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Di ritorno dall’assise romana del consiglio nazionale Fiaip, raccolgo volentieri la provocazione a riflettere sulla funzione degli agenti immobiliari professionali e sulla centralità di internet, con i suoi portali immobiliari, social network, forum e blog, non solo come piattaforma di interscambio e collaborazione professionale, ma anche come foro di discussione degli agenti immobiliari, che per la prima volta hanno la possibilità di uno scambio orizzontale continuo di informazioni, pareri e sentiment sulla loro attività e sul mercato. Su internet passa la testa e la pancia, i malumori viscerali e a volte ingenui, insieme alle elaborazioni intellettuali, di un grande work in progress che è la coscienza collettiva degli agenti immobiliari.

Cosa siamo? Siamo ausiliari del commercio, siamo professionisti? Professione intellettuale pagata ad ore e a pratica (come gli avvocati), o mediazione professionale, pagata ad affare fatto? Come migliorare la percezione dell’agente immobiliare da parte dell’opinione pubblica e della stampa? Quali i servizi da fornire alla clientela? Le domande sono sempre le stesse, e spesso anche le risposte, tanto che qualcuno di noi si è stancato di vederle ripetute a carosello da un sito a un blog a Facebook e Twitter. Come Fiaip Bergamo abbiamo iniziato sotto la mia presidenza una riflessione su questi temi, estesa attraverso gli organi statutari a Fiaip Lombardia e a tutta la federazione.

Certamente non siamo avvocati o notai, non siamo consulenti puri che stanno dietro una scrivania a dispensare consigli, siamo agenti immobiliari, ove agente sta per il participio presente del verbo agire. La consulenza non è altro che la veste moderna e professionale dell’antica arte del sensale, nobile figura che riesce a far dialogare le parti, il venditore e l’acquirente, il padrone di casa e l’inquilino; parti che scontano una difficoltà strutturale nel loro rapporto, cioè il fatto di trovarsi in conflitto d’interesse diretto e lampante, “io vinco tu perdi”, “quello che guadagno io lo perdi tu”. È il mediatore come figura super partes che riesce a farli dialogare, e a comporre i contrapposti interessi nella superiore sintesi della mediazione. Nessuno tocchi la mediazione quindi, anche perché nessuno vieta agli agenti immobiliari di operare come “mandatari a titolo oneroso” in determinate situazioni, ovviamente informandone il consumatore. Ma la prassi e la normale operatività dell’agente immobiliare italiano è quella del mediatore.

Ora va detto che la mediazione sconta uno strano destino: tutti hanno bisogno di mediatori (nei più svariati ambiti), salvo poi disconoscerne il ruolo e la funzione. Il mediatore infatti non produce beni materiali, non vende cose, ma offre un servizio immateriale di incalcolabile valore: “crea” l’affare, a volte parrebbe quasi dal nulla, simile ad un demiurgo che porta al dialogo e alla conclusione di un contratto preliminare persone che partono da posizioni spesso inconciliabili. Solo che, a mediazione avvenuta, riesce difficile oggettivare questo servizio come fosse una “cosa” o un prodotto, e molti – chissà perché, proprio quando devono pagare la provvigione - tendono a pensare che in fondo del mediatore si sarebbe anche potuto fare a meno E così il mediatore, nell’economia spicciola della casalinga di Voghera, rischia di venire etichettato come colui che “ha fatto due telefonate” (non importa se mettendo sapientemente a frutto un portafoglio clienti costruito in anni se non decenni di professione), in fondo non ha dato nessun valore aggiunto alla trattativa, e se chiede un compenso (del resto nessuno campa di gloria) viene percepito come un maggior costo e non come l’ingranaggio cardine dell’affare. Dobbiamo avere il coraggio di affermare l’orgoglio di essere mediatori, dicendo pacatamente ai clienti: “cari signori, senza di noi l’affare non l'avreste concluso, sareste partiti da punti di vista e valutazioni economiche e aspettative totalmente inconciliabili, per finire in corto circuito e tenervi uno i suoi soldi e l’altro la sua casa; con noi avete l’affare fatto e la soddisfazione delle parti”. Ovviamente questo lo si può dire se si è lavorato con sapienza, correttezza, inparzialità e professionalità. Ma questo è quello che la gente si aspetta da noi, che le risolviamo un enorme problema pratico e concreto per il quale non dorme la notte, comprare, vendere o affittare casa. Il resto, l’insieme dei servizi di informazione sull’immobile e sull’affare richiesti dal codice civile, dalla Legge 39/89, dalla giurisprudenza e dal nuovo standard europeo (e italiano) UNI EN 15733 “Servizi degli agenti immobiliari”, attiene alle condizioni necessarie ma non sufficienti della mediazione, è la cornice informativa all’interno della quale si situa il core business del nostro vero servizio: la mediazione immobiliare. Solo chi non ha la coscienza e l’orgoglio della mediazione può scambiare la cornice per l’opera d’arte che ci sta dentro, confondendo il nostro servizio con le visure ipotecarie o il reperimento delle spese condominiali, elementi importanti certo per la sicurezza dell’affare e la scelta del consumatore, ma come precondizione della mediazione, che è il vero core business della nostra attività. Anche dire che “non basta più mettere in contatto le parti” è fuorviante, ma quando mai è bastato, si sudano sette camicie per arrivare dal primo appuntamento al preliminare e poi al rogito. Non tutti sono mediatori, la mediazione è un’arte che è divenuta professione e dobbiamo come agenti immobiliari proteggerla da chi vorrebbe sostituirla con la vendita porta a porta con il blocchetto dei moduli sottobraccio.

