Qwerty1984

Membro Junior
Agente Immobiliare
Salve,

Vi anticipo questo caso.
Una terza persona esterna ad ogni tipo di rapporto familiare diretto, ma legati solo da legame affettivo, decide di lasciare la piena proprietà della sua abitazione una volta deceduta a mio fratello.

Al momento ha eseguito solo un testamento olografo privato.
Ma l'intenzione sembra quella di voler formalizzare anche davanti un avvocato/notaio.

Le perplessità al momento sono le seguenti:
- come si può tutelare il futuro beneficiario (rispettando le volontà del defunto) per non incorrere in ricorsi da parenti diretti come figli, cugini o altro per ottenere la propria quota?
- quale strada alternativa potrebbe esserci oltre al testamento olografo?

Grazie.
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Sia in caso di donazione che in caso di successione, solo una parte di eredità può essere devoluta escludendo i legittimari (coniuge e figli o genitori): la cosiddetta disponibile che oscilla tra il 50% ed il 25% dell'asse ereditario in base al numero degli eredi.

Se la casa, per valore, rientrasse nella quota disponibile, non ci sarebbero particolari problemi, ma se si trattasse dell'unico avere, in presenza di eredi legittimari, ed a prescindere dai contenuti del testamento che può essere eventualmente impuganto, solo una quota della stessa potrà essere ereditata dal "non parente".

In alcuni casi, per evitare questo, si può optare per la vendita dell'immobile. Spesso si concludono delle vendite fittizie a favore della persona a cui si vorrebbe lasciare l'immobile.

Se però risultasse possibile dimostrare la simulazione di una donazione (perchè magari il prezzo non risulta pagato, o risulta pagato con soldi che non sono dell'acquirente, o solo in minima parte o con pagamento differito a babbo morto), anche la compravendita potrebbe essere impugnata.
 

Qwerty1984

Membro Junior
Agente Immobiliare
Sia in caso di donazione che in caso di successione, solo una parte di eredità può essere devoluta escludendo i legittimari (coniuge e figli o genitori): la cosiddetta disponibile che oscilla tra il 50% ed il 25% dell'asse ereditario in base al numero degli eredi.

Se la casa, per valore, rientrasse nella quota disponibile, non ci sarebbero particolari problemi,

Mettiamo quindi che l'appartamento in questione è situato in una struttura bifamiliare di cui entrambe le proprietà sono ancora di piena proprietà dell'esecutore del testamento e che questo trascrivesse nel testamento di dare un immobile (il 50%) al parente diretto (es. figlio) e l'altro 50% alla terza persona.
In questo caso è un operazione che rientra nel caso sopra citato?

E se eventualmente anche il figlio, concorde, decidesse di rinunciare preventivamente a quell'immobile? Come può muoversi per far questo?
 

davideboschi

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Se c'è un solo erede, la sua quota legittima è del 50% e il rimanente 50% è a disposizione di chi lascia l'eredità, che può lasciarlo a chi vuole. Quindi il figlio non ha titolo per opporsi a un lascito a terzi, se questo lascito non supera il 50% del valore totale dell'asse ereditario.
Se però dovesse saltar fuori qualche altro erede legittimo, allora si apre la strada all'impugnazione del testamento.

E se eventualmente anche il figlio, concorde, decidesse di rinunciare preventivamente a quell'immobile? Come può muoversi per far questo?
Questa domanda è un po' oscura. Non ha senso scrivere che il figlio rinuncia all'immobile, visto che già in partenza non ha nessun diritto su di esso. E non deve fare nulla, basta che non impugni il testamento. E visto che non ha titolo per impugnarlo, non può far altro che lasciare le cose come stanno.

Questo in linea di diritto. Se poi lui vuole proprio piantare una grana, lo farà lo stesso, e dovrete fare valere le vostre ragioni davanti al giudice.
 

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