Buonasera,
Sono un nuovo utente, fresco di registrazione. Ho iniziato a seguire il vostro Forum, perché ho trovato alcuni riferimenti molto precisi e puntuali: vi ringrazio sin d'ora, perché siete un'ottima fonte di consultazione.
Scrivo perché sono in dubbio su quale sia la strada più corretta da percorrere rispetto ad un immobile che ha delle difformità urbanistiche.
Premetto che sono alla ricerca della mia prima casa. Ho trovato un immobile che mi interessa e su cui sarei pronto a sottoscrivere una proposta. Durante la visita, l'agente mi aveva informato che c'erano delle difformità interne da regolarizzare con semplice CILA in sanatoria da parte del proprietario prima della vendita. Ricevuta la planimetria catastale però, oltre a delle tramezzature interne eliminate (che sembrano effettivamente sanabili tramite CILA), noto che il perimetro dell'immobile è diverso dallo stato attuale (una rientranza di pochi metri). Segnalo la cosa all'agente, che mi indica che me ne avrebbe informato il giorno stesso. Ha già consultato un tecnico che sostiene si tratti di una difformità facilmente sanabile con una CILA o una SCIA in sanatoria. Gli chiedo se è possibile avere il progetto originale: il tecnico si sta occupando di recuperarla (l'immobile è stato appena messo in vendita).
Rimango interessato all'immobile, ma, in base alla documentazione attuale, non mi è possibile determinare se la difformità è effettivamente sanabile. E questo può incidere sul valore dell'immobile (l'eventuale ripristino, rovinerebbe uno spazio interessante della casa).
Anche in base alle informazioni raccolte sul vostro forum, mi sembra di capire che le vie percorribili sono tre:
- presentare una proposta con clausola sospensiva condizionata alla regolarizzazione dello stato di fatto prima del rogito
- aspettare ulteriore documentazione una volta che il tecnico avrà recuperato i titoli urbanistici
- chiedere che un tecnico incaricato da me possa studiare la documentazione (o al massimo possa mettersi in contatto con il tecnico del venditore)
Quale sarebbe la "strategia" preferibile?
Il primo caso, mi consente di prenotare l'immobile... ma non capisco, in caso di accettazione, quanto mi tuteli. Se la regolarizzazione prevedesse un ripristino e non una reale legittimazione dello stato di fatto, la clausola sarebbe valida?
Preferirei incaricare un tecnico, ma dovrei avere l'accordo del proprietario: non so quanto sia prassi.
Non so se non sto prendendo in considerazione altre possibilità da offrire all'agenzia e al venditore, o altre soluzioni in uso in queste situazioni.
Sono un nuovo utente, fresco di registrazione. Ho iniziato a seguire il vostro Forum, perché ho trovato alcuni riferimenti molto precisi e puntuali: vi ringrazio sin d'ora, perché siete un'ottima fonte di consultazione.
Scrivo perché sono in dubbio su quale sia la strada più corretta da percorrere rispetto ad un immobile che ha delle difformità urbanistiche.
Premetto che sono alla ricerca della mia prima casa. Ho trovato un immobile che mi interessa e su cui sarei pronto a sottoscrivere una proposta. Durante la visita, l'agente mi aveva informato che c'erano delle difformità interne da regolarizzare con semplice CILA in sanatoria da parte del proprietario prima della vendita. Ricevuta la planimetria catastale però, oltre a delle tramezzature interne eliminate (che sembrano effettivamente sanabili tramite CILA), noto che il perimetro dell'immobile è diverso dallo stato attuale (una rientranza di pochi metri). Segnalo la cosa all'agente, che mi indica che me ne avrebbe informato il giorno stesso. Ha già consultato un tecnico che sostiene si tratti di una difformità facilmente sanabile con una CILA o una SCIA in sanatoria. Gli chiedo se è possibile avere il progetto originale: il tecnico si sta occupando di recuperarla (l'immobile è stato appena messo in vendita).
Rimango interessato all'immobile, ma, in base alla documentazione attuale, non mi è possibile determinare se la difformità è effettivamente sanabile. E questo può incidere sul valore dell'immobile (l'eventuale ripristino, rovinerebbe uno spazio interessante della casa).
Anche in base alle informazioni raccolte sul vostro forum, mi sembra di capire che le vie percorribili sono tre:
- presentare una proposta con clausola sospensiva condizionata alla regolarizzazione dello stato di fatto prima del rogito
- aspettare ulteriore documentazione una volta che il tecnico avrà recuperato i titoli urbanistici
- chiedere che un tecnico incaricato da me possa studiare la documentazione (o al massimo possa mettersi in contatto con il tecnico del venditore)
Quale sarebbe la "strategia" preferibile?
Il primo caso, mi consente di prenotare l'immobile... ma non capisco, in caso di accettazione, quanto mi tuteli. Se la regolarizzazione prevedesse un ripristino e non una reale legittimazione dello stato di fatto, la clausola sarebbe valida?
Preferirei incaricare un tecnico, ma dovrei avere l'accordo del proprietario: non so quanto sia prassi.
Non so se non sto prendendo in considerazione altre possibilità da offrire all'agenzia e al venditore, o altre soluzioni in uso in queste situazioni.