andrea boschini

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Cos’è la migrazione fiscale

Alcuni stati offrono la residenza ai cittadini stranieri che comprano case nei loro territori. In questo modo si può legalmente ottenere di pagare le tasse in un altro stato dove la pressione fiscale è più bassa

Ne hanno parlato ieri a Ballarò, su Rai Tre. Gli italiani in crisi, che magari hanno voglia di intraprendere una attività imprenditoriale, in questo momento di estrema difficoltà e visti i tempi e le pastoie della burocrazia italiana, hanno la possibilità di andare all’estero ed aprire legalmente la loro attività appunto in tempi ed a costi molto più ragionevoli.

Il caso più eclatante che è stato raccontato è quello di un industriale che è andato in America, in sette giorni ha avuto i permessi e le licenze, in 70 giorni ha iniziato la costruzione e la sistemazione del suo capannone ed in 7 mesi ha dato vita alla sua produzione dando lavoro a qualche centinaio di persone del luogo.

Ma non solo. Una coppia di giovani sposi della provincia di Milano ha trasferito nel giro di pochissimi giorni il loro lavoro a Londra, sbrigando via Internet tutte le pratiche burocratiche necessarie. In particolare lei, che vende gioielli per camicie in oro, ha potuto avviare l’attività in pochissimo tempo perché la licenza le è arrivata in un paio di giorno mentre in Italia per avere la licenza alla commercializzazione di metalli preziosi richiede mesi. In più hanno comprato case in America, nella zona della Florida depressa dalla crisi ed oggi ne ricavano affitti che gli permettono non solo di rifinanziare il lavoro ma anche di dividere gli utili con le persone che hanno finanziato il progetto insieme a loro.

E proprio le case sono l’argomento principale della cosiddetta “migrazione fiscale“. In Spagna lo Stato sta considerando seriamente la possibilita' di dare la residenza al cittadino straniero che compra una casa che costi più di 160 mila euro.
In Thailandia bastano 125 mila dollari. Questo vuol dire avere la possibilità di pagare le tasse nel paese dove si ha la residenza abbandonando il fisco italiano in modo del tutto legale. E quindi di non essere più soggetti a quel 45% di prelievo individuale attualmente in vigore oggi.

10/1/2013
iljournal.it - Vai all'articolo

...e anche da noi del Belpaese ,sono in molti, e non solo i grandi gruppi che ci stanno pensando
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Stavo per aprire una discussione e ho appena visto il tuo post, così in coda aggiungo questo:

Portogallo, permesso di soggiorno a chi compra casa o investe nel paese



Portogallo, permesso di soggiorno a chi compra casa o investe nel paese Gli investitori devono versare almeno un milione di euro in una società portoghese, creare almeno 30 posti di lavoro oppure comprare un bene immobile da 500mila euro


Per affrontare la grave crisi finanziaria il governo di Lisbona ha varato una misura quantomeno originale, ma nessuno può ipotizzare se avrà davvero un impatto di rilievo sull'economia lusitana. E' stata varata una legge che garantisce un permesso di soggiorno a chi compra casa o crea lavoro nel paese, nella speranza di attirare i ricchi interessati a un passaporto Ue.

Lo racconta Die Zeit in una lunga inchiesta: "Prima di Natale a Rio de Janeiro si è tenuta una fiera immobiliare un po' particolare. Gli agenti immobiliari sono arrivati con quasi un migliaio di offerte di case e di appartamenti in Portogallo. La loro offerta principale non erano ville di lusso in Algarve, ma un regalo riservato ai compratori di immobili portoghesi: un permesso di soggiorno permanente, valido non solo per il Portogallo ma per tutti i paesi d'Europa".
Dalla primavera 2011 il paese "respira" grazie al denaro del fondo di salvataggio dell'Ue; il programma di privatizzazioni fa fatica a decollare e la popolazione è scesa in piazza per protestare contro le misure d'austerità. Di qui l'idea di quello che alcuni hanno definito "visto d'oro": convincere il maggior numoer possibile di investitori extraeuropei a fare affari a Lisbona e dintorni, per permettere al paese di uscire dalla crisi.

