E

emmeci49

Ospite
Buongiorno a tutti,
vi chiedo un parere sulla suddivisione dei miei beni con testamento pubblico.
Premetto che sono proprietario della casa in cui vivo , che sono vedovo e che la casa , acquistata 60 anni fà è sempre stata di mia esclusiva proprietà.
Ho inoltre una disponibilità finanziaria di poco più di 55.000 euro.
Ho due figli, di cui uno coniugato con un figlio ed una figlia celibe, entrambi vivono in altre città e non hanno problemi economici.
E' mio desiderio che la casa diventi di proprietà del mio unico nipote e per non ledere i diritti di nessuno ( legittima ) lasciare ai miei due figli l'usufrutto della stessa.
Inoltre , con precedenti donazioni, tutte dimostrabili perché effettuate con assegni circolari intestati a mia figlia e con dichiarazione di ricezione sottoscritta da parte di mio figlio, ho elargito a mia figlia la somma complessiva di € 56.125,71 , a mio figlio la somma di € 43.625,71 ed a mio nipote la somma di € 12.500 .
A questo punto il quesito : posso lasciare la proprietà della casa a mio nipote e l'usufrutto della stessa ai miei due figli vita natural durante e come ripartire eventualmente la rimanente parte dei solidi?
grazie a tutti
 

Luna_

Membro Senior
Professionista
Leggendo la "traccia" c'è da dire che eventuali lesioni di legittima si configurano all' apertura della successione. Tu oggi puoi fare ciò che vuoi. A maggior ragione se effettui testamento pubblico il notaio sa consigliarti sulla divisione del denaro. Per la questione usufrutto nuda proprietà puoi farlo ugualmente
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Premesso che l'eventuale lesione di legittima sorgerebbe solo all'apertura della successione (che auguro il più tardi possibile), la legge prescrive questo:
- ai due figli è riservata la quota di 2/3 del patrimonio (mobiliare + immobiliare), 1/3 ciascuno.
- per testamento puoi disporre quindi di 1/3 del tuo patrimonio
Se la casa in cui vivi vale C, il patrimonio, fotografato oggi , sarebbe (C+55k€):
-ai figli spetterebbero ciascuno (C/3+55/3) per legge
-al nipote potresti lasciare per testamento il restante terzo disponibile (C/3+55/3)
-tuo figlio potrebbe rinunciare alla sua quota in favore del proprio figlio.
-se (C/3+55/3) < 55 , cioè se il valore di C fosse minore di 110€, potresti destinare il corrispettivo di (C/3+55/3) di tua figlia, inferiore a 55k€, prelevandola dalla disponibilità finanziaria. A questo punto l'intera C potrebbe passare a tuo nipote, sia come rappresentante del padre che per la sua quota destinata per testamento

- Una avvertenza: se il figlio non rinunciasse alla propria quota, in una successiva successione subentrerebbe non solo il nipote, ma eventualmente anche la nuora.

Non ho tenuto conto delle differenze sulle donazioni pregresse, che legalmente verrebbero ad essere conteggiate sull'intero patrimonio, attualizzando gli importi al momento dell'apertura della successione.


Detto questo la lesione della legittima, non è di per sè ostativa, almeno credo. La riduzione delle disposizioni lesive della porzione di legittima può essere richiesta solo dai legittimari: in sostanza se tua figlia non facesse opposizione potrebbe accettare una soluzione condivisa (=> che significa solo un agreement, non una rinuncia ad un diritto, che in questo caso non è ammesso).

Da vivo ovviamente puoi disporre dei tuoi beni come più ti aggrada: ma ritengo corretto non ledere le aspettative di ciascun figlio; inoltre escluderei le donazioni, le finte vendite ecc.

Difficile inserire , sul piano meramente materiale, l'usufrutto: questo è un diritto limitato alla vita dell'usufruttuario, e non è facile barattarlo numericamente con una quota di proprietà: ma tutto dipende anche dalle condizioni, aspettative ed età dei tuoi due figli, che credo non più giovanissimi.
Può benissimo essere che tua figlia non abbia mire sulla casa, e possa trovare conveniente ricevere la sua quota in valori finanziari, ed un usufrutto a vita, sapendo che la casa passerà di proprietà al nipote.

