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Stato inerte, paga il Viminale.
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio destinato a cambiare le regole del gioco: se la polizia non esegue uno sfratto, il Ministero dell’Interno deve risarcire il proprietario.

La vicenda nasce da un immobile occupato per anni, nonostante ben dieci tentativi di sgombero rimandati per i motivi più vari: assenza di un medico, servizi sociali non disponibili, timori per l’ordine pubblico. Nel frattempo la proprietaria perdeva migliaia di euro di affitti. La Suprema Corte ha detto basta: l’inerzia non può diventare la scusa con cui lo Stato scarica sui cittadini il peso di un’occupazione abusiva.

Con l’ordinanza n. 24053/2025, la Cassazione ha condannato il Viminale a pagare oltre 183 mila euro. Non si tratta di un caso isolato, ma di un principio generale: la forza pubblica non ha discrezionalità sull’esecuzione degli ordini del giudice. Può solo decidere le modalità tecniche e i tempi ragionevoli dell’intervento. Se questi tempi diventano ingiustificatamente lunghi, scatta la responsabilità civile, e in casi estremi persino quella penale.
Il risarcimento si calcola sul valore locativo dell’immobile, cioè quanto il proprietario avrebbe incassato affittando la casa. Una regola semplice: chi subisce un danno patrimoniale per colpa dello Stato deve essere compensato.
Le leggi più recenti hanno fissato iter e tempistiche precise, oltre a introdurre l’“indennità onnicomprensiva” che tiene conto dello stato dell’immobile e della durata dell’occupazione.
Attenzione però: il risarcimento non è automatico. Serve la prova del danno. In un altro caso del 2025, la Cassazione ha annullato un maxi indennizzo di 625 mila euro perché le società proprietarie non avevano presentato documenti contabili a dimostrazione delle perdite. Il giudice può ricorrere alla liquidazione equitativa solo se davvero è impossibile provare il danno, non per negligenza del proprietario.

Il messaggio è netto: lo Stato non può più nascondersi dietro pretesti organizzativi. Se non sgombera, paga. Ma i cittadini, dal canto loro, devono dimostrare in modo concreto le perdite subite.

(cit. Angelo Greco)
 
Piccolo problema....lo Stato siamo Noi...non è l'ufficiale giudiziario che si fa prendere per i fondelli, o il medico che non riesce a essere presente, o le forze dell'ordine che si "impietodiscono" e non usano la forza (vabbeh posso capire che poi sarebbero condannati da qualche giudice per aver usato la forza per sgomberare)
 
Piccolo problema....lo Stato siamo Noi...non è l'ufficiale giudiziario che si fa prendere per i fondelli, o il medico che non riesce a essere presente, o le forze dell'ordine che si "impietodiscono" e non usano la forza (vabbeh posso capire che poi sarebbero condannati da qualche giudice per aver usato la forza per sgomberare)
Sai che non ho capito?

10 tentativi di sfratto... ci deve essere per forza la connivenza di almeno un pubblico ufficiale impietosito... ma anche più di uno.
 
Con l’ordinanza n. 24053/2025,
Purtroppo la "discrezionalità" dovrà essere valutata da un giudice (non sarà automatica) e, soprattutto, non è prevista nessuna "punizione" (=rivalsa dello Stato, qualora dovesse pagare) per chi frappone ostacoli allo sfratto (ufficiale giudiziario ideologizzato in primis): quindi tutto resterà come prima, salvo i rarissimi casi in cui il proprietario deciderà di imbarcarsi in una causa contro lo Stato per dimostrare che la motivazione della mancata esecuzione non è "discrezionale". Mi sembra fuffa, come la possibilità di sfratto immediato, contenuta nella Legge Sicurezza, che comprende una fattispecie di sfratto che si verifica non più di 5 volte su 100 (e, infatti, i 4-5 casi in Italia in cui è stata applicata tale legge, sono finiti sui quotidiani).
 
Purtroppo la tendenza è sempre stata quella di applicare la solidarietà con i soldi degli altri. Mi pare giusto che i nuclei con disagio abitativo possano e debbano essere aiutati, ma appunto non con i soldi del privato di turno che ci incappa, ma della collettività, peraltro seguendo precise regole (es.: graduatorie, indici ISEE, ecc...) e non sulla base della regola del più furbo.
Spero che questa sentenza sia la prima di una serie e che gli Enti locali si organizzino per tutelare le fasce più deboli reperendo unità di proprietà pubblica o pubblicamente finanziate.
 

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