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Effettuiamo qualche valutazione ed esame in prospettiva, approfittando del distacco dell’osservazione che ci permette l’inesorabile passare del tempo seppure di pochi anni; precisamente 4 unitamente a 7 mesi.

Febbraio 2013: la crisi del mercato immobiliare (anche quella dell’intera economia italiana) era al suo acme, inutile che ve lo ricordi… imperversava ancora il governo di Mario Monti e, tra nuove salatissime imposte, resistenza dei proprietari al necessario deprezzamento delle quotazioni dei loro immobili con relativa paralisi delle compravendite, raddoppio della disoccupazione, crollo del PIL italiano del – 9% , la situazione si era fatta nera se non angosciosa; molti agenti immobiliari si accorsero che il livello dei loro guadagni stava ruzzolando per le terre; qualcuno accarezzerò l’ idea di abbassare le serrande della sua agenzia e di cambiare lavoro oppure di anticipare la pensione; i brontolii, le lagnanze e le recriminazione dei troppi affari andati in fumo producevano, anche qui su Immobilio, quasi lo sgradevole effetto rimbombante di un eco….

Era quasi un pianto greco.

Però, all’improvviso, in modo provvidenziale, spuntò dal nulla la figura angelica e paradigmatica ma quanto mai realistica e concreta del rag. Artemio Pecorazzi che, mettendo a frutto il suo piccolo tesoro di umanità e di buonsenso, (DECISE DI VENDERE ED AFFITTARE), tese una mano benevola e clemente all’intera categoria degli agenti immobiliari riuscendo a mettere in salvo, da uomo semplice, attraverso il suo spontaneo spirito di equilibrio e di assennatezza, il mercato immobiliare italiano, strappando al pericolo della mancanza di nuove compravendite i rendiconti di tanti mediatori esperti ed onesti.

Febbraio 2013 – settembre 2017: quanto della saggezza e della ragionevolezza dell’ epico rag. Artemio Pecorazzi mettete sulla vostra personale bilancia a proposito dell’uscita dal pantano delle sabbie mobili del mercato immobiliare italiano e della salvezza dei bilanci di tanti agenti immobiliari italiani?
Riuscite a fare un resoconto breve e conciso di questo vostro viaggio nell’ ade (si fa per dire) e del ritorno su questa terra?


Grazie.


Sarà il ragionier Artemio Pecorazzi a salvare gli affari degli agenti immobiliari italiani?

