Jessi12

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Ciao a tutti,

Spero mi possiate aiutare.
Ho questa situazione:

Io ho avuto il mese scorso contratto indeterminato, il mio ragazzo ha un contratto da apprendista.
Intesa San Paolo ci ha concesso un mutuo 80% di 88mila euro, e ci ha dato la delibera.
Forse a fine settembre firmiamo.

Dal rientro vacanze l'azienda mi ha detto Che causa problemi di mancanza lavoro vorrebbe passarmi da full time a part time.

Io ho paura adesso non ce la facciamo a pagare il mutuo, inoltre come devo muovermi? Voglio comunicarlo alla banca, cosa faranno loro? Una nuova valutazione dei redditi?
 

Jessi12

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Grazie per la tua risposta!
Insieme al mio fidanzato abbiamo una entrata di circa 2.800 euro al mese (1500 lui, 1300 io).
Io 13esima e lui 13esima e 14esima.
Passando a part time il mio stipendio sarebbe credo circa la metà.
Il problema credo sia che lui è apprendista e il contratto scade nel 2022.
Il mutuo è a 20 anni, rata poco più di 350 euro al mese.

Con la delibera approvata anche potrebbero revocare?
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Ciao a tutti,

Spero mi possiate aiutare.
Ho questa situazione:

Io ho avuto il mese scorso contratto indeterminato, il mio ragazzo ha un contratto da apprendista.
Intesa San Paolo ci ha concesso un mutuo 80% di 88mila euro, e ci ha dato la delibera.
Forse a fine settembre firmiamo.

Dal rientro vacanze l'azienda mi ha detto Che causa problemi di mancanza lavoro vorrebbe passarmi da full time a part time.

Io ho paura adesso non ce la facciamo a pagare il mutuo, inoltre come devo muovermi? Voglio comunicarlo alla banca, cosa faranno loro? Una nuova valutazione dei redditi?
La tua maggiore preoccupazione è come reagirebbe il venditore della casa se non ti concedessero più il mutuo, hai un contratto di vendita in corso, potresti dover pagare dei danni o perdere cifre versate.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Con la delibera approvata anche potrebbero revocare?
Certo che si , se cambiano le condizioni lavorative su cui si basava la delibera.
Come ti è già stato detto, hai due problemi; il mutuo , ma soprattutto un contratto preliminare da rispettare.
Quindi per prima cosa cerca di capire cosa potete fare con il mutuo ( magari allungando la durata, o inserendo un garante), e poi deciderai come gestire l'acquisto.


Sarà che io sono prudente, ma chiedere un mutuo senza essere sposati, con un contratto indeterminato appena cominciato e uno di apprendistato mi pare comunque rischioso e prematuro.
 

Jessi12

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
La tua maggiore preoccupazione è come reagirebbe il venditore della casa se non ti concedessero più il mutuo, hai un contratto di vendita in corso, potresti dover pagare dei danni o perdere cifre versate.

Certo se mi tirassi indietro perderei quasi 10mila euro tra le spese e la caparra.
Ma noi la casa la vogliamo, è subordinata al mutuo che ci hanno deliberato già, non vorrei che con 1 contratto atipico ed uno ora part time indeterminato ci chiedano un garante che noi non abbiamo assolutamente
 
U

Utente Cancellato 72152

Ospite
Ma l'azienda può unilateralmente trasformare il contratto da full time a part time?
O serve il consenso del lavoratore?
Vabbè che voi direte, "Se il lavoratore non dà il consenso, viene licenziato!".
Era solo per capire.
 
U

Utente Cancellato 72152

Ospite
La trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time è possibile solo con accordo scritto azienda – dipendente. Eventuali pretese unilaterali dell'azienda o del dipendente di convertire il rapporto sono contrarie alla legge.
 
U

Utente Cancellato 72152

Ospite
U

Utente Cancellato 72152

Ospite
Taglio stipendio per evitare il licenziamento: il coronavirus obbliga i dipendenti ad accettare sacrifici in busta paga?
Il datore di lavoro può chiedere di abbassarsi lo stipendio o licenziare se la proposta non viene accettata? Condizioni e tutela dei lavoratori. Quali strumenti a disposizione?
di Alessandra De Angelis , pubblicato il 26 Aprile 2020 alle ore 17:28
Gentile Signora,
proprio oggi pomeriggio presso la sede dell’azienda dove lavoro , che tratta commercio all’ingrosso di generi alimentari, siamo stati tutti convocati ad una riunione nella quale ci è stato comunicato che a causa della grave crisi economica provocata dalla pandemia da corona virus, la proprietà al fine di garantire la sopravvivenza dell’azienda, ha valutato la necessità di effettuare un taglio del personale pari a dieci unità su un totale di ventiquattro dipendenti.In alternativa ci viene proposta una riduzione del 30% dello stipendio, almeno fino a fine anno senza peraltro accennare ad una riduzione dell’orario di lavoro.Ci è stato confermato che per poter validare questa seconda opzione tutti i dipendenti devono essere d’accordo e basta una sola persona contraria per procedere con i licenziamenti.Come può immaginare, non credo nessuno voglia sentirsi responsabile del licenziamento di colleghi che ormai conosce da tanto tempo e con i quali passa gran parte della giornata e tratta come se fossero membri della propria famiglia, per cui probabilmente ci vedremo costretti ad accettare il taglio dello stipendio nonostante si tratti di importi già esigui.Per completezza d’informazione le comunico che alcuni colleghi hanno usufruito di un periodo di ferie “forzate” mentre altri hanno fatto alcune settimane di cassa integrazione. e che ci è stato assicurato che nel caso il lavoro riprenda regolarmente prima di fine anno si potrebbe ritornare in anticipo alla normalità.Ma chiedo, possibile che non esista una soluzione alternativa in cui sia possibile modulare la presenza del personale , mandare a rotazione tutti i dipendenti in cassa integrazione o fare dei turni ad orario ridotto od usufruire dei contratti di solidarietà. La cosa che più mi lascia perplesso e mi indispone è che alla riduzione di stipendio non corrisponde nessuna diminuzione delle ore di lavoro, cosa che va in netta contraddizione con la principale motivazione del provvedimento e cioè la diminuzione del lavoro.Ma si può fare? Ovviamente siamo stati sollecitati a dare una risposta in brevissimo tempo. Potete darmi dei chiarimenti in merito in modo da poter fare delle scelte in maniera più consapevole oppure potermi fare portavoce per presentare eventuali soluzioni alternative? Grazie per quanto potrete suggerirmi.
Cordiali saluti

