Graf

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La crisi economica e monetaria che dal 2008 ha travolto il mondo occidentale, ha prodotto nelle strade delle nostre città tante chiusure di negozi, cessazioni di imprese, fallimenti di società, dissesti di aziende, tracolli finanziari…Insomma possiamo parlare di un disastro quasi generale che non ha risparmiato nessun settore produttivo della nostra società portando alla rovina industrie grandi e piccole, intere famiglie e pure soggetti che mai avrebbero immaginato che un giorno si sarebbero trovati in mezzo ad una strada…
Faccio un esempio piccolo ma significativo: un distributore di giornali mi ha detto lo scorso luglio che, nella sua zona di competenza, su 28 edicole che lui riforniva ben 6 avrebbero abbassato le serrande ad agosto per non riaprirle più a settembre…
Sei famiglie che dovranno trovarsi un altro lavoro….

Basta farsi un giro per la città e notare quanti locali commerciali, posti in strade molto frequentate, signorili e ben collegate, sono malinconicamente serrati per mancanza di commercianti, gestori, esercenti...
Mi assicurano che in Toscana e in Veneto abbondano i capannoni abbandonati…
Sarà, come assicurano molti economisti, tutta colpa del processo di deindustrializzazione in corso da anni, provocato dal valore di cambio troppo alto dell’ Euro che avvantaggia le esportazioni delle manifatture ad alta tecnologia aggiunta della Germania a discapito di quelle italiane che sono dotate di un valore aggiunto più basso…
E l’ Italia purtroppo è impossibilitata a svalutare in modo competitivo la sua liretta... che non ha più, per spingere così verso l’alto il suo export…

Però…

Però…

La globalizzazione provoca problemi a largo raggio di impoverimento industriale, la tecnologia digitale ne determina altri, soprattutto occupazionali, a causa del fenomeno della disintermediazione che genera in tante attività…

Però…

Però…

Osservo e constato….

Constato e mi faccio due conti….

Mi faccio due conti e mi rallegro…

Nella mia zona dell’ Appio Latino di Roma sette erano le agenzie immobiliari aperte nel 2010 e sette sono quelle attuali…nonostante gli scossoni della crisi degli ultimi anni.
Qualcuna ha cambiato ufficio ma ha riaperto a poca distanza; una ha abbandonato la formula franchising e ora lavora in autonomia…Ma sempre sette sono le agenzie.
D’accordo è solo un piccolo lembo di città ma, ad occhio, scrutando con attenzione fuori dal mio quartiere, noto che di agenzie immobiliari sia piena la città…

E allora, cosa concludere?
Bufera economica, tempesta monetaria, uragano globalizzazione, ciclone internet…?
Ai mediatori di immobili tutti questi fenomeni...atmosferici fanno evidentemente un baffo.
Sembrano avere sette vite, come i gatti.
Cascasse il mondo, gli agenti immobiliari scrollano le spalle, dicono "tzé" e vanno avanti.

Pellaccia?

Carattere?

Grinta?

Resistenza?

Spirito di competizione?

Ambizione?

Capacità di soffrire?

Vocazione indomabile?

Timore di riconvertirsi?

Competenza gestionale?

Professionalità imbattibile?

Indispensabilità sociale del loro ruolo?
 
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Graf

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Credo che aderendo strettamente alla realtà, il mediatore abbia la flessibilità giusta per adattarsi ai suoi mutamenti.
 

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