goldsilver

Membro Junior
io come acquirente medio non vorrei spendere piu' di 300k per la casa che comprero' in provincia certamente non in citta'.
siccome risparmiare e' difficile fra affitto e mangiare aspetto almeno altri due anni.
faccio un ragionamento molto elementare, se i prezzi delle case in vendita scendono mediamente di due volte nel corso dell'anno per un totale di 30k euro, in due anni scendono di almeno -60k che per me vogliono dire anni di sacrifici
per metterli via.
qui, vicino a me ho visto case belle con una richiesta di 530k e dopo due anni sono a 420k ancora invendute.
l'esempio a cui piu' guardo sono le case sui 350-360k euro che devono arrivare a 300k nei prossimi due anni.
certo e' un pensiero elementare ma io intanto metto via ancora qualche decina di migliaia di euro e risparmio perche' loro scendono.
sinceramente chi me lo fa a fare a comprare adesso??
Naturalmente sto parlando di una coppia con due stipendi medi.
 

goldsilver

Membro Junior
in meno di un anno il mercato immobiliare italiano non è più lo stesso (tabelle)

soltanto un anno fa la maggior parte degli operatori del settore immobiliare vedeva stabile il livello dei prezzi delle abitazioni. stando agli ultimi risultati del sondaggio sul mercato immobiliare di bankitalia e tecnoborsa in pochi mesi il panorama si è completamente rivoluzionato: prezzi in discesa ovunque, maggiori sconti, tempi lunghi, ma soprattutto il profilarsi di due categorie di proprietari
clicca per ingrandire

l'indagine ha interpellato oltre 1500 agenti immobiliari tra la fine di giugno e l'inizio di luglio per un quadro sulla situazione della compravendita di immobili nel secondo trimestre del 2012.
ne emerge un quadro molto pessimista. nei mesi tra aprile e giugno di quest'anno il 74% degli agenti ha segnalato un calo nel prezzo degli immobili
la domanda è fredda
segnale, questo, di un raffreddamento della domanda, infatti nel secondo trimestre del 2012 risulta che la quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile è calata rispetto allo stesso periodo del 2011, dal 69,3 al 62,7%. il calo rispetto al primo trimestre del 2012 è stato invece pari a quasi un punto percentuale
proprietari divisi in due
curiosamente, a fronte di una scarsa vendita, si registra un aumento dell'offerta, con gli incarichi a vendere che nel trimestre superano gli incarichi a comprare del 40,8% (contro il 34,5% del sondaggio di aprile). le agenzia segnalano comunque che l'assenza di proposte provoca un gran numero di ritiri dell'incarico a vendere: chi non ha fretta aspetta, mentre chi vuole vendere può solo scendere a patti
a queste condizioni, chi riesce a vendere deve cedere sul prezzo: si è ridotta infatti la quota di agenzie che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore. è salito il margine di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali: chi vende deve accontentarsi del 15,4% in meno sul prezzo voluto inizialmente, contro il 14,3 di aprile e il 12 del secondo trimestre del 2011
quanto alle prospettive per il futuro, non sono certo più rosee: solo il 5% degli operatori interpellati ha espresso speranze positive per il mercato immobiliare in generale, mentre il 60% è convinto che le cose non miglioreranno (il 10% circa in più rispetto ad aprile). sulle prospettive a breve termine del mercato italiano i pessimisti vincono contro gli ottimisti con un 64% (ad aprile era l 57%). per i prossimi due anni, gli agenti immobiliari pessimisti sono il 22% in più di quelli che vedono la luce in fondo al tunnel

http://www.idealista.it/news/archiv...-[]-[0]-[registra_propit.it]-[GT]-[text_link]
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
io come acquirente medio non vorrei spendere piu' di 300k per la casa che comprero' in provincia certamente non in citta'.
siccome risparmiare e' difficile fra affitto e mangiare aspetto almeno altri due anni.
faccio un ragionamento molto elementare, se i prezzi delle case in vendita scendono mediamente di due volte nel corso dell'anno per un totale di 30k euro, in due anni scendono di almeno -60k che per me vogliono dire anni di sacrifici
per metterli via.
qui, vicino a me ho visto case belle con una richiesta di 530k e dopo due anni sono a 420k ancora invendute.
l'esempio a cui piu' guardo sono le case sui 350-360k euro che devono arrivare a 300k nei prossimi due anni.
certo e' un pensiero elementare ma io intanto metto via ancora qualche decina di migliaia di euro e risparmio perche' loro scendono.
sinceramente chi me lo fa a fare a comprare adesso??
Naturalmente sto parlando di una coppia con due stipendi medi.

