Il tasso reale della provvigione, per un affare di intermediazione immobiliare, dovrebbe essere di 3% + 3%, in media.
Il tre per cento dal venditore e altrettanto dal compratore.
Ma questa è, solo teoria.
In una città come Roma, ad esempio, il 3% di provvigione dal venditore è un miraggio; nella capitale, gli incarichi di vendita, spesso “non in esclusiva”, si “strappano” a suon di zero per cento di compenso a “carico” del venditore.
Gli agenti immobiliari sono, in questo modo, felici e soddisfatti di avere una casa in più da proporre agli aspiranti acquirenti.
Spesso non si formalizzano sulla provvigione.
In breve, lavorano gratis per una delle parti e quindi, il rapporto professionale di equidistanza, che il mediatore dovrebbe sempre mantenere, va a farsi benedire….
D’altronde, tale comportamento è giustificato dal fatto che Roma, è una vera propria giungla d’asfalto anche dal punto di vista immobiliare e, per sopravvivere in essa, occorre essere molto flessibili e docili. Piegarsi come canna al vento delle consuetudini per non spezzarsi.
La “mitezza” è una virtù anche commerciale. Ed infatti i mediatori romani, tanti ma non tutti, fanno di necessità, “virtù”.
Ci si deve intendere bene: incassare una percentuale provvigionale del 4% dall’acquirente a fronte di un prezzo di vendita medio di un immobile di 300.000 - 400.000 euro può anche starci; il bilancio aziendale e familiare dell’ agente è comunque salvo. Meno la sua posizione di neutralità nella contrattazione che l'art. 1755 c.c. sembra far sorgere nel diritto a chiedere la provvigione ad entrambe le parti.
Ma tant'è....i prezzi elevati delle case di città giustificano pratiche piuttosto disinvolte anche se sono poi la norma; riscuotere, comunque, 10.000 - 15.000 euro da una vendita di un appartamento è sempre un bell’ incassare.
Ma il problema vero è soprattutto nei medi e piccoli centri, dove un appartamento di taglio medio raramente va oltre le 120.000 – 150.0000 euro.
In questo caso può reggere il bilancio di una ditta immobiliare che percepisce la provvigione solo dal venditore?
Non credo. (Attenzione pero: nei piccoli centri e nei paesi le spese di gestione sono notevolmente inferiori e, spesso, gli agenti operano in uffici di proprietà…).
Quindi come si comportano gli agenti immobiliari dei piccoli e medi centri urbani?
Incassano anche dal venditore?
Innalzano la percentuale della provvigione anche al 4 – 6% ?.
Si seguono altre procedure commerciali?
Si imitano i sistemi più inflessibili delle agenzie immobiliari in franchising?
Il tre per cento dal venditore e altrettanto dal compratore.
Ma questa è, solo teoria.
In una città come Roma, ad esempio, il 3% di provvigione dal venditore è un miraggio; nella capitale, gli incarichi di vendita, spesso “non in esclusiva”, si “strappano” a suon di zero per cento di compenso a “carico” del venditore.
Gli agenti immobiliari sono, in questo modo, felici e soddisfatti di avere una casa in più da proporre agli aspiranti acquirenti.
Spesso non si formalizzano sulla provvigione.
In breve, lavorano gratis per una delle parti e quindi, il rapporto professionale di equidistanza, che il mediatore dovrebbe sempre mantenere, va a farsi benedire….
D’altronde, tale comportamento è giustificato dal fatto che Roma, è una vera propria giungla d’asfalto anche dal punto di vista immobiliare e, per sopravvivere in essa, occorre essere molto flessibili e docili. Piegarsi come canna al vento delle consuetudini per non spezzarsi.
La “mitezza” è una virtù anche commerciale. Ed infatti i mediatori romani, tanti ma non tutti, fanno di necessità, “virtù”.
Ci si deve intendere bene: incassare una percentuale provvigionale del 4% dall’acquirente a fronte di un prezzo di vendita medio di un immobile di 300.000 - 400.000 euro può anche starci; il bilancio aziendale e familiare dell’ agente è comunque salvo. Meno la sua posizione di neutralità nella contrattazione che l'art. 1755 c.c. sembra far sorgere nel diritto a chiedere la provvigione ad entrambe le parti.
Ma tant'è....i prezzi elevati delle case di città giustificano pratiche piuttosto disinvolte anche se sono poi la norma; riscuotere, comunque, 10.000 - 15.000 euro da una vendita di un appartamento è sempre un bell’ incassare.
Ma il problema vero è soprattutto nei medi e piccoli centri, dove un appartamento di taglio medio raramente va oltre le 120.000 – 150.0000 euro.
In questo caso può reggere il bilancio di una ditta immobiliare che percepisce la provvigione solo dal venditore?
Non credo. (Attenzione pero: nei piccoli centri e nei paesi le spese di gestione sono notevolmente inferiori e, spesso, gli agenti operano in uffici di proprietà…).
Quindi come si comportano gli agenti immobiliari dei piccoli e medi centri urbani?
Incassano anche dal venditore?
Innalzano la percentuale della provvigione anche al 4 – 6% ?.
Si seguono altre procedure commerciali?
Si imitano i sistemi più inflessibili delle agenzie immobiliari in franchising?
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