Agenti immobiliari: per il 60% la crisi è di lungo periodo
05/10/2010
- "Agenzie immobiliari allo specchio: operatività ed organizzazione in tempi di crisi": è l’indagine – realizzata in collaborazione con Studio Lascar – illustrata in un convegno in Unione Confcommercio da FIMAA Milano (il Collegio degli agenti d'affari e d'intermediazione). Incontro che ha visto una forte partecipazione di agenti immobiliari e un qualificato parterre di interventi: Il convegno è stato aperto dal presidente FIMAA Milano, Lionella Maggi.
L’indagine è stata poi presentata Stefano Lascar (Studio Lascar). A seguire, la tavola rotonda sui temi trattati nell’indagine con gli interventi di: Valerio Angeletti, presidente FIMAA Italia; Vincenzo Albanese, vicario FIMAA Milano; Marzia Morena, presidente RICS Italia; Giancarlo Bracco, presidente FIABCI Italia, Bruno Vettore, consigliere Assofranchising; Riccardo Grassi, associato FIMAA Milano, autore del libro”Marketing strategico ed analisi della concorrenza nell’intermediazione immobiliare”; Carlo Giordano, amministratore delegato Immobiliare.it, Giorgio Formento, presidente del Social Network immobilio.it. Ha moderato la tavola rotonda Mauro Danielli, vicepresidente FIMAA Milano.
L’indagine condotta dall’Ufficio studi FIMAA Milano e Studio Lascar, permette di rappresentare in modo realistico la situazione degli operatori del settore e, soprattutto, di cogliere i modelli reattivi più efficaci per rispondere al nuovo andamento del mercato.
La quasi totalità degli operatori concorda nel ritenere la crisi ancora in corso, seppur forti differenziazioni appaiono evidenti.
Crisi profonda e di lungo periodo per il 60% degli agenti. Il 33% crisi ancora in corso, ma con un mercato che si sta stabilizzando.
Prevale l’orientamento ad investire sull’azienda per migliorarne i risultati, ma a ciò si contrappone una buona fetta di operatori che intende semplicemente aspettare che il mercato assuma caratteristiche migliori.
La percezione che emerge dall’indagine trova riscontro nell’operatività degli agenti immobiliari: “Le compravendite residenziali – rileva Mauro Danielli - sono diminuite del 30%. Da 850.000 nel 2006 sono scese a 600.000 nel 2009. Il pur positivo incremento del 4,5% registrato nel primo semestre dell’anno non ci deve far dimenticare che per riportarci ai livelli del 2006 l’incremento delle compravendite dovrebbe essere del 40%”.
“Mentre le agenzie – prosegue Danielli – sono pressoché raddoppiate passando dalle 23.512 del 2000 alle 41.500 del 2009. Nell’ultimo anno il trend di crescita è in frenata, ma vi è pur sempre un incremento dell’1,9%. E il numero di compravendite annue per singolo agente è passato da 8 a 6 con una evidente contrazione dei ricavi e conseguente riduzione degli utili”.
Dall’analisi dei dati emergono alcuni forti tratti comuni: l’articolazione aziendale media delinea un “universo di microimprenditoria”; sembra progressivamente appannarsi la tradizionale diffidenza verso le collaborazioni; si presenta con forza la questione delicata e scottante delle concessioni al cliente intese come sconti praticati sulle spettanze dell’agenzia o come servizi aggiuntivi non addebitati; lo sforzo operato per modificare organizzazione e procedure al fine di limitare i costi, evidenzia chiaramente quanto la crisi sia stata costrittiva e pesante per tutto il settore. Per quanto riguarda la variazione di organico, è significativo il numero di agenzie che ha visto ridursi il numero di collaboratori, ma non si tratta affatto di un dato prevalente. La crisi non ha infatti necessariamente comportato una riduzione del numero di collaboratori e, in alcuni casi, si è assistito addirittura a nuovi inserimenti.
Una certa parte delle agenzie immobiliari oggetto dello studio, ha “cavalcato” la crisi, anche rimodulando rapidamente i codici comportamentali al variare delle condizioni di mercato, cogliendone occasioni di rafforzamento e, addirittura, di espansione. Se ne delineano procedure operative e organizzative specifiche, precise modalità di approccio commerciale, evidenti strategie di acquisizione, di gestione dell’incarico e del cliente.
“Dopo un periodo di ininterrotta crescita, siamo di fronte – conclude Danielli – a uno scenario completamente mutato che stimola gli agenti immobiliari ad avviare quei processi di cambiamento e riposizionamento che la crisi ha solo reso più necessari, ma che da tempo erano presenti”.