andrea boschini

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L'ho letta tutta dun fiato, mi ha fatto riflettere molto, e devo dire che non trovo siano caxate...che ne pensate?

Magistrale: tratta dal sito Borsari dell’Ing.Migliorino

Ho già detto in numerosi altri report precedenti che il debito pubblico non è un problema, ma solo il mezzo che lo Stato usa per trasferire “ricchezza” ai suoi cittadini…

In altre parole: il debito pubblico si trasforma pari-pari in risparmio dei cittadini…

Questo presuppone, ovviamente, che lo Stato abbia sovranità monetaria (ovvero sia “padrone” della moneta che stampa)…

Se lo Stato cede la sua sovranità monetaria ad un terzo (nel nostro caso la Bce), allora il suo debito pubblico diventa un normalissimo debito (tipo un mutuo stipulato con una banca)… e quello Stato deve procurarsi i soldi che prima lui stesso stampava (e che non aveva problemi a procurarsi) togliendoli dai suoi cittadini…

Picciotti mi capite?… Capite bene cosa sto dicendo?

Nel momento in cui uno Stato smette di stampare la sua moneta e contrae un debito in quelle valuta che non stampa più, può solo procurarsi i soldi necessari ad onorare quel debito aumentando le tasse oppure riducendo i servizi ai suoi cittadini…

Uno Stato che stampa la sua moneta, può indebitarsi ad libitum in quella valuta (il Giappone, difatti, ha un debito del 230% del Pil) giacché non può fallire (in qualsiasi momento può stampare altri soldi e pagare i suoi debitori…)…

Uno Stato che si indebita in una valuta non sua (tipo l’Argentina quando si indebitò in dollari) può fallire in qualsiasi momento… ovvero quando i suoi creditori non gli prestano più altri denari…

Mi state capendo bene?

Nel momento in cui l’Italia decise di rinunciare alla sua sovranità monetaria (a vantaggio della Bce), decise anche di impoverire i suoi cittadini… trasformando il suo debito che fin li era stato un debito interno (ovvero una partita di giro tra lo Stato ed i suoi cittadini… tipo Giappone) in un debito in valuta estera (tipo quello dell’Argentina)…

Chi ha preso quella decisione… e coloro che l’hanno eseguita, sono nemici della Patria… traditori da mandare di fronte ad un tribunale speciale…

… Non solo; quella decisione è nulla perché non sottoposta a referendum popolare… esattamente come si dovrebbe fare se si vendesse un pezzo d’Italia (ad esempio la Sardegna) ad uno Stato straniero…

La sovranità monetaria è una degli attributi più importanti della democrazia di una nazione (come i diritti e le libertà individuali, l’integrità del territorio nazionale… etc…)… e non è cedibile a terzi senza pronunciamento popolare…

Il governo italiano, cedendo la sovranità monetaria, si è comportato come se una nazione nemica (ad esempio la Germania) avesse invaso parte del territorio nazionale (ad esempio la Sardegna) e, dopo una vittoria militare, lo avesse annesso ad essa…

Avendo vinto sul campo di battaglia quella guerra di conquista, quella nazione nemica, per concederci l’armistizio (cioè cessare le ostilità) ci ha imposto di accettare la cessione del territorio italiano conquistato…

In quel caso (di forza maggiore), sotto la minaccia delle armi nemiche ancora puntate, il governo italiano potrebbe cedere la sua sovranità sul territorio in questione (la Sardegna, ad esempio)…

… Ebbene: quand’è che abbiamo perso quella guerra che ci ha costretto a cedere la nostra sovranità monetaria?

… E perché la Germania non si trova in quelle condizioni (di doversi procurare la valuta in cui è espresso il suo debito pubblico)?

Perché se la procura attraverso le esportazioni… ovvero l’attivo nei conti con l’estero.

Questo è un conto a somma zero: saldo Stato + saldo cittadini + saldo estero= 0

Se il saldo estero è positivo (si esporta più di quanto si importa), allora quel paese “sottrae” la valuta che gli serve ad altri paesi (che importano più di quanto esportano)…

Entrando nell’euro, la Germania ha indebolito la sua valuta (il marco) ed ha acquisito un vantaggio competitivo su tutti gli altri (Italia tra tutti)… come se avesse fatto una svalutazione competitiva (ciò che facevamo noi con la lira)…

Il perché è ovvio: l’euro è la media ponderale della ex-valute dei paesi partecipanti… il marco (che era la moneta più forte) ha fatto media con la lira, la peseta, la dracma (cioè le monete più deboli) risultandone indebolito come quando fai la media tra 100 e 50… ed il risultato è 75…

Entrando nell’euro, dunque, la Germania ha acquisito un forte vantaggio competitivo nel commercio estero e, quindi, ha potuto acquisire facilmente valuta dall’estero (Italia, Grecia, Spagna… etc…).

Noi italiani, invece, abbiamo fatto il percorso contrario: la nostra lira (che diciamo valeva 50), mediandosi con il marco (che diciamo valeva 100), è risultata in un moneta (l’euro) che vale 75… ovvero il 50% più della lira originaria…

Entrando nell’euro, dunque, noi abbiamo fatto una “rivalutazione” della nostra moneta e, quindi, siamo subito andati in rosso nei conti con l’estero (importando più di quanto esportavamo)…

Se, dunque, il saldo estero è diventato negativo… dall’equazione “saldo Stato + saldo cittadini + saldo estero= 0″ si ricava che, affinché lo Stato abbia un attivo nei suoi conti (con cui pagare i debiti), i cittadini devono mettere di tasca propria la differenza a pareggio con il saldo negativo estero ed il saldo dello Stato:

saldo cittadini= saldo estero + saldo Stato…

ovvero (uscite-entrate cittadini)= (importazioni – esportazioni) + (entrate – uscite Stato)

Se, ad esempio, il saldo estero è negativo per 30 miliardi anno, e lo Stato deve ridurre il debito di 30 miliardi l’anno (quindi entrate-uscite= 30 miliardi), i cittadini devono “sborsare” 60 miliardi l’anno…

… E’ chiaro, picciotti?