Il ministro degli esteri Paulo Portas per mesi e mesi ha lavorato sotto traccia per convincere gli altri leader europei della bontà dell'operazione. Il titolo di soggiorno portoghese vale anche per gli altri paesi dell'Unione, quindi gli investitori che il Portogallo attira nei suoi confini potrebbero in teoria poi trasferirsi a Parigi, Berlino o Madrid.
I criteri di selezione sono stretti. Gli investitori devono versare almeno un milione di euro in una società portoghese, creare almeno 30 posti di lavoro nel paese oppure comprare un bene immobile di un valore minimo di 500mila euro. Quando una di queste condizioni è soddisfatta, viene concesso un visto "iniziale" di due anni. Poi visto potrà essere convertito in permesso di soggiorno permanente o addirittura in un passaporto portoghese se gli investitori manterranno il loro capitale per più di cinque anni nel paese.

La misura si rivolge soprattutto ai nuovi ricchi delle ex colonie del Portogallo: Brasile, Angola e Mozambico. In Brasile l'idea sta letteralmente entusiasmando un gran numero di imprenditori, che hanno la possibilità di mettere le mani, ad esempio, su complessi alberghieri in posizioni di prestigio a prezzi inferiori della metà rispetto a immobili simili nella parte meridionale di Rio de Janeiro.
La Spagna sta valutando se adottare un testo simile alla legge varata a Lisbona, ma molti spagnoli sono ostili al progetto. Alcune organizzazioni di difesa dei diritti dell'uomo criticano il governo, accusato di attirare investitori ricchi che non fanno nulla per il paese e di abbandonare invece alla loro sorte gli immigrati che sono arrivati nel periodo del boom e che si ritrovano oggi senza un lavoro né un alloggio.



10/1/2013
today.it Vai all'articolo - SI Sistema Italia
 

evoluzioneCasa

Membro Attivo
Agente Immobiliare
da paura andrea.......da un lato, me ne andrei subito, ma dall'altro ti dico molto schiettamente che voglio combattere, perchè non siamo noi a dovercene andare , ma i politici che ci hanno portato sino a questo, è ora di dire basta è ora di svegliarci, dove è finito l'amore per la patria, per la nostra bellissima terra, si è vero oggi barcollo, ma sicuremente nn mollo, devono passare sul mio cadavere per averla vinta!!
 

federica

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Privato Cittadino
Scusa, era sulla newsletter del sole24 di oggi:"Scatta da subito l'Ivie, l'imposta che si paga sul valore degli immobili all'estero.." quindi doppia tassa, dove sono e anche in Italia.
 

andrea boschini

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Scusa, era sulla newsletter del sole24 di oggi:"Scatta da subito l'Ivie, l'imposta che si paga sul valore degli immobili all'estero.." quindi doppia tassa, dove sono e anche in Italia.
NO...non funziona cosi'...paghi l'IVIE sull'eventuale differenza fra quanto hai pagato in loco e quanto risulta dal calcolo.
l’importo si determina applicando un’aliquota dello 0,76% alla base imponibile, rappresentata dal valore dell’immobile, da desumere dall’atto d’acquisto o da contratti oppure, se in questi il valore non è riportato, calcolandone il valore di mercato in considerazione del luogo dove si trova.
Solo nei paesi dell’Unione Europea o nei paesi aderenti allo Spazio Economico europeo, si può adottare come valore quello considerato per l’assolvimento delle imposte locali, come per esempio il valore catastale.
Anche per l'Ivie, così come per l'IMU, si applicano le detrazioni di 200 euro per la prima casa e di 50 euro per ogni figlio minore di 26 anni dimorante abitualmente nell’abitazione.
L’imposta allo 0,76% non è dovuta quando l’importo dell’imposta così calcolata non superi complessivamente le 200 euro. Tributo da versare entro luglio 2013

P.S Dopo l’IMU e la Tares ecco l’Ivie ( imposta sul valore degli immobili situati all’estero) un nuovo provvedimento lasciato in eredità dal Governo Monti

 

Luca1978

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Con i capitali fuori dall'Italia come cavalcheremo la ripresa europea:domanda:, facile la Germania +2% di PIL noi forse dal 2014 + 0,2%, purtroppo ci aspettano tempi duri con Bersani o Bersani + Monti.
Dobbiamo pensare al dopo purga Bersani, dando il nostro contribbuto dal basso per la costruzione di un'alternativa alla sinistra tutto tasse che non può essere il Berlusconi/Tremonti capaci solo di prendicare meno tasse in campagna elettorale ma poi fare l'esatto opposto cioè più tasse, più spesa pubblica :rabbia: quando sono al potere.
Teniamo duro:ok:
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità
Alto