In conclusione: se l'armonia ed il buon senso regnano in casa, tutto si sistema, perchè nessuno si porta appresso niente. Se ci sono frizioni, bisogna accettare che non si può "dirigere il traffico" anche da morti.
 
Ultima modifica:
E

emmeci49

Ospite
Rispondo ai gentili membri che mi hanno risposto :
il figlio maschio ha 66 anni , la figlia 62 ed il nipote 33 , e si sta appena affacciando alla vita dopo aver sconfitto un tumore e consegutio due lauree.
Il primo figlio non è intenzionato ad alcunché di mobile ed immobile , salvo qualche oggetto di scarso valore ( centinaio di euro ) che ho in casa , per cui certamente rinuncerà all'eredità in favore del figlio.
La figlia è forse un po più venale e non essendo affatto interessata a vivere in questa casa potrebbe essere interessata all'aspetto monetario, per cui la soluzione ottimale sarebbe la rinuncia del primo figlio, la casa al nipote e con il contemporaneo usufrutto alla figlia insieme a quasi tutta la parte monetaria ( devo pensare anche al mio funerale).
Cosa ne pensate, può essere una soluzione legale accettabile ?
Quello che io desidero è che i miei figli non vendano la casa alla mia morte e l'unico modo per vincolarli è che la proprietà passi a mio nipote che sarà poi libero di farne quello che vuole.
P.S.: il reddito catastale della casa A/3 è di 560 euro e il valore commerciale è sui 160.000 euro.
il diritto di usufrutto è un valore monetizzabile ?
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
ciao, da come descrivi i tuoi cari mi pare che i rapporti tra tutti voi siano buoni.
a prescindere dagli aspetti tecnico/legali, ne avete parlato tra di voi?
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Provo ancora a rispondere:
- umanamente capisco i tuoi desiderata circa la ipotetica vendita della casa, ma come accennavo prima, non è bene condizionare le volontà e necessità degli eredi.
- non so se il diritto di usufrutto sia monetizzabile ai fini del calcolo della quota legittima, non sarà nemmeno facile, ma ne dubito essendo un diritto a termine.
- sul piano puramente formale e venale, a fronte del valore commerciale dichiarato (che può essere anche minore o maggiore, e molto soggettivo, Carlo mi perdoni...!) una via potrebbe essere una compensazione monetaria aggiuntiva fornita da tuo figlio a favore della sorella, per esempio restituendo una parte di quando ricevuto in donazione, a favore della stessa.

In pratica potreste pervenire al medesimo risultato da te desiderato , vendendo la nuda proprietà della casa al nipote, riservandoti l'usufrutto insieme ai figli, se possibile con possibilità di accrescimento dell'usufrutto sugli altri usufruttuari, e destinando il ricavato di questa vendita ai figli in uguali proporzioni. Occorrerà evitare di fare una finta vendita, per cui i flussi monetari dovranno risultare come donazioni reciproche: qui vado fuor di seminato, ed è meglio ti faccia guidare da un notaio.

Credo che una aperta chiacchierata tra di voi con l'aiuto di un notaio vi permetta di trovare una soluzione condivisa.
 

frvanel

Membro Attivo
Professionista
non è possibile lasciare ai figli il solo usufrutto del patrimonio....o meglio = è possibile scrivere questa volontà nel testamento, ma se poi i figli lo impugnano, a loro deve arrivare la proprietà del patrimonio e non il semplice usufrutto

anche perchè, ci sono tanti genitori che per motivi personali non vogliono lasciare niente ai figli, che a loro volta sono eredi legittimari, quindi destinatari di una quota incontestabile dell'eredità

allora, se fosse possibile lasciare ai figli l'usufrutto e non la proprietà, si sarebbe trovato l'escamotage per privare gli eredi legittimari della loro quota...ma ciò non si può fare
 

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