Robin Hood 69

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Questa e' la triste realtà del nostro amatissimo Paese.
Chi ha una partita IVA aperta e' considerato a priori un evasore fiscale, questa e' la logica che vogliono farci bere, l'odio di classe, il mettere uno contro l'altro armati autonomi e dipendenti.
Evasori fiscali contro chi paga tasse fino all'ultimo centesimo, intanto sono le imprese il terreno produttivo o persone sedute dietro una scrivania a vedere come tormentare con vessazioni continue chi crea occupazione, ricchezza, produzione, quel made in Italy, che ci distingue in tutto il mondo.
Il tempo e' veramente finito se non si fa qualcosa finisce male!
Ci volevano i saggi per analizzare quello che bisogna fare nel nostro Paese.......qui bisogna voltare subito pagina se vogliamo salvarci e salvare l'Italia!
 

topcasa

Membro Storico
Io penso che la verità sta nel mezzo, in tanti con la partita IVA si evade, (chi per un motivo o per un altro (magari sperando in una motivazione da richiesta da parte del cliente) non evade! o perchè costretti, il dipendente evaderebbe pure solo che non può. Il problema è fare abbassare le aliquote e forse la gente comincerebbe a sentire il dovere di pagare tutti. Ma l'esempio deve venire dall'altro, e la nostra casta non ne vuol sentire.
 

Robin Hood 69

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Agente Immobiliare
Una tassazione reale che arriva al 60% -70% è una tassazione giusta o è il caso di iniziare a ribellarsi contro questo Stato vessatore.
Credo che bisognerebbe iniziare a fare una distinzione vera tra chi evade per necessità e chi invece è vero evasore, che il più delle volte magari non risulta nemmeno per il fisco.
Dobbiamo smetterla con questa equazione imprenditore=evasore; siamo sicuri che il dipendente non evade.
Comune Reggio Calabria arrestati 22 dipendenti che si facevano timbrare il cartellino dai colleghi, senza andare a lavorare.
Quanti dipendenti lavorano a nero, comunque continuare con la contrapposizione non fa che peggiorare le cose.
Bisogna intervenire sul fisco: c'è bisogno di un fisco più giusto, pagare meno, pagare tutti.
Iniziare a intervenire sullo sperpero pubblico, razionalizzare le spese, stop alle consulenze miliardarie, basta manager pubblici e non, che mandano in rosso i bilanci delle aziende, però hanno compensi e liquidazioni miliardarie.
Meno parlamentari, abolire veramente gli enti inutili e tremila altre cose da fare.
Invece ci volevano 10 saggi per capire cosa fare, dove intervenire?
POVERA ITALIA!!!
 

topcasa

Membro Storico
siamo sicuri che il dipendente non evade.
Comune Reggio Calabria arrestati 22 dipendenti che si facevano timbrare il cartellino dai colleghi, senza andare a lavorare.
Quanti dipendenti lavorano a nero, Questa non puoi chiamarla evasione ma truffa ai danni dello stato.
Comunque sono d'accordo per il resto
 

Robin Hood 69

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Certo è truffa, ma questi 22 dipendenti andavano a spasso o magari oltre a prendere lo stipendio facevano nel frattempo un altro lavoro...a nero!
 

topcasa

Membro Storico
sempre truffa magari aggravata, non parliamo di tutte le casistiche, qui dobbiamo focalizzare insieme sul fare snellire la macchina burocratica, ed abbassare le tasse magari unificandole tutte, così si capisce tutto l'impatto che hanno, add reg add comunali, IRPEF ires IMU tarsu etc IVA tassa pubblicità, e chi più ne sa ne metta. ass.ne professionale perchè non c'è la dà l'Inps visto che la paghiamo
 

Robin Hood 69

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Penso che sia doveroso pubblicare per esteso quanto riportato dal collega Boschini, affinchè tutti riflettano su cosa significa oggi fare impresa nel nostro Paese.
P.s.: le sottolineature sono opera mia, sono le frasi che a me hanno fatto venire i brividi, scusate.:maligno:

ZUCCHI: “CEDO LA MIA AZIENDA ALLO STATO E ME NE VADO”

di CARLO MELINA

“Queste sono le chiavi della mia attività. Con stasera ho finito. Domani i miei negozi li aprite voi.” Con queste parole rivolte a Gianfranco Polillo, sottosegretario al Ministero dell’economia, Andrea Zucchi ha concluso il suo intervento giovedì scorso su La7, durante una puntata di Piazza pulita (vedi video sotto). Sposato, due figli, originario di Fidenza, nel piacentino ha due punti vendita di occhiali. Intervistato in esclusiva da L’indipendenza, lancia un appello: “cerco un paese al mondo in cui io sia gradito. Azienda, magazzino, macchina… cedo tutto quello che ho allo stato. Mi bastano solo i vestiti che ho addosso. Voglio un passaporto nuovo, di un Paese qualsiasi, dove l’imprenditore non sia un nemico. Un Paese dove possa crescere i miei figli, perché qui non è possibile”.

