galeone immobiliare

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Buona sera Colleghi,
gradirei un vostro parere sulla distribuzione di utili tra colleghi soci.

Mi spiego meglio:

Un collega col quale si collabora al momento occasionalmente, ha espresso il desiderio di entrare in forma di società nella mia Agenzia ( ditta individuale).
Considerato che dal canto mio avverto utile una crescita dell'organico in forma societaria, sapreste darmi qualche suggerimento sul tipo di ingresso da far fare ad eventuali subentranti?
Come distribuire poi i profitti?
Farei volentieri tesoro di qualche vostro consiglio.
Grazie Colleghi.
Cordiali saluti.

Maria Galeone
 

rosario invincibile

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Anch'io ho lo stesso problema. Sembrerebbe a prima vista facile la ripartizione in parti uguali fra quanti sono i componenti soci o ritenuti tali. Ma non è cosi.
Partiamo da ditta individuale e collobaratori di fatto. Se sei l'unico responsabile di agenzia con patentino, iscritto alla CCIAA, all'INPS, con tanto di partita IVA, sappi che devi contribuire a prescindere dal reddito conseguito alle spese fisse che si aggirano intorno a 3-4000€, di cui la parte del leone lo fa l'Inps con i suoi €3000 di contributi previdenziali da versare.
Ora facciamo un esempio: introiti delle provvigioni con fattura.
Anche se i tuoi collaboratori contribuiscono in maniera determinante alla conclusione dell'affare di cui tu dovresti ratificare con la tua presenza ammesso che ci sia, dovresti togliere dal ricavato l'IVA, l'aliquota IRPEF e solo allora si potrebbe dividere con i soci che hanno intervenuto nell'affare. Ma qui ci perdiamo nell'attribuire le percentuali ai soci perchè dobbiamo vedere se esiste un ufficio, chi ci lavora, se il cliente è venuto spontaneo (compratore e venditore) se invece lo ha portato il collaboratore o il titolare, se i collaboratori partecipano agli utili e ne condividono le spese. Ma come si fa a gestire una società cosi di fatto alla stessa stregua di una società di persone o di capitali?
Qui quello che rischia è il titolare e per questo motivo che si deve riconoscere almeno il 50% delle provvigioni anche se non interviene alla conclusione dell'affare.
Fare tutto in nero? Altamente rischioso per il titolare , è passibile di denuncia,litigi ecc. qui dividere in 2 o in 3 o 4 è facile, ma se ti beccano?
Fare una società(sas o srl) è la soluzione migliore, perchè tutto viene formalizzato nell'atto costitutivo e statuto con una differenza: che nella sas il responsabile è il socio accomandatario con patentino con il suo patrimonio personale, mentre gli accomandanti rispondono con il capitale conferito. Le percentuali se gli accomandanti ci mettono il 99% di capitale e l'accomandatario l'1%, gli utili da riconoscere all'accomandatario non è in funzione al capitale conferito ma alla sua responsabilità di socio e che direi non meno del 25% anche se non fa un ****o. Per la srl, l'amministratore unico deve avere i patentino. Ora se tutti i sono hanno il patentino si può fare una equa ripartizione, ma sempre si deve tenere occhio a chi porta il cliente venditore, compratore, clienti di flusso spontaneo (se si presenta in agenzia, da internet, da lettura sui cartelli vendesi ecc..). Il mio suggerimento quando c'è una società è di considerare a priori la struttura societaria come un socio per cui se siamo 2 io faccio 2+1=3 alla società darò il 33% per le spese poi a fine anno se ci sono utili si divide tra i soci. Il resto 66% da dividere non in parti uguali ma in ragione come detto sopra. Insomma è complesa la cosa, bisogna dare delle incentivazioni ai soci che vi lavorano e meno a chi se ne sta a casa. Io la penso cosi. Saluti.
 