Il datore può ridurre gli stipendi per evitare i licenziamenti?
Chiariamo alcuni punti fondamentali: la riduzione di stipendio non è vietata in senso assoluto.

Può essere ammessa (sempre nel rispetto dei diritti del dipendente stesso) per comprovate difficoltà economiche dell’azienda. In altre parole la riduzione di stipendio deve prevedere l’accettazione del lavoratore e va giustificata da una rimodulazione del carico di lavoro. Dunque non è accettabile un taglio di retribuzione che non preveda al contempo un demansionamento. L’esempio classico è il passaggio da full time a part time.

In emergenza coronavirus sono bloccati i licenziamenti? Ecco quali: chiarimenti
In questo contesto bisogna anche ricordare che l’articolo 46 del decreto Cura Italia, ha bloccato i licenziamenti per 60 giorni (con possibilità di proroga) proprio per evitare che siano i dipendenti a pagare le spese della crisi economica. Per lo stesso periodo sono sospese le procedure pendenti avviate dopo il 23 febbraio 2020. Restano in essere solamente i licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo. Per il resto bloccati sia i licenziamenti collettivi che individuali.
Dall’email ricevuta non abbiamo abbastanza elementi per capire di che tipo di licenziamento si tratterebbe: ricordiamo che si parla di licenziamento collettivo quando qualora l’azienda impiega più di 15 dipendenti e, a causa di riduzione o trasformazione di attività o di lavoro, intende procedere con almeno 5 licenziamenti, nell’arco di 120 giorni, in ciascuna unità produttiva, o in più unità produttive nello stesso perimetro territoriale provinciale.
Il blocco temporaneo dei licenziamenti individuali può riguardare:
  • ragioni inerenti la produzione;
  • ragioni riguardanti il normale funzionamento della stessa.
In altre parole, restano fuori dal blocco – ad esempio – i licenziamenti per giusta causa e quelli per giustificato motivo soggettivo, ivi inclusi quelli di natura disciplinare, oltre ai licenziamenti per raggiungimento del limite massimo di età per l’accesso alla pensione di pensione di vecchiaia.
Secondo la normativa l’onere della spesa non graverà solo sulle imprese, obbligate a mantenere i rapporti di lavoro in essere: contestualmente, infatti, gli articoli 19 e segg. dispongono l’estensione generalizzata fino ad un massimo di nove settimane ed entro il mese di agosto 2020, degli ammortizzatori sociali, più nello specifico del trattamento ordinario di integrazione salariale (CIGO) e dell’assegno ordinario del FIS (Fondo integrativo speciale). Ciò vale per tutte le imprese con un minimo di 5 dipendenti. Peraltro misure simili sono previste anche per le imprese artigiane o più in generale le altre escluse dalla cassa e dal FIS perché sono stati stanziati 80 milioni di euro ai cd fondi bilaterali. Le imprese più piccole potranno accedere alla cassa “in deroga” ex art. 22.
Rispondiamo al quesito: posso essere licenziato se non accetto lo stipendio più basso? E se lo accetto devo lavorare lo stesso numero di ore?
Il lettore che ci ha scritto ha fatto giuste osservazioni: i due dubbi sono “posso essere licenziato se non accetto lo stipendio più basso? E se lo accetto devo lavorare lo stesso numero di ore?”. Dunque la possibilità di riduzione di stipendio è uno scenario concreto ma non può essere arbitraria e, se accettata, deve prevedere alcune modifiche nel contratto per adeguare la nuova retribuzione (ad esempio uno sconto sulle ore).
In questo momento storico “il ricatto” o chiamiamolo più neutralmente “la prospettiva” del licenziamento in caso di mancato accordo, si scontra con le disposizioni che bloccano per 60 giorni i licenziamenti. Nel paragrafo sopra abbiamo riportato gli strumenti alternativi a disposizione per evitare questo scenario drastico.


Se hai domande o dubbi, contattami: alessandra.deangelis@investireoggi.it
“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.
Non si forniscono risposte in privato.”
 

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