Detto questo, proseguiamo dicendo che a Bergamo e anche in Lombardia noi agenti immobiliari Fiaip ci siamo un po’ stancati delle geremiadi sull’Albo mancato, sull’Ordine sognato, sul Ruolo perduto, sul latte versato. Sono rimasti i requisiti professionali della L. 39/89, almeno fino a quando ce li lasceranno. Proprio per questo dobbiamo giocare d’anticipo. Noi diciamo a questo punto che saranno le associazioni, mi si consenta di parlare per Fiaip, che sarà Fiaip a fare la differenza, e che chi non sarà iscritto ad un’associazione verrà percepito come un cane sciolto (anche se non lo è) e farà fatica a lavorare, proprio come succede negli Stati Uniti. E cosa fanno quei satanassi di americani per far entrare la gente nelle agenzie immobiliari con fiducia? Si sono inventati il sistema delle certificazioni professionali, su base volontaria in quanto commercialmente vantaggiose e qualificanti per il professionista che le adotta. Non stiamo parlando della vecchia e poco fortunata Iso 9001 (certificazione dei processi aziendali), ma di certificazioni specifiche delle competenze professionali. Ad esempio se io sono uno specialista del residenziale, avrò una certificazione “CRS – Certified Residential Specialist”, che attesta che il residenziale è il mio ambito operativo prevalente, oltre ai corsi specifici seguiti e la verifica finale superata. Idem per l’industriale, il commerciale e così via. Quindi l’associazione di categoria certifica, a beneficio del consumatore, le competenze professionali specifiche dell’associato. In questo modo Fiaip ha la possibilità di comunicare al consumatore il ruolo specifico e la competenza dell’agente immobiliare professionale associato. Questa è una risposta concreta e immediatamente spendibile a chi chiede che significhi la professionalità dell’agente immobiliare. Come Collegio di Bergamo e Fiaip Lombardia chiediamo che la federazione si muova da subito in questa direzione. Se non ora, quando?

Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo

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Antonello

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Agente Immobiliare

Antonello

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forse ci vorrebbe un altro sindacato?

Ancora un'altro?
Presumo che non ci sono i presupposti.
E' la mentalità del mediatore che è cambiata, in meglio.
E' come l'operaio che ha capito l'inutilità del sindacato (fiat docet).
Sei ritenuto valido finchè servi a qualcosa.
Quando vieni strapazzato anche dall'ultimo politico di turno, ne hai voglia e volontà di sgolarti e a proclamare l'esistenza del mediatore.
Bisogna farsi una ragione che il mediatore si è evoluto (diploma e laurea) e che riesce a ragionare con la sua testa.
 
I

immpittaro

Ospite
per far percepire l'agenzia come un qualcosa di rilevante negli Stati Uniti hanno percorsi di studio ad hoc altro che gli inutili sindacati all'italiana.........e se vedessero i ragazzini nostrani che girano in giacca e cravatta a fare gli AI mentre prima magari facevano capuccini sai le risate si farebbero in America :^^::^^::^^::risata::risata::risata:
 
A

Abakab

Ospite
che sarà Fiaip a fare la differenza, e che chi non sarà iscritto ad un’associazione verrà percepito come un cane sciolto (anche se non lo è) e farà fatica a lavorare

La differenza la fà la serietà nell'operare che stà nel modo di essere e nella propria coscienza e qui non ci sono associazioni di categorie, specializzazioni o certificazioni specifiche che tengano.

Un cane sciolto .. che lavora. Bau bau !
 

Antonello

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Ad esempio se io sono uno specialista del residenziale, avrò una certificazione “CRS – Certified Residential Specialist”, che attesta che il residenziale è il mio ambito operativo prevalente, oltre ai corsi specifici seguiti e la verifica finale superata. Idem per l’industriale, il commerciale e così via. Quindi l’associazione di categoria certifica, a beneficio del consumatore, le competenze professionali specifiche dell’associato.

Ed anche:
"quindi l'associazione incassa una valanga di denari in danno del mediatore che non trarrà alcun beneficio dal consumatore che si fregia del CMS (Certified Mediator Stupid)".
Ma è possibile che nel 2011 andate a raccontare queste furberie italiche?
 

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