Se non l’avete capita bene ripeto la singolare domanda: sarà il ragionier Artemio Pecorazzi a soccorrere e proteggere gli agenti immobiliari?
Vi state chiedendo, voi lettori di Immobilio, facendo una faccia meravigliata: ma chi è il ragionier Artemio Pecorazzi, novello ed ipotetico salvatore della categoria degli agenti immobiliari ? Noi non abbiamo mai sentito nominare il suo nome.
Vi credo. Per tutti voi egli è un perfetto sconosciuto, una persona ignota, un carneade di manzoniana memoria…
Eppure il rag. Artemio Pecorazzi esiste.
E’ una persona in carne ed ossa e vive e lavora in Italia. E’ un individuo ricco di buonsenso e di saggezza. Un italiano autentico ed antico.
Ma, allora, vi chiederete, che ruolo ricoprirà nella scala sociale?
E’ un imprenditore di successo?
Un politico di lungo corso?
Un economista affermato?
Un tecnico di fama?
Uno scienziato candidato al premio Nobel?
E’ un agente immobiliare di talento superiore?
No, acqua, acqua, siete lontani dalla giusta soluzione.
Acqua, egli non è nulla di tutto questo.
Artemio Pecorazzi, classe 1952, nato in provincia di Frosinone, ciociaro purosangue, diploma di ragioneria, in gioventù militante politico della corrente democristiana andreottiana “Primavera”, è un semplice e anonimo impiegato del Ministero del Lavoro con la qualifica funzionale di “capufficio”, prossimo all’agognata pensione (riforma Fornero permettendo…).
Un ministeriale come tanti, uno “con le mezza maniche” onesto e probo, un uomo serio e posato, ma sicuramente non un bell’ Adone, con quell’altezza di 166 cm, con quella testa pelata e liscia come un uovo e con quella pancia prominente; ma è lo stesso un uomo felicemente sposato da trent’anni con Adelina, un’assistente tecnico-amministrativa in una scuola media della capitale. Un matrimonio pienamente riuscito quello tra Artemio e Adelina, allietato dalla nascita di due figli senza grilli per la testa chiamati Pietro e Anna.
Una famiglia stabile e serena quella Pecorazzi, timorata di Dio, ordinata e riservata - mai uno scandalo mai un pettegolezzo - tranquilla e solida dal punto di vista economico, almeno fino all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti.
Come sappiamo tutti, l’Italia ad un certo punto dell’anno 2011 si è trovato sull’orlo della abisso finanziario (o perlomeno così ci hanno fatto credere…), il governo Berlusconi, che vivacchiava a palazzo Chigi da quasi quattro anni tra inconcludenze, divisioni, fratture e frequenti escursioni in ville di tolleranze, fu fatto rapidamente sloggiare da tutte le cariche e da tutte le poltrone da una sollevazione del palazzo (Quirinale…) e celermente sostituito da un esecutivo composto esclusivamente da “ottimati” in quanto “ottimamente” accreditati da tutte le autorità finanziarie e da tutti gli organismi internazionali che contano, i veri poteri forti sul pianeta Terra.
Stabilitosi il governo Monti a Palazzo Chigi, per ottemperare alla superiore Ragion di Stato, tra gli squilli di tromba della politica internazionale, gli osanni delle istituzioni economiche e i giulebbe fragorosi dei mass media, per il pacifico e mite ragionier Pecorazzi iniziarono delle grigie giornate di dubbi e di afflizioni.
Da una parte, l’aureolato Monti che camminava con indicibile grazia, lentamente e benedicente, a mezzo metro da terra, e gravava, imponeva e taglieggiava tutto il tassabile, dall’altra parte, il borghese piccolo e calvo, l'anonimo lavoratore e l'indefesso risparmiatore, che passeggiava nervosamente tra il tinello e il salotto, che sentiva puzzo di bruciato e che cominciava a fare furiosamente di conto con la sua calcolatrice portatile.
"Ce la farò? Non ce la farò?
Cominciava a chiedersi sempre più ossessivamente il rag. Pecorazzi premendo nervosamente i polpastrelli sui tasti della calcolatrice.
“Tassare, dormire, forse morire. Tassare. Morire. Dormire.
Dormire, gravare, forse sognare.”
Chissà perché nella mente del rag. Pecorazzi cominciavano a mulinare, in modo disordinato, brandelli di versi scespiriani, digeriti in gioventù quando frequentava il piccolo teatro parrocchiale, insieme ai regolamenti ministeriali del famigerato decreto legge sull’ IMU.
“IMU, o non IMU, questo è il dilemma".
"Se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa tassa
o prendere le armi contro
e, contrastandola, porre, ad essa, fine. Morire, dormire…nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui sono eredi le Imposte Municipali; è una conclusione da desiderarsi devotamente.”
Già, solo dormendo e sognando, pensa il ragionier Pecorazzi, si può immaginare che gli italiani prenderanno, uniti e in un cuor solo, le armi contro l’odiosa gabella che tassa e, quasi espropria, il patrimonio immobiliare messo su con indicibile sacrifici e inenarrabili rinunce da quasi tutti i connazionali!
E’ bello sognare, medita il rag. Pecorazzi, ma, intanto, l’ IMU sulle due seconde case che ho acquistato, in tempi favorevoli, per la famiglia e per i figli e per garantirmi una pensione serena e senza sorprese, bisogna pagarla, Shakespeare o non Shakespeare.
Lo Stato non ti concede di fare l’Amleto, pagare o non pagare questo è il problema….
Qui bisogna pagare o pagare e farlo e subito…Questo è il SOLO E UNICO problema.
Mario Monti è un economista e pare non sia molto sensibile all’ arte poetica scespiriana…
Inoltre, il rag. Pecorazzi, dopo trent’anni di impiego al Ministero, ha imparato a leggere il messaggio, sempre quello, scritto tra le righe delle innumerevoli leggi che gli sono passati sotto gli occhi e che ha dovuto, a volte, anche applicare nell’ambito delle sue competenze:”e tu, popolo bue, devi solo portare l’avena ai cavalli di razza e di regime e asportare i loro escrementi. E non ti azzardare a chiedere e fare nient’altro”.
"Quindi l’IMU montiana occorre pagarla, volenti o nolenti, ma come si fa?" Si chiede corrucciato il rag. Artemio Pecorazzi, una vita di lavoro al Ministero del Lavoro. (Scusate il bisticcio lessicale…).