Mica per colpa della crisi: “Ho chiuso i bilanci in pareggio, senza debiti con le banche, anche perché a me, le banche, non hanno mai dato un soldo. Peccato che mi sia arrivata una lettera dall’INPS con minacce d’arresto perché non avrei pagato tutti i contributi, benché io sia in credito d’IVA e attenda dallo stato più soldi di quelli che mi chiede. – chiarisce Zucchi – E consideri che il mio settore non andrebbe neanche male. Si potrebbe fare bene, creare posti di lavoro… il problema è che in Italia c’è una cultura generalizzata che porta a considerare gli imprenditori dei ladri, mentre sono quelli che mantengono tutti, compresi gli statali. Gente che è convinta di pagare le tasse, mentre in realtà le loro tasse sono solo una partita di giro”.

“Qui in Italia siamo alla pura follia – spiega Zucchi – Trent’anni e passa fa un gruppo di soloni si è messo d’accordo per fregarci tutti, costruendo un sistema di clientele che garantisse poltrone a vita. Per farlo ha dovuto venderci un sogno folle: ‘lavorerai il 9% del tempo della tua vita e tanto basterà per mantenere te, la tua famiglia, un pensionato e un dipendente statele’. Perché 40 ore settimanali per 40 anni sono il 9% di una vita. Roba incredibile, ma noi ci siamo cascati perché i soloni hanno usato la parola magica: ‘questo è un vostro diritto’”.

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“Neanche i professori, con il loro aplomb, possono fare niente – continua Zucchi – Tranne fare quello che potrebbe fare qualsiasi cretino in un quarto d’ora. Hanno alzato le tasse, invece di abbassare la spesa, tutelando soprattutto gli statali, vedi riforma Fornero. Come se non sapessero che da gennaio a settembre dell’anno scorso 720 aziende del nordest hanno trasferito la loro attività in un posto dove si può lavorare”. Zucchi si riferisce all’Austria, di cui abbiamo parlato qui. “E non appena è successo, tutti a dire che gli imprenditori delocalizzano perché sono ******i e sfruttano i bambini del Pakistan. Un paio di palle, l’impresa si localizza dove vengono rispettati i diritti civili dell’imprenditore”.

Zucchi trasecola quando pensa all’idea di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia dell’Entrate, di dotare di dotare di un bollino blu le imprese che pagano le tasse: “Li ho già visti i bollini colorati messi addosso alle persone, durante il fascismo. E non vorrei vederli più. Che poi un funzionario di stato, pagato colle mie tasse, si permetta di concepire un’idea simile è folle. Questi si sentono unti del Signore. E fanno sentire me indesiderato. Non mi vogliono? Me ne andrò”.

L’Italia, secondo Zucchi, è irriformabile: “qui non si salva nessuno. Lo stato italiano, così come lo racconta Napolitano, è un’idea che non funziona. La costituzione è stata scritta da gente impaurita con attorno macerie ancora fumanti, che temeva svolte autoritarie. Ne è nato uno stato in cui non comanda nessuno. Neanche i signori professori del club di Monti. Ormai viviamo in una pantomima perché la comunicazione pubblica ha preso il sopravvento sulla sostanza delle cose. E quindi tutto è possibile. Infatti in Italia tutto è a norma di legge. L’unico fuori legge sono io”.

Deciso ad abbandonare il Paese, completamente sfiduciato dalla politica, Zucchi, che ammette di aver votato un po’ per tutti i partiti, salvo poi pentirsene ogni volta, rivendica la necessità di compiere quello che definisce un gesto autonomo: “Non voglio implicarmi con movimenti o peggio con associazioni di categoria mangia soldi. In questo stato io sono perdente, quindi non mi resta che andarmene. Non nell’aldilà, come hanno fatto alcuni” conclude Zucchi, al plurale, ripercorrendo i numerosi casi di imprenditori suicidi: “io cerco un Paese che abbia bisogno di gente che sa fare e vuole lavorare. Se ci sono altri che la pensano come me, lo dicano, e scegliamo insieme la meta”.
 

topcasa

Membro Storico
l’impresa si localizza dove vengono rispettati i diritti civili dell’imprenditore”.
Mi sembra una frase detta a dir poco male o no?

una lettera dall’INPS con minacce d’arresto perché non avrei pagato tutti i contributi, benché io sia in credito d’IVA Qui se è vero potrebbe avere ragione.
 

Robin Hood 69

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Al di la della cornice conta il quadro, il contenuto, il succo di tutto il discorso.
Oggi fare impresa nel nostro Paese è un impresa.
E' questo purtroppo è un un dato di fatto ineludibile.
 

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