topcasa

Membro Storico
Anch'io ho lo stesso problema. Sembrerebbe a prima vista facile la ripartizione in parti uguali fra quanti sono i componenti soci o ritenuti tali. Ma non è cosi.
Partiamo da ditta individuale e collobaratori di fatto. Se sei l'unico responsabile di agenzia con patentino, iscritto alla CCIAA, all'INPS, con tanto di partita IVA, sappi che devi contribuire a prescindere dal reddito conseguito alle spese fisse che si aggirano intorno a 3-4000€, di cui la parte del leone lo fa l'Inps con i suoi €3000 di contributi previdenziali da versare.
Ora facciamo un esempio: introiti delle provvigioni con fattura.
Anche se i tuoi collaboratori contribuiscono in maniera determinante alla conclusione dell'affare di cui tu dovresti ratificare con la tua presenza ammesso che ci sia, dovresti togliere dal ricavato l'IVA, l'aliquota IRPEF e solo allora si potrebbe dividere con i soci che hanno intervenuto nell'affare. Ma qui ci perdiamo nell'attribuire le percentuali ai soci perchè dobbiamo vedere se esiste un ufficio, chi ci lavora, se il cliente è venuto spontaneo (compratore e venditore) se invece lo ha portato il collaboratore o il titolare, se i collaboratori partecipano agli utili e ne condividono le spese. Ma come si fa a gestire una società cosi di fatto alla stessa stregua di una società di persone o di capitali?
Qui quello che rischia è il titolare e per questo motivo che si deve riconoscere almeno il 50% delle provvigioni anche se non interviene alla conclusione dell'affare.
Fare tutto in nero? Altamente rischioso per il titolare , è passibile di denuncia,litigi ecc. qui dividere in 2 o in 3 o 4 è facile, ma se ti beccano?
Fare una società(sas o srl) è la soluzione migliore, perchè tutto viene formalizzato nell'atto costitutivo e statuto con una differenza: che nella sas il responsabile è il socio accomandatario con patentino con il suo patrimonio personale, mentre gli accomandanti rispondono con il capitale conferito. Le percentuali se gli accomandanti ci mettono il 99% di capitale e l'accomandatario l'1%, gli utili da riconoscere all'accomandatario non è in funzione al capitale conferito ma alla sua responsabilità di socio e che direi non meno del 25% anche se non fa un ****o. Per la srl, l'amministratore unico deve avere i patentino. Ora se tutti i sono hanno il patentino si può fare una equa ripartizione, ma sempre si deve tenere occhio a chi porta il cliente venditore, compratore, clienti di flusso spontaneo (se si presenta in agenzia, da internet, da lettura sui cartelli vendesi ecc..). Il mio suggerimento quando c'è una società è di considerare a priori la struttura societaria come un socio per cui se siamo 2 io faccio 2+1=3 alla società darò il 33% per le spese poi a fine anno se ci sono utili si divide tra i soci. Il resto 66% da dividere non in parti uguali ma in ragione come detto sopra. Insomma è complesa la cosa, bisogna dare delle incentivazioni ai soci che vi lavorano e meno a chi se ne sta a casa. Io la penso cosi. Saluti.
Io penso che tu abbia contribuito a fargli più confusione o mi sbaglio?
 

rosario invincibile

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Puo darsi topcasa, ma gestiscilo tu una agenzia immobiliare con soci. Qui non siamo in un negozio di frutta e verdura. Te la sentiresti tu di stare a casa mentre i tuoi soci collaboratori lavorano e procacciano, anche quando dividete in parti uguali i proventi? Allora Vi consigio di andare da un buon commercialista che abbia clienti similari alla mediazione, forse vi darà una dritta migliore della mia.
 

topcasa

Membro Storico
Puo darsi topcasa, ma gestiscilo tu una agenzia immobiliare con soci. Qui non siamo in un negozio di frutta e verdura. Te la sentiresti tu di stare a casa mentre i tuoi soci collaboratori lavorano e procacciano, anche quando dividete in parti uguali i proventi? Allora Vi consigio di andare da un buon commercialista che abbia clienti similari alla mediazione, forse vi darà una dritta migliore della mia.
Se addirittura dai il 50% ad un buon AI perchè mai non dovrebbe rendere il massimo, specialmente se hai già la clientela?
 

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