Questo discorso non fa un grinza, è inappuntabile come ragionamento da Privato cittadino che fa "il conto della serva" in base a quanto può spendere

l'appunto che mi sento di fare è però questo:
senza una valutazione verificabile non saprai mai se hai fatto un affare o meno o se ti sono sfuggiti affari migliori ;)
Comunque avrai risolto il tuo problema e l'immobile che avrai scelto sarà certamente quello che va bene a te ... ma non potrai sapere se hai perso altre occasioni migliori o se quello che hai comprato lo hai pagato più o meno del suo valore.
 

Carlo Garbuio

Membro Storico
Agente Immobiliare
in meno di un anno il mercato immobiliare italiano non è più lo stesso (tabelle)

soltanto un anno fa la maggior parte degli operatori del settore immobiliare vedeva stabile il livello dei prezzi delle abitazioni. stando agli ultimi risultati del sondaggio sul mercato immobiliare di bankitalia e tecnoborsa in pochi mesi il panorama si è completamente rivoluzionato: prezzi in discesa ovunque, maggiori sconti, tempi lunghi, ma soprattutto il profilarsi di due categorie di proprietari
clicca per ingrandire

l'indagine ha interpellato oltre 1500 agenti immobiliari tra la fine di giugno e l'inizio di luglio per un quadro sulla situazione della compravendita di immobili nel secondo trimestre del 2012.
ne emerge un quadro molto pessimista. nei mesi tra aprile e giugno di quest'anno il 74% degli agenti ha segnalato un calo nel prezzo degli immobili
la domanda è fredda
segnale, questo, di un raffreddamento della domanda, infatti nel secondo trimestre del 2012 risulta che la quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile è calata rispetto allo stesso periodo del 2011, dal 69,3 al 62,7%. il calo rispetto al primo trimestre del 2012 è stato invece pari a quasi un punto percentuale
proprietari divisi in due
curiosamente, a fronte di una scarsa vendita, si registra un aumento dell'offerta, con gli incarichi a vendere che nel trimestre superano gli incarichi a comprare del 40,8% (contro il 34,5% del sondaggio di aprile). le agenzia segnalano comunque che l'assenza di proposte provoca un gran numero di ritiri dell'incarico a vendere: chi non ha fretta aspetta, mentre chi vuole vendere può solo scendere a patti
a queste condizioni, chi riesce a vendere deve cedere sul prezzo: si è ridotta infatti la quota di agenzie che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore. è salito il margine di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali: chi vende deve accontentarsi del 15,4% in meno sul prezzo voluto inizialmente, contro il 14,3 di aprile e il 12 del secondo trimestre del 2011
quanto alle prospettive per il futuro, non sono certo più rosee: solo il 5% degli operatori interpellati ha espresso speranze positive per il mercato immobiliare in generale, mentre il 60% è convinto che le cose non miglioreranno (il 10% circa in più rispetto ad aprile). sulle prospettive a breve termine del mercato italiano i pessimisti vincono contro gli ottimisti con un 64% (ad aprile era l 57%). per i prossimi due anni, gli agenti immobiliari pessimisti sono il 22% in più di quelli che vedono la luce in fondo al tunnel

http://www.idealista.it/news/archiv...-[]-[0]-[registra_propit.it]-[GT]-[text_link]

come per le assicurazioni bisogna leggere bene i caratteri piccoli e gli asterischi ... da approfondire cosa si intende per

Giudizi sui prezzi di vendita (1) :shock:

a naso questi hanno fatto un giro di telefonate e una media veloce ... :confuso:
 

pensoperme

Membro Storico
Privato Cittadino
le percentuali sono come i borsini. Fan sembrare le stronxate roba seria.

interessante sarebbe avere il campione dei dati a disposizione... numeri assoluti e riferimenti :D Ma ci saranno?
 

goldsilver

Membro Junior
savills: i prezzi delle case in italia sono i più sproporzionati d'europa (grafici)

Giovedì, 16 agosto, 2012 - 10:14
savills.jpg


i prezzi delle case in italia sono i più sproporzionati in europa rispetto ai redditi. a dirlo è un rapporto proveniente da londra, a cura del centro di ricerche di savills, una delle più grandi società di real estate al mondo
come vediamo nel grafico in alto, che tiene conto dei dati eurostat, un tipico appartamento da 90 mq costerebbe in italia in media 264.000 euro. questo valore, se confrontato con il pil pro-capite (gdp per capita), mette in luce come il rapporto tra prezzi delle case e ricchezza media sia assolutamente sproporzionato
i prezzi delle case in italia sono i più sproporzionati in europa rispetto ai redditi. a dirlo è un rapporto proveniente da londra, a cura del centro di ricerche di savills, una delle più grandi società di real estate al mondo
come vediamo nel grafico in alto, che tiene conto dei dati eurostat, un tipico appartamento da 90 mq costerebbe in italia in media 264.000 euro. questo valore, se confrontato con il pil pro-capite (gdp per capita), mette in luce come il rapporto tra prezzi delle case e ricchezza media sia assolutamente sproporzionato
savills3.png

