alvaro avenante

Membro Junior
Agente Immobiliare
Sei anni fa "imprestai" a mio figlio una somma per acquistare un appartamento, una seconda quota la impegnò la sua compagna ed una terza fu acquisita con un mutuo. Ora separati e con una figlia in mezzo sono giunti alla conclusione di vendere (a nessuno dei due interessa quell'appartamento).
La vendita e sicuramente in perdita visto il mercato attuale. Non è questo il problema.
Dalla quota ricavata verrà immediatamente stornato il necessario all'estinzione del mutuo, il rimanente verrà suddiviso fra mio figlio e la ex. Ex che ha o meglio si è lasciata sfuggire la notizia che darà il ricavato ai suoi genitori risultando così nulla tenente. Mio figlio vuole fare altrettanto anche perché sospetta che con la scusa della nulla tenenza la ex possa avanzare pretese sulla quota a lui spettate.
La mia domanda è: visto che la quota che riceverà e mi " restituirà" è assai meno di quella che a suo tempo gli "imprestai" a me risulterà un'entrata tassabile? Se si in che misura?
Grazie per ogni notizia utile in merito.
 

Albano50

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Sei anni fa "imprestai" a mio figlio una somma per acquistare un appartamento,
Premessa.
Affinché sul passaggio di denaro non venga imposta la tassa sulle donazioni (con relative sanzioni), è necessario rispettare alcuni piccoli accorgimenti. Il denaro, affinché l’Agenzia delle Entrate non rilevi la scorrettezza, deve avvenire come “prestito infruttifero”. Si tratta di un finanziamento tra privati che non prevede alcuni dei passaggi obbligatori per ottenere un prestito dalla banca o dalle Poste. È, insomma, un modo per aiutare un figlio in maniera semplice ma, soprattutto, regolare.
Il prestito infruttifero fra parenti o amici. Innanzitutto deve avvenire in forma occasionale, il che significa che una persona non può concedere del denaro in forma abituale al beneficiario altrimenti decadrebbero i presupposti e diventerebbe un finanziamento che solo le banche e gli operatori abilitati possono fare.
Vi sarebbe poi il rischio di incorrere in accertamenti, sotto il profilo penale, per operazioni sospette di riciclaggio su segnalazione della banca. Per questo il prestito deve avvenire occasionalmente e deve essere corredato da una scrittura privata fra le parti in modo tale che l’Agenzia delle Entrate possa sapere con certezza da dove proviene il denaro, dove va a finire e per quale scopo.

Fatta questa premessa non credo che i soldi che ti restituirà tuo figlio vadano dichiarati.Se quando hai prestato i soldi a tuo figlio lo hai fatto con bonifico riportando nella causale per esempio "prestito infruttifero per acquisto appartamento" e tuo figlio ti restituisce quello che può con lo stesso metodo puoi sempre dimostrare all'Ade, in caso di verifiche, la correttezza dell'operazione.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
la ex possa avanzare pretese sulla quota a lui spettate.
Non è possibile; se ognuno dei due riceve la sua parte, niente altro è dovuto; al massimo , anzi di sicuro, avanzerà pretese per il mantenimento della figlia, come è normale e previsto, se la figlia vivrà con lei.
visto che la quota che riceverà e mi " restituirà" è assai meno di quella che a suo tempo gli "imprestai" a me risulterà un'entrata tassabile?
No; devi solo farti fare un bonifico con la dicitura "reso prestito per acquisto immobile del 2014" , e non avrai problemi. E' la verità, ed è lecito e normale.
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Sei anni fa "imprestai" a mio figlio una somma per acquistare un appartamento, una seconda quota la impegnò la sua compagna ed una terza fu acquisita con un mutuo. Ora separati e con una figlia in mezzo sono giunti alla conclusione di vendere (a nessuno dei due interessa quell'appartamento).
La vendita e sicuramente in perdita visto il mercato attuale. Non è questo il problema.
Dalla quota ricavata verrà immediatamente stornato il necessario all'estinzione del mutuo, il rimanente verrà suddiviso fra mio figlio e la ex. Ex che ha o meglio si è lasciata sfuggire la notizia che darà il ricavato ai suoi genitori risultando così nulla tenente. Mio figlio vuole fare altrettanto anche perché sospetta che con la scusa della nulla tenenza la ex possa avanzare pretese sulla quota a lui spettate.
La mia domanda è: visto che la quota che riceverà e mi " restituirà" è assai meno di quella che a suo tempo gli "imprestai" a me risulterà un'entrata tassabile? Se si in che misura?
Grazie per ogni notizia utile in merito.
Prima di tutto non è affatto vero che oggi i prezzi delle case siano inferiori a 6 anni fa, nella peggiore delle ipoesi sono analoghi, in altre aree sono saliti, sempre che allora l'abbiate comprata al giusto prezzo. Per la domanda sulla tassazione credo che potrà darti un consiglio sicuro solo un comemrcialista o un caf che veda documenti.
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Non c'è bisogno del commercialista per sapere che un prestito restituito da un figlio non genera alcun reddito, e non deve essere dichiarato.
Bisogna vedere cosa hanno scritto nell'atto di acquisto, ammesso che in generale abbiano scritto qualcosa, perchè se fosse una donazione di denaro sarebbe diverso. In pratica i soldi che prende adesso come li mette in relazione a quelli usciti? Siamo certi che con quello che hanno (o non hanno) scritto possa farlo? A volte l'aver usato un conto cointestato o intestato ad un altro cambia tutto per la legge. Secondo me un caf o un commercialista che verifichi che davvero risulti per l'agenzia delle entrate un semplice prestito restiutio è sempre utile
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
In pratica i soldi che prende adesso come li mette in relazione a quelli usciti?
Ha scritto che i soldi erano stati prestati.
Di solito, in un caso come questo, a rogito si scrive che parte del saldo è stato fornito dal genitore, senza specificare se come prestito , o a fondo perduto.
L'obiettivo è di tracciare il denaro, non di sviscerare i rapporti economici tra parenti; e se anche fosse stato un versamento a fondo perso, nulla vieta di restituirlo, visto che viene venduta la casa, motivo della dazione .
Se a rogito non è indicato nulla , ugualmente possono essere restituiti senza problemi.
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Ha scritto che i soldi erano stati prestati.
Di solito, in un caso come questo, a rogito si scrive che parte del saldo è stato fornito dal genitore, senza specificare se come prestito , o a fondo perduto.
L'obiettivo è di tracciare il denaro, non di sviscerare i rapporti economici tra parenti; e se anche fosse stato un versamento a fondo perso, nulla vieta di restituirlo, visto che viene venduta la casa, motivo della dazione .
Se a rogito non è indicato nulla , ugualmente possono essere restituiti senza problemi.
Non è mia materia la parte fiscale, non me la sento di esserne sicuro.
 

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