Per favore, non mi dite che è troppo difficile da capire… perché è esattamente sulla convinzione che “tanto gli italiani sono troppo ******** e non capiranno” che si è basato tutto il ragionamento che ci ha portato nell’euro e ci ha ridotto in miseria…

Io ‘ste cose le ripeto (senza successo) da 15 anni… e se non fossi stato solo (o quasi) e fossimo stati qualche milione, non sarebbe successo quello che è successo (la messa in liquidazione dell’Italia)… e, quindi, accettate almeno la responsabilità di esservi resi complici (per ignavia o per pigrizia) della rovina del nostro paese, e prendete l’impegno di non cadere mai più nello stesso errore.

Nel film “Viva l’Italia”, di recente proiezione nelle sale italiane, l’onorevole Spagnolo (Michele Placido) in una specie di comizio-confessione finale dice agli spettatori: … noi politici non potremmo fare tutte le porcherie che facciamo… rubare come rubiamo… metterci d’accordo destra e sinistra contro i cittadini… se voi non ce lo consentiste… basterebbe che cercaste di capire piuttosto che preferire di credere alle nostre bugie, e noi saremmo finiti…

… Guardatelo quel film (oltre a Michele Placido ci sono Alessandro Gassman, Rocco Papaleo, Raul Bova, Ambra Angioini…)… è un buona rappresentazione dell’Italia degli ultimi 20 anni… e anche della colpevole accettazione (complicità) degli italiani.

Adesso, dunque, dovremmo uscire dall’euro, nazionalizzare la Banca d’Italia e porre tutte le altre banche sotto il suo controllo.

… Esattamente ciò che ripeto da 15 anni… esattamente ciò che fece Alberto Beneduce durante la crisi del 29… mentre l’America faceva le stesse *******te che noi stiamo facendo adesso noi (cioè l’austerità) e sperimentava la più grave recessione della sua storia (come noi adesso)…

Beneduce, invece, oltre a quell’operazione sulle Banche, fondò l’Iri e, di fatto, iniziò ad applicare delle politiche keynesiane di massiccio intervento pubblico nell’economia…

La crisi del 29, l’Italia fascista non l’ha quasi sentita… mentre quella iniziata nel 2008, grazie ai Prodi, Monti, Tremonti, Napolitano… ci ha condotto in miseria… (mentre l’America se la sta cavando con poco, con “politiche alla Beneduce”)…

… La storia ci dovrebbe pure insegnare qualcosa…?!
 
E

enzo6

Ospite
Che tristezza, le stesse cose sul debito che dicevano alcuni vecchi DC al'inizio anni '80, gli stessi che hanno creato la voragine che pagheranno i giovani di oggi.
Senza euro oggi avremmo fatto la fine dell'Argentina.
Quello che accade oggi era scritto sui miei libri di economia oltre 25 anni fa ma tanto cosa interessava, l'importante era "vivere nella Milano da Bere".
 
D

Damiameda

Ospite
Quello che accade oggi era scritto sui miei libri di economia oltre 25 anni fa
Quindi??? non capisco ,senza euro avremmo fatto la fine dell'Argentina??? Oggi stiamo bene?? Boh sono duro di comprendonio ma non capisco questo tuo post è una contraddizione unica.
 

Luca1978

Membro Attivo
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Entrare nell'euro sicuramente ha portato conseguenze negative ed è vero che l'Italiano esterofilo si è fatto convicere dalle palle di farsi le vasche per l'europa:risata: , ma il commentatore non parla minimamente delle conseguenze positive, bassa inflazione, ricordate l'equo canone e la scala mobile, i tassi di interesse bassi (tassi su mutui e debito pubblico), per non parlare di quanto pagheremmo il petrolio con la lira supersvalutata come propone il commentatore, visto che 15 anni fa costava 20$ al barile e ora ne costa 100$.
Insomma sicuramente entrando nell'euro bisognava modificare il nostro modo di fare economia ma lui propone una ricetta adattata al 1929 ora esiste la globalizzazione dei mercati, quindi da ignorante in materia chiedo, siete sicuri che nella nostra situazione svalutare ci permetterebbe di continuare ad esportare:domanda: , parla dell'IRI e dell'industria pesante ma si rende conto che da noi i cittadini si oppongono a grosse infrastrutture e a industri pesanti in punti strategici:domanda: (vedi ILVA), insomma perche per quanto svalutiamo non raggiungeremo mai la Cina e i mercati emergenti in termini di competitività, ma anche ammesso che abbiamo fatto una cavolata ad entrare nell'euro chi ci dice che ora non facciamo più male che bene ad uscirne:domanda:
 

andrea boschini

Moderatore
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topcasa

Membro Storico
concordo in parte con Andrea, anzi lo condivido al 100%, io sono per la lira. L'euro poteva andare bene solo se c'era una banca europea ovvero se fossero nati gli Stati Uniti d'Europa. Quindi o uno ovvero la lira, o Stai Uniti D'europa, non ci sono vie di mezzo.
 

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