ELLYDG

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Buon giorno, mio zio è morto mentre stava vendendo casa sua e acquistando un nuovo appartamento per il quale ha versato caparra confirmatoria e un acconto. I 7 eredi una volta fatta la successione procederanno con la vendita della casa come da preliminare ma non hanno intenzione di acquistare l appartamento. Il venditore ha ancora interesse a vendere specialmente la banca con cui ha un mutuo preme per questo. La proposta di acquisto riporta validità sino al 31.05 con rogito entro 30.09. Lo zio è morto il 7.11 e non era stato fatto il rogito perché aspettava di rogitare prima la vendita di casa sua. Gli eredi hanno già detto al venditore che gli lasciano la caparra e anche l acconto come risarcimento ma lui non si decide ancora a chiudere sperando che i 7 si decidano a comprare. Ora chiedo se ci sono presupposti per far sì che gli eredi proseguano nella loro scelta di non acquisto? Se il venditore porta gli eredi in tribunale per esecuzione coatta, questi saranno obbligati a comprare? Grazie
 

francesca63

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Ora chiedo se ci sono presupposti per far sì che gli eredi proseguano nella loro scelta di non acquisto? Se il venditore porta gli eredi in tribunale per esecuzione coatta, questi saranno obbligati a comprare?
In teoria il venditore potrebbe chiedere l’esecuzione del contratto in forma specifica, ma mi pare un’ipotesi davvero remota; soprattutto se caparra e acconto sono di una certa entità, sarebbe più logico si “accontentasse”, senza fare cause.
Suggerirei di incontrarlo quanto prima per formalizzare la risoluzione consensuale del contratto, in modo da chiudere la vicenda senza strascichi al più presto.
Così potrà cercare altro acquirente, avendo però avuto un risarcimento.
 

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Buon giorno, se ho ben compreso il decesso è avvenuto successivamente alla data ultima per il rogito, quindi la parte promittente acquirente era già inadempiente.
Al momento del preliminare è necessario stabilire quando deve essere firmata la vendita. Si tratta del termine di adempimento, una data prima della quale nessuna delle
parti può chiedere di fare la vendita se l’altra non è d’accordo. Dopo tale data sia l’acquirente sia il venditore possono invitare l’altra parte a firmare il contratto, davanti al
notaio, con un preavviso di almeno quindici giorni. Se questa ulteriore data non è rispettata, la parte "non inadempiente" potrà agire giudizialmente per ottenere una sentenza che produca gli stessi effetti del contratto definitivo, o per ottenere la risoluzione del preliminare e il risarcimento del danno; ovvero potrà recedere
dal contratto avvalendosi della caparra. Poi la via stragiudiziaria e amichevole è sempre consigliata.
 

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Se non c'è stato nessun invito a rogitare dopo la scadenza prestabilita gli eredi hanno agito coscienziosamente. In più il motivo è evidentemente giustificato.
 

ELLYDG

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Un primo momento il venditore ha detto che voleva chiudere tutto poi, su suggerimento della sua banca, sta dicendo agli eredi , tramite intermediario immobiliare, che è interessata a vendere.
 

ImmobilServizi

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Scusate, fatemi capire, ma se il termine è scaduto e nessun invito ad adempiere è giunto, su che base "la banca"suggerisce al venditore?? Se gli eredi vogliono chiudere e la controparte tergiversa, facciano pervenire nero su bianco la loro rinuncia a procedere con la compravendita in quanto è venuta meno la causa motivante l'acquisto. Quindi disponibili a perdere la caparra (sull'acconto ...non saprei!) e richiedano risposta in forma scritta entro max 10 gg. Qua non è che uno può andare all'infinito...o no??
 

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