“E inutile che faccio e rifaccio i calcoli, tra base imponibile, aliquote e detrazioni…. Mi viene sempre 3.054 euro da pagare in pronta cassa”.
“Sono 700 euro tondi la prima casa di Roma a Montesacro vecchio, 1843 l’appartamento in zona Talenti e 511 euro la casetta al mare, zona Torvaianica…
Totale: euro 3054.
La matematica non è un’opinione.”
Eh già, deve proprio pagare quella somma di IMU allo Stato il povero rag. Artemio Pecorazzi, il nostro piccolo eroe simpatico e gentile, calvo e panciuto, basso e tarchiatello, senza appeal e senza potere, ma che insieme ad altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai che a loro volta, a milioni, dovranno versare miliardi di euro di IMU nelle affamate casse dell’erario.
“Tutto questo è indecente” andava ripetendo il rag. Pecorazzi, come un automa, in ufficio, a casa, al bar, alla barberia, nel mercato rionale, nel circolo di bocciofila che frequentava regolarmente e dove era apprezzato umanamente e stimato come un ottimo stoccatore…
“Tutto questo è indecente” andavano ripetendo, in giro per l’ Italia, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori che, come il rag. Pecorazzi ed insieme a lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Ma a questo punto, il rag. Artemio Pecorazzi, questo borghese piccolo piccolo, questo modesto burocrate del sottobosco ministeriale romano, questo campione da bocciofila, come se fosse preso da un incantesimo, come se fosse rapito da un’improvvisa ispirazione, fa una mossa a sorpresa, quella giusta, quella spiazzante, nel gioco degli scacchi detta la mossa del cavallo, quella capace di ridare ossigeno all’asfittico e cianotico mercato immobiliare, la mossa capace di salvare dal burrone un certo numero di mediatori in difficoltà.
Affitta e vende.
Artemio Pecorazzi, affitta e vende.
Gridatelo forte! Pecorazzi affitta e vende!
Fa proprio queste due azioni: affittare la casa di Talenti e vendere la casetta al mare di Torvaianica.
Infatti, egli non può sostenere la spesa di 3054 euro di IMU che si replicherà, probabilmente, in modo inesorabile, ogni anno…magari persino maggiorata, se andrà in vigore l’istituenda riforma del catasto…Un’ altra oscura minaccia che pende sul capo degli proprietari di casa italiani.
La figlia minore Anna sta facendo ancora l’Università e le sue tasse sono salate per non parlare del costo dei libri di testo. Una brava ragazza, Anna, ma chissà, per quanto tempo, graverà ancora sul bilancio familiare…
Il primo figlio Pietro, nonostante la laurea in Scienze Politiche, lavoricchia in un call center e guadagna stentatamente 700 euro al mese e non può progettare nemmeno lontanamente di farsi una famiglia; a pensare che quel bell’appartamento di 90 mq. in zona Talenti il rag Pecorazzi l’aveva lasciato sfitto con la speranza che ci andasse ad abitare, quanto prima, suo figlio magari con una futura moglie…
Invece Pietro vive ancora con i genitori costretto a fare il bamboccione chissà per quanto tempo ancora!
E allora il rag. Pecorazzi prende la decisione di affittarlo, l'immobile di zona Talenti, così almeno, con la pigione, ci paga l’IMU e ci guadagna pure qualcosa…
La villetta al mare, con le pareti mezze scrostate e con le inferriate tutte arrugginite, non varrà sul mercato poi molto ma si trova a 50 metri dalla spiaggia sabbiosa di Torvaianica una zona che 40 anni fa era molto a la page… E che, neanche adesso che è passata di moda, è poi tanto male, anzi…
Il ragionier Pecorazzi e famiglia ormai ci si rintana per non più di 3 settimane all’anno…Uno spreco tenersela ancora con tutte queste tasse…
Se il ragioniere riesce a venderla per una discreta somma, con gli interessi in titoli obbligazionari di quest’ultima e con il risparmio annuale di 511 euro di IMU, la vacanza al mare se la potrà fare pagandosi un albergo decente per 15 giorni…
Quindi, la parola d’ordine in casa Pecorazzi, è una sola ed irrevocabile: rifuggire dall’ IMU, vendendo il vendibile e affittando l’affittabile…
Il ragionier Artemio Pecorazzi si ripropone di chiamare, l’indomani, un agente immobiliare di Pomezia per dargli l’incarico di vendita della villetta al mare e un altro agente immobiliare di Roma per dargli il compito di trovare un inquilino o più inquilini solvibili per l’appartamento di Roma….
“Ma se lo fa lui, lo possiamo fare anche noi” gridarono “gli altri” attori di questa vicenda come se si fossero riuniti in un armonioso coro greco a commento delle gesta del nostro simpatico eroe.
“Se il rag. Pecorazzi darà incarico di vendita e di affitto ad un paio di mediatori, anche noi, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, che abbiamo fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta, daremo incarico ai nostri agenti immobiliari di fiducia di vendere ed affittare i nostri immobili vuoti e sconfiggere, in questo modo, il mostro dell’ IMU.”
Il coro geco così continua:“ Vendere ed affittare. Bravo Pecorazzi ci hai dato una bella idea che ci ha convinto. A proposito, ci daresti l’indirizzo di qualche mediatore d’immobili bravo?”
“Nessun indirizzo, cari connazionali, di mediatori bravi in Italia ce ne sono a bizzeffe ma un consiglio da amico ve lo voglio dare: vendete ed affittate esclusivamente a prezzo di mercato. Altrimenti rischierete di non vendere e di non affittare un bel nulla e di pagare l’ IMU ancora per tanti anni. Vi conviene?”
Tutti i connazionali del rag. Pecorazzi si dichiararono d’accordo con lui e, come tanti Pecorazzi, corsero, in gregge, per le contrade italiane a scegliersi i migliori agenti immobiliari su piazza per conferire loro l’incarico di vendere e affittare i propri appartamenti. Si riversarono, così, sul mercato milioni di nuovi immobili; il loro prezzo, per la legge della domanda e dell’offerta, calò fisiologicamente del 40-50%. E in questo modo, dopo pochi mesi, il mercato immobiliare ripartì alla grande e tutti gli agenti immobiliari salvarono la ghirba.


