gatobarbieri

Nuovo Iscritto
Buongiorno a tutti, sono nuovo del forum e vorrei sottoporvi il mio quesito:
Sono in procinto di acquistare una casetta semindipendente di due piani in cui al piano terreno sono presenti tre camere due delle quali sono state costruite prima del '67, la terza è frutto di un successivo ampliamento del '92. Questo locale era inizialmente aperto (tipo porticato) successivamente è stato parzialmente chiuso mediante variante del '95 con regolare concessione edilizia. La destinazione d'uso finale è poco chiara perchè in Comune risulta: locale aperto e coperto ed invece al catasto risulta : posto auto (C/6 cl.2).
Gli accordi presi (scritti sul compromesso) sono stati che i venditori avrebbero uniformato a loro spese entrambe le destinazioni d'uso in una unica e cioè quella di "box auto" ad un solo posto (anche perchè attualmente si presenta come tale: portone esterno a due ante, altezza interna 2,35).
I venditori si stanno adoperando per fare questa trasformazione mediante una DIA però, da cosa ho capito e nonostante mi garantiscono che sarà tutto regolarizzato secondo le norme, mi hanno fatto intendere che la fine dei lavori la farebbero fare a me una volta diventato proprietario ed a seguito del rogito.
Sul compromesso c'è scritto: ...nonchè nella abitazione rispetto a quanto depositato in Comune ed al Catasto, dovrà essere regolarizzata ed uniformata e si precisa che il posto auto di cui sopra verrà uniformato a box auto, e libera da pesi, vincoli, iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli, senza pendenze con autorità o enti, nonchè di oneri fiscali in genere...

Considerato pertanto che il locale suddetto da "posto auto" (al catasto) e da "portico" (in comune) verrà adeguato a destinazione d'uso di box auto, e che tale pratica edilizia è completamente a carico e spese dei venditori, la domanda è:
ma per regolarizzazione citata in compromesso si intende anche l'avvenuto rilascio del certificato di agibilità ? (io credo di si) oppure il rilascio della medesima si può intendere non influente ai fini della regolarità dell'immobile e pertanto può essere richiesto anche successivamente ed anche da persone diverse dalla proprietà iniziale?
Il fine lavori (ovvero collaudo finale) della DIA e la successiva doverosa richiesta dell'agibilità per questo "nuovo" locale entro i 15 giorni dalla fine dei lavori a chi spetta?
Secondo voi, con quanto scritto sul compromesso, posso pretendere che chi mi vende la casa si adoperi per ottenre il rilascio della agibilità del "nuovo" box?

Scusate se sono stato prolisso.

Grazie molte a chi mi vorrà rispondere.
 

roberto.spalti

Membro Senior
Agente Immobiliare
Personalmente sono per stipulare a cose fatte e regolarizzate.
Le spese sono da concordare, fanno parte della trattiva (spero lo abbiate già fatto); il venditore potrebbe dirti che toglie xxx mila € e tu ti accolli le spese oppure concordare che paga tutto lui.
Se hai dubbi puoi lasciare una cifra forfettaria (che copra tutte le spese con un buon margine del 50% almeno) a garanzia dal notaio che la svincolerà alla fine dell'iter burocratico.
 

gatobarbieri

Nuovo Iscritto
Per quanto concerne le spese per l'adeguamento, non le abbiamo concordate proprio perchè, (supportato anche dall'agenzia immobiliare) abbiamo dato per cosa certa e chiara che il termine "regolarizzazione" indicasse la effettuazione di tutte le fasi burocratiche a norma di legge che rendono utilizzabile il locale in questione .... ora che abbiamo stipulato un compromesso, la parte venditrice ha esordito che vuole lasciare a me l'onere di dare la fine lavori e chiudere la pratica, lei si limta a dare l'inizio attività... ma probabilmente occorrerà adeguare i locali, anche con opere minime come per esempio una porta antincendio ... è per questo che vorrebbero farlo fare a me, per non accollarsi spese e responsabilità di sorta!.

Non so se si è capito ma mi disturba molto il fatto di dover accollarmi io l'onere di chiudere i lavori, l'impegno a richiedere l'agibilità entro i 15 giorni, e come se non bastasse, pure il costo di adeguamento dei locali.

E' sufficiente ed esaustivo il termine "regolarizzzazione" per pretendere che questa pratica sia espletata in maniera corretta e soprattutto completa come dici tu dal venditore?
Devo per forza piegare la testa ed accollarmi i costi e i problemi che il venditore non ha mai affrontato per 20 anni scaricandoli su di me ovvero sull'acquirente solo perchè il compromesso non lo specifica?
Non c'è una norma al di sopra di tutto che comunque salvaguarda la compravendita per cui gli immobili devono essere sempre e comunque in condizioni, burocraticamente parlando, regolari? pena l'annullamento della vendita e la restituzione del doppio della caparra per inadempienza del venditore?

Grazie ancora.
Saluti.
 

Antonello

Nuovo Iscritto
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Per "regolarizzare", nel tuo caso, viene inteso che l'immobile dovrà essere, dalla parte venditrice, reso compravendibile.
Quindi in regola con la concessione edilizia, l'agibilità e l'accatastamento.
Se la parte venditrice non si adopera a "regolarizzare", rivolgiti prima all'agente immobiliare minacciando la restituzione della caparra come per legge (il doppio)
 

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