Silvio Luise

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Che io svolga attivita' privata ,con un ufficio non aperto al pubblico ( esempio la lavanderia di casa mia ) credo sia possibile .....ma se poi devo eleggere anche domicilio fiscale per la mia attività la vedo dura.....
 

STUDIOMINUCCI

Membro Assiduo
Amm.re Condominio
Ma...non credo che si debba procedere per immaginazione: il principio di tutti i princìpi è che....è lecito tutto quel che non è espressamente vietato.
Per tantisisme attività esistono prescrizioni ben precise, e lì non si discute.
Ma per gli studi professionali (e lo studio tecnico certamente lo è) , io ignoro l'esistenza di prescrizioni o divieti: mai appreso da alcuna fonte normativa (generale o locale) che lo studio professionale debba stare in un A10! Nel contempo vedo personalmente e di continuo splendidi studi professionali ubicati in unità immobiliari che non potrebbero mai esssere A10 neanche a piangere, e soni di medici e avvocati e commercialisti, quanto di architetti ed ingegneri. Per non parlare dei tantissimi di loro che hanno il classico appartamentone tutto A2 in cui c'è lo studio professionale da duemila anni e , comunicante dall'interno, la residenza del professionista...
Insomma: diciamo che c'è , sta norma, perchè sappiamo che c'è.....o solo perchè immaginiamo che ci "dovrebbe" essere? :occhi_al_cielo:
 
I

ilragno

Ospite
In ogni città vi sono negozi utilizzati come uffici (mi è capitato di vedere anche studi legali). Suppongo che mai si sia obiettato in merito alla classificazione dell'immobile.
Un tempo questi locali non erano apprezzati per tali attività, e quindi la questione non si poneva.
Ora la realtà è diversa e si è modificata in un modo tale che la norma non aveva previsto.
Un grosso studio dentistico plurimo è stato aperto dove prima c'era un grande bar (fallito). Non so cosa hanno fatto urbanisticamente e catastalmente, ma ci passo davanti spesso.
 
I

ilragno

Ospite
Che io svolga attivita' privata ,con un ufficio non aperto al pubblico ( esempio la lavanderia di casa mia ) credo sia possibile .....ma se poi devo eleggere anche domicilio fiscale per la mia attività la vedo dura.....
Il domicilio fiscale, per un professionista o per una ditta individuale, è quello di residenza. La sede ed il luogo di conservazione dei documenti fiscali possono essere anche in un C/1.
 

Silvio Luise

Membro Attivo
Agente Immobiliare
......magari se la lavanderia e' un locale di casa tua ma se te la affitta la signora del piano di sopra o e' lontano dal tuo domicilio f. ? E devi dichiarare in camera com.altra sede che fai? Puoi anche non dichiarare ok e stare nella lavanderia della sig.ra Maria ma.....poi vallo a dire alle F.G. .....ma non stavo pensando in particolare al C1 ma anche alle altre categorie ....che in pratica non avrebbero senso di esistere se quanto affermato in altri post e corretto .... Perché' il percorso potrebbe essere anche inverso . In un C1 ci vado a vivere ( ha luce acqua servizi igienici ....) quindi e' un A2.....ma non e' così .
 

bruno80

Membro Attivo
Professionista
La categoria catastale A/10 prevede esplicitamente Uffici o Studi privati. Quindi che sia o meno aperto al pubblico è ininfluente; ciò che influisce è l'attività svolta nell'unità immobiliare. Un appartamento ad uso abitativo A/2 può essere trasformato in un A/10 con una Dia senza opere per diversa utilizzazione dei locali e successiva variazione catastale; all'interno quindi non cambia assolutamente nulla, se non, appunto, la diversa utilizzazione dei locali. Con lo stesso principio anche un negozio oppure un magazzino o un laboratorio possono essere trasformati in ufficio se le norme urbanistiche lo prevedono. Saluti!
 

STUDIOMINUCCI

Membro Assiduo
Amm.re Condominio
La categoria catastale A/10 prevede esplicitamente Uffici o Studi privati.


Perfetto!
Questo ci dice soltanto che quando accatastiamo una unità, se già sappiamo che sarà destinata ad ufficio la accatastiamo A10 (se possibile).

