PyerSilvio

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Agente Immobiliare
Il debito non dipende dal valore della casa.
Mi spiego: prestati 100 su un valore dell'immobile di 50, se tu non paghi, la banca
recupererà magari 40 dall'immobile ma tu, dopo la vendita forzata, resterai debitrice degli altri 60.
L'ipoteca é una garanzia reale al contratto di mutuo.
Ora come ora l'unica cosa da fare é scrivere al venditore intimandogli di pagare come giá previsto dal tuo atto.

Il notaio, dal canto suo, ha scritto nell'atto che pendeva la definizione di un condono rispetto al quale chi avrebbe dovuto effettuare le eventuali ulteriori verifiche del caso? Il notaio non è certo il professionista che si occupa di approfondire questioni urbanistiche che normalmente vengono affidate a tecnici di parte...

Pure qui Gianluca non si puo' non contestare quanto esponi.

Il notaio scelto da parte acquirente e' giuocoforza un professionista di parte.

Se vero e' che sull'atto, e' stata citata la pendenza di un condono, la rispettiva somma avrebbe dovuto essere trattenuta oppure defalcata, dal saldo prezzo.

Un non senso rimandare la questione post atto.

Evidentemente se cio' non e' stato fatto, e' perche' la situazione urbanistica, non era ancora stata riassettata.

Per questo effetto, non potevano essere quantificate, le sanzioni e gli oneri di urbanizzazione necessari.

Il rogito serve a trasferire diiritti reali non incerti.
 
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Avv Luigi Polidoro

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Pero' Luigi,

Una osservazione fa' a pugni con l'altra.

Se il notaio all'epoca rogante, e' esente da responsabilita', non si comprende per quale motivo per risolvere la faccenda, la soluzione sia quella di rivolgersi ad un notaio, oppure ad un avvocato che poi e' la stessa cosa.
Per verificare la correttezza delle richieste del Comune. Bisogna verificare che non si sia perfezionato il silenzio assenso e che le somme richieste siano effettivamente dovuto.
Molto probabilmente sarà così ma è necessario verificarlo.
Per poi capire, in seconda battuta, se l'attuale proprietario può chiedere il rimborso al venditore.
 

Avv Luigi Polidoro

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Quello che chiedo e' posso chiamare la banca e dirgli che secondo me il perito ha sbagliato a dare ok su un immobile non idoneo e che non valeva quei soldi che mi hanno prestato per comprare la casa e che effettivamente non e una casa a tutti gli effetti e quindi io pago una casa che non vale il restante mutuo quindi loro non possono venirmi in contro ,cioe se io non pago loro si tengono una cantina invece di una casa
No Raffaella, non puoi. Il mutuo è stato concesso. Se non paghi sei inadempiente e ti chiederanno la restituzione. Se non restituisci il bene va all'asta. Se il valore bel bene è considerevolmente inferiore a quello del finanziamento, la casa viene venduta e tu rimani debitrice per la differenza.
In questa fattispecie non c'è errore del Notaio o dell'ente creditizio, bensì una richiesta di integrazione da parte del Comune: richiesta di integrazione che può essere legittima oppure no, per tale ragione il mio consiglio è quello di rivolgerti ad un professionista per avere un parere tecnico.
 

Avv Luigi Polidoro

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Pure qui Gianluca non si puo' non contestare quanto esponi.

Il notaio scelto da parte acquirente e' giuocoforza un professionista di parte.

Se vero e' che sull'atto, e' stata citata la pendenza di un condono, la rispettiva somma avrebbe dovuto essere trattenuta oppure defalcata, dal saldo prezzo.

Un non senso rimandare la questione post atto.

Evidentemente se cio' non e' stato fatto, e' perche' la situazione urbanistica, non era ancora stata riassettata.

Per questo effetto, non potevano essere quantificate, le sanzioni e gli oneri di urbanizzazione necessari.

Il rogito serve a trasferire diiritti reali non incerti.
Silvio perdonami ma non è così.
Al momento della richiesta di condono si pagano alcune somme. La legge prevede che entro termini ben precisi il Comune possa chiedere un conguaglio.
Il notaio non ha il compito (e il più delle volte non ha la possibilità di verificare) se verrà richiesta una integrazione oppure no.
 

PyerSilvio

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Agente Immobiliare
Silvio perdonami ma non è così.
Al momento della richiesta di condono si pagano alcune somme. La legge prevede che entro termini ben precisi il Comune possa chiedere un conguaglio.
Il notaio non ha il compito (e il più delle volte non ha la possibilità di verificare) se verrà richiesta una integrazione oppure no.

A me capito' Luigi, che un notaio di turno, si rifiuto' di rogitare in un contesto molto simile a quello esposto se non uguale.

La motivazione, era sostenuta dal fatto che gli oneri, gia' quantificati, venivano ottemperati dopo l'atto e non contestualmente al trasferimento.

Sicchè quel notaio si rifiutò di rogare non prendendosi quella responsabilità.

Nel caso qui narrato e' ancora peggio.

Perche' quella entita' citata dall'intervenuta, lontana da poter essere un conguaglio, determina che gli adempimenti e gli oneri, non sono stati mai calcolati.
 

Avv Luigi Polidoro

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Pyer, nel caso cui hai fatto cenno gli oneri erano stati già quantificati.
L'acquisto di @Raffaella libri , invece, è avvenuto 5 anni fa, quando la quantificazione era soltanto eventuale; e da quel che ha scritto Raffaella si tratta di un conguaglio, le cui tempistiche sono purtroppo rimesse all'Ente comunale.
 

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