la differenza tra ferro ed alluminio
Se per radiatori in ferro si intendono quelli in lamierino, credo siano ormai da sconsigliare richiedendo manutenzione e tendenza ad arrugginire.
Quanto alla ridotta inerzia termica, credo ti riferissi soprattutto a quelli in alluminio. Forse non so come siano quelli che definite in ferro.
altri in ghisa
Sono quelli belli pesanti tipici negli anni 50-70 che si presentano con elementi multitubolari.
 
Se per radiatori in ferro si intendono quelli in lamierino, credo siano ormai da sconsigliare richiedendo manutenzione e tendenza ad arrugginire.
Quanto alla ridotta inerzia termica, credo ti riferissi soprattutto a quelli in alluminio. Forse non so come siano quelli che definite in ferro.
Si sono quelli che solitamente erano realizzati con impianto monotubo con un indicew kW molto basso ... ed è per questo che non soltanto li sconsiglio, ma li ho sempre voluti cambiare con altri, magari in alluminio.

Sono quelli belli pesanti tipici negli anni 50-70 che si presentano con elementi multitubolari.
Certamente oggi non più in uso per il consumismo sfrenato (per l'ignoranza delle persone), comunque nella meno peggio meglio l'alluminio è resistente alle acidità dell'acqua ...
 
Si sono quelli che solitamente erano realizzati con impianto monotubo
Non sono molto esperto ma se non ricordo male per un bilocale l'idraulico credo abbia realizzato un impianto monotubo: ed i radiatori erano quelli in alluminio. Mi pare una linea serviva il soggiorno e l'ingresso. La seconda linea la camera e il bagno. Il risultato era ottimale.
 
Non erano in base al numero di locali, ma in base alla tipologia di impianto scelto; negli anni 60 fino agli inizi degli anni 70 si sceglievano impianti monotubo per convenienza impiantistica, (non esisteva la legge 10, e poco importava il consumo e la dispersione) ... e questi sono stati realizzati per impianti in ambienti di 4 locali e oltre ... La linea era unica, monotubo in serie e non radiale ... e se perdeva un tubo si fermava tutto l'impianto, pensa che non esisteva nemmeno il collettore, e il suo punto nodale era quasi sempre in prossimità dell'ingresso dell'U.A.
 
Nel mio caso credo il collettore della caldaia permetteva due linee, e le chiamavano comunque monotubo, avendo due radiatori in serie su ognuno dei due anelli
 
Beh sono tutti chiusi, non mi stupisce che funzionino male,
Fosse per me coprirei tutti i caloriferi, come negli anni 80. Io poi preferisco quelli in ghisa bassi meglio se coperti come quelli in foto ma non ho mai pensato che la copertura potesse danneggiare il funzionamento del calorifero. Peccato…
 
Fosse per me coprirei tutti i caloriferi, come negli anni 80. Io poi preferisco quelli in ghisa bassi meglio se coperti come quelli in foto ma non ho mai pensato che la copertura potesse danneggiare il funzionamento del calorifero. Peccato…
La copertura dei caloriferi, qualunque questa sia, soprattutto se chiusi con elementi in legno (usati molto negli anni 70/80) porta ad una carenza di circolo d'aria, e questo non soltanto disperde verso l'esterno, per questo funzionano male. Quelli in foo sono stati realizzati così e non hanno nessuna ostruzione per il circolo d'aria ...
Se proprio si vuole chiuderli meglio non averli e realizzare un impianto radiale a pavimento, si ha la certezza di avere riscaldato gli ambienti fino ad un'altezza di 230 cm., idelale per le caldaie a condensazione e di nuova tecnologia.
 

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