Ma dov'è la norma che direbbe che un geometra o un architetto o un avvocato o medico possono fare il loro studio solo in un A10?
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Ma dov'è la norma che direbbe che un geometra o un architetto o un avvocato o medico possono fare il loro studio solo in un A10?
La norma c'è, ed è sintetizzata anche nell'Allegato B alla circolare 1/2006 della Ag Territorio.

Tra le tipologie di interventi influenti sul classamento e sulla rendita catastale, sono incluse anche le variazioni di destinazione d'uso delle unità immobiliari. Situazioni che comportano l'obbligo di un aggiornamento catastale.

Il problema non è la norma, che esiste: è la sua applicazione o applicabilità che latita; come hanno detto in molti, ci sono numerosissimi casi palesi e sotto gli occhi di tutti, dove la situazione è "tollerata" o ignorata dagli enti preposti; diiciamo, la classica situazione all'italiana. Di per se quindi nessuno è particolarmente fiscale, fino a quando per qualche ragione burocratica, non occorre esibire una indicazione dei dati catastali coerente con l'attività prevista: cioè quando la burocrazie interviene, al quadrato o al cubo , ecc.

Vedi anche circ 1/2006 e 1/2001 AdT
la causale variazione di destinazione può essere utilizzata solamente
quando l’unità immobiliare viene interamente trasformata nella sua destinazione, senza
cioè fondersi e/o dividersi con altre. È obbligatoria l’attribuzione di un nuovo
subalterno.
o
 

bruno80

Membro Attivo
Professionista
Perfetto!
Questo ci dice soltanto che quando accatastiamo una unità, se già sappiamo che sarà destinata ad ufficio la accatastiamo A10 (se possibile).

Non solo, anche quando variamo la sua destinazione. Purtroppo, ripeto, c'è ben poco da fare o opinare. Se un appartamento viene utilizzato per studio, ufficio, aperto al pubblico o privato, bisogna mutare la destinazione urbanistica e quella catastale. Che poi ciò non avvenga sempre o vi siano professionisti che lavorano in un appartamento ad uso abitativo, questo non è un problema nostro, ma loro e di chi non controlla. Saluti.
 

STUDIOMINUCCI

Membro Assiduo
Amm.re Condominio
Linko direttamente la fonte, che è molto più tecnica di me:
http://www.darioflaccovio.it/pdfdescr/714-DF0092.pdf

Dopo una utilissima ricognizione dei criteri di classamento degli immobili (ad uso dei tecnici) , l'Autore ricorda a pagina 29:
"si rammenta che l'assegnazione di una unità immobiliare ad una determinata categoria catastale NON va va fatta in base all'uso attuale, bensì in base alla destinazione propria risultante dalle caratteristiche costruttive."

Ora: se un locale su strada ha le caratteristiche costruttive del C1 dovrà essere classato C1, e fin qui non ci piove.
Ma dove la leggete la norma che vieterebbe ad un professionista di scegliersi , in modo legalissimo, un C1 al posto di un A10, atteso che ad un C1 non manca alcuna delle caratteristiche di salubrità e quant'altro che caratterizzano un A10 , e ha soltanto qualche prerogativa in più (ossia l'accesso diretto su strada, per esempio) ?
In altri termini : cosa c'entra il classamento dell'immobile (che riguarda l'immobile e le SUE caraterristiche) con quel che ci faccio allinterno, SE non esiste una norma - che riguarda quell'attività, invece - ad impormi di esercitarla solo ed esclusivamente all'interno di immobili classati in un modo piuttosto che nell'altro???

Manco a farlo apposta, c'è qualche caso eclatante di portata nazionale : almeno una associazione/società di giovani Avvocati (ma credo siano più d'una) hanno inventato l'idea de "l'avvocato di strada" (il concetto è stato ripreso - ripeto - da diverse entità di livello o aspirazione nazionale, in varii modi e applicativi) e ....il concetto base era esattamente quello di aprire studi "su strada" , e dunque in locali negozio, ed offrire tariffe chiare ed agevolate, proprio per recuperare l'immediatezza ed agibilità di rapporto fra Legale e Utenza!!!!
Rischieranno sanzioni? :^^: Non avranno saputo studiare questa normativa? :innocente:
 

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