto di vista impiantistico. La normativa vigente (e l'atto di vendita, sebbene generico, sembra andare in questa direzione) impone che un'unità abitativa sia tale e che, in caso di frazionamento, le nuove unità siano autonome.
Non è tanto una questione di "convenienza economica" nell'agire legalmente, secondo me, ma di diritto. La clausola che hai riportato nell'atto di compravendita, per quanto generica, rafforza questa tesi: se la parte venditrice si assume tutte le responsabilità relative alla normativa edilizia e si impegna a sollevarti da oneri derivanti da inosservanze, questo include anche la non conformità impiantistica derivante dal frazionamento.
Il punto non è se il frazionamento sia stato fatto con condono o CILA, come suggerito, ma se la casa sia stata venduta come unità abitativa indipendente. Se così non fosse, è una palese inadempienza contrattuale che va oltre la semplice "spesa da rimborsare" e tocca la conformità dell'immobile stesso. Quindi sì, una raccomandata è il primo passo, e un legale potrebbe essere necessario per far valere i tuoi diritti.