E fu così che il rag. Artemio Pecorazzi, piccolo impiegato di un grande Ministero di Roma, riuscì a mettere in salvo il mercato immobiliare italiano e, con esso, il lavoro di migliaia agenti immobiliari esperti ed onesti…

(Apparso su Immobilio in data 11/02/2013).
 
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Il mercato immobiliare di Bologna stenta ancora a ripartire?
 
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Tranquilli, tutto partirà come sempre da Milano. Leggevo ieri che vogliono costruire nei prossimi anni addirittura dei quartieri interi sulle aree dismesse. Evidentemente le migliaia di case sul mercato non sono sufficienti a placare i desideri dei milanesi e aspiranti tali...
 

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Tranquilli, tutto partirà come sempre da Milano. Leggevo ieri che vogliono costruire nei prossimi anni addirittura dei quartieri interi sulle aree dismesse. Evidentemente le migliaia di case sul mercato non sono sufficienti a placare i desideri dei milanesi e aspiranti tali...

Non ho capito se il tuo gradito intervento fosse ironico o meno, però Milano, sul piano del mercato immobiliare, se la passa sicuramente meglio di altre città italiane confermandosi, anche in questo caso, la capitale economica d' Italia.
 

andrea b

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Non ho capito se il tuo gradito intervento fosse ironico o meno, però Milano, sul piano del mercato immobiliare, se la passa sicuramente meglio di altre città italiane confermandosi, anche in questo caso, la capitale economica d' Italia.
Ironico, ironico. È vero che stanno nascendo cantieri in giro, come è vero che ci sono migliaia di case nuove invendute e altrettante in vendita da anni. Se devo dirti la verità, non so più cosa pensare. Anche di un mercato come quello milanese, che ha sofferto e dove i prezzi sono scesi, sicuramente meno che in molti altri posti. Aspettiamo e vediamo.
 

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