Siamo al delirio:
RIFORMA DEL CATASTO RINVIATA PER EVITARE LâAUMENTO DELLE TASSE
Il rinvio è stato spiegato dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con la necessità di garantire un’invarianza del gettito complessivo. Perché ciò sia possibile, bisognerà attendere la definizione della
Local Tax, cioè del tributo che dovrebbe inglobare IMU e Tasi. Ogni intervento effettuato prima di questa tappa, secondo Renzi, potrebbe invece essere percepito come un aumento delle tasse.
Il rischio era stato prospettato anche dall’
Agefis, associazione dei geometri fiscalisti, che aveva stimato aumenti dal 30% al 180%.
Con la riforma i valori catastali degli immobili saranno allineati a quelli di mercato. In molti casi gli aumenti saranno inevitabili, ma secondo quanto ha sempre assicurato il Governo, saranno compensati da una serie di correzioni nella tassazione locale.
Come sarà il Catasto dopo la riforma
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Per gli
immobili ordinari, dopo aver rilevato la superficie, le rendite e i valori patrimoniali saranno determinati applicando apposite funzioni statistiche che mettano in relazione il reddito e il valore medio ordinario di mercato con le caratteristiche dell’immobile e gli altri fattori in grado di aumentarne o diminuirne il valore complessivo, come ad esempio la sua posizione.
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Una revisione generale degli estimi potrà essere effettuata ogni dieci anni e con cadenza quinquennale saranno adottati coefficienti di adeguamento.
Al momento l’unica certezza è rappresentata dalle
commissioni censuarie, chiamate alla revisione dei valori immobiliari e delle rendite. Le commissioni censuarie locali saranno 103, più una centrale con sede a Roma e funzione di supervisore. Le
Commissioni censuarie locali avranno il compito di validare le funzioni statistiche determinate dall’Agenzia delle Entrate, che devono esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale, anche all’interno di uno stesso comune.
La
Commissione censuaria centrale deciderà sui ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni contro le decisioni delle commissioni censuarie locali ed eserciterà poteri sostitutivi nel caso in cui le commissioni locali non provvedano alla validazione delle funzioni statistiche.