mrguitar

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Salve, per l'anno 2016, ci sarebbe una riduzione del 25% dell'IMU per le abitazioni affittate a canone concordato, in alcuni comuni chiedono che il conduttore abbia la residenza, nel mio caso l'inquilino non ne vuole sapere di prendere la residenza e l'abitazione si trova nel comune di Roma, la mia domanda è per il comune di Roma è vincolante che l'inquilino abbia la residenza? ho letto l'ultimo regolamento IMU del comune aggiornato, ma fa solo riferimento alla riduzione del 25%.
 
Il sito del Comune di Roma non mette questo vincolo
Roma Capitale | Sito Istituzionale | Info utili sul versamento acconto IMU e Tasi 2016

Comunque, come già discusso in precedenza relativamente al Comune di Torino, non può coinvolgere il proprietario il fatto che l'inquilino vi metta o meno la residenza, essendo fuori dalla gestibilità del proprietario (l'inquilino potrebbe portarcela perché prevista fra le clausole contrattuali. ma poi toglierla il mese successivo, e ciò all'insaputa del proprietario).

Quindi la "residenza" riguarda solo le possibili facilitazioni fiscali per l'inquilino qualora il suo reddito sia inferore a due determinati importi annuali.

Non riguarda i proprietari.
 
Comunque, come già discusso in precedenza relativamente al Comune di Torino, non può coinvolgere il proprietario il fatto che l'inquilino vi metta o meno la residenza, essendo fuori dalla gestibilità del proprietario (l'inquilino potrebbe portarcela perché prevista fra le clausole contrattuali. ma poi toglierla il mese successivo, e ciò all'insaputa del proprietario).

Su questo hai perfettamente ragione, ma molti comuni lo hanno specificato nei loro regolamenti IMU e per il comune di Roma sembrerebbe che non ci sia! questo vincolo.
 
L'obbligo di residenza discende dalla stessa Legge 431/98 art. 2 comma 4, laddove prevede la possibilità per i Comuni di deliberare aliquote "più favorevoli per i proprietari che concedono in locazione a titolo di abitazione principale" ecc. Per la definizione di "abitazione principale" vedi art.13, comma 2, DL 201/2011 (prevede la residenza anagrafica)
 
Poichè la definizione a cui fai riferimento è la seguente :
Per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente

essa è, a mio parere, riferibile unicamente ai casi in cui si parla di abitazione principale di un " possessore" (o proprietario) non applicabile nel nostro caso in quanto dovrebbe riferirsi ad un "inquilino" (per definizione non proprietario).
 
Gentile Gherardo5, le ho trascritto puntualmente quanto mi ha precisato i lComune, in questo caso di Verona. Debbo dirle che a mio parere quanto esso ha rilevato è ineccepibile. Cordialità
 
Facciamo allora un esercizio teorico (simulazione).

Un proprietario stipula un contratto in cui pone come vincolo che l'inquilino prenda la residenza e l'inquilino lo firma.
A questo punto l'inquilino non prende la residenza, oppure la prende e dopo un anno la toglie.

Quali conseguenze possono capitare al proprietario che abbia utilizzato gli sgravi previsti per un inquilino residente ?
Le rispondo io : nessuna (non ha responsabilità alcuna del fatto che l'inquilino non l'abbia presa oppure l'abbia tolta))

Quali conseguenze possono capitare all'inquilino che è vero non ha rispettato il vincolo della residenza ma da ciò non ha ottenuto alcun vantaggio ?
Le rispondo io : nessuna (perché non ne ha ottenuto alcun vantaggio)

Quindi, a prescindere da quanto possa aver affermato un impiegato del Comune di Verona ........ ne tragga Lei le conseguenze.

Saluti
 

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