l'indice house price ratio (quando è vicino a 4 rappresenta l'equilibrio) è in italia quasi a 8, mentre in spagna, dopo i crolli dei prezzi, sta raggiungendo la normalità e in irlanda, il paese che ha sperimentato la maggiore bolla immobiliare, le correzioni sono state rapide e sonore
in questi cinque di crisi, infatti, mentre in molti paesi europei i prezzi delle abitazioni sono scesi in modo notevole, da noi è un fenomeno appena cominciato
il rapporto tuttavia sottolinea come il mercato immobiliare di un determinato paese non segua sempre le stesse leggi. nel regno unito e francia, per esempio, i macro distretti di londra e parigi costituiscono un mondo a parte, mentre in italia, suggerisce che, nonostante i prezzi siano i più sopravvalutati del continente, altri fattori possano spiegare questo fenomeno, come per esempio i risparmi delle famiglie
è comunque vero che negli ultimi mesi il mercato italiano sta cambiando in modo rapido e che per la primi volta la crisi del settore si sia estesa a tal punto da poter riservare delle sorprese.

http://www.idealista.it/news/archiv...te-sproporzionati-rispetto-ai-redditi-grafici
 

GGGGGG

Membro Attivo
Privato Cittadino
Buongiorno , spero di non disturbare se inserisco un mio commento in merito al report di Savills. Nel report viene evidenziato un dato gia' comunemente noto ovvero quello della sproporzione del reddito rispetto al prezzo della casa comunemente denominato house price ratio. Accantonando il fatto ,direi per nulla importante, che al momento l'Italia e' ora il paese che presenta la maggior sproporzione in Europa ( in passato erano altri) , cercherei invece di capire se questa tendenza si sgonfiera' oppure rimarra' costante seguendo esclusivamente la dinamica salariale.
A mio giudizio , la possibilita' che la generalita' dei prezzi delle case scenda spinta al ribasso dl rientro di questo " eccesso" e' pressoche nulla o comunque riguardera una netta minoranza. E questo per vari motivi. Non e' solo il risparmio delle famiglie che incide su questo disallineamento. Vi sono altri fattori. In primis l'approccio culturale degli italiani nei confronti della proprieta' immobiliare. Si e' disposti a fare sacrifici in quanto l'abitare in un immobile di proprieta' e ' comunque considerato un valore. Che merita anche qualche maggiore sacrificio. Altro importante fattore e' la denatalita' . L'acquisto della casa in italia non e' finanziato solo dalla retribuzione ancorche' doppia o tripla ( il lavoretto in nero dell'idraulico nel week end o dell'impiegata nel week end baby sitter o dell'operaia nel tempo libero colf) , bensi' anche dai genitori e parenti che corroborano piu' o meno tangibilmente le entrate. Quindi , intuitivamente , il potere d'acquisto del probabile compratore e' ben piu' elevato rispetto alla media rappresentata da Savills. La denatalita' e' un fattore che ( al momento ) sostiene i prezzi del mercato immobiliare in quanto tante risorse famigliari si concentrano sugli unici figli per permetter loro di acquistare una casa.
Altro fattore e' la scarsa mobilita' . Chi compra compra per restare a lungo termine e non per vendere qualche anno dopo scontando il cambio di citta' magari per motivi di lavoro. Cambiare costa ( trasloco , mobili, tasse ,oneri notarili ,capital gain). Detenere una casa per decine di anni cancella determinati costi e rischi. E' normale che chi compra sia disposto a considerare in termini di maggior prezzo pagato al venditore ,questo fattore.
Per cui, fermo restando la flessione dei valori , dovuta alla flessione delle retribuzioni , non vedo un rientro dell'house price ratio ed una diminuzione dei prezzi dovuta al rientro di questo indice.
Ovviamente , come ho appena scritto, se calano le retribuzioni e/o il potere d'acquisto da esse rappresentato in effetti il prezzo delle case puo' subire un allineamento. Ma non certo l'house price ratio che restera' bello alto.
Ci vogliono gli immobili in mano alle banche e allo Stato messi tutti contemporaneamente sul mercato per provocare una rapida discesa dei pezzi e una successiva stabilizzazione. ma io non credo che cio' avvenga. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggermi. Spero di non aver annoiato.
 

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