P

paolog

Ospite
Un dubbio,



ma se uno fa un preliminare con uno straniero, che ne so, un inglese che non capisce una parola di italiano, ne scritta ne orale.


1) Bisogna chiamare un'interprete, e l'interprete può essere uno qualsiasi che conosca la lingua, basta che firmi un foglio che si assume le responsabilità di aver letto e tradotto il testo allo straniero "a regola d'arte" e correttamente.


2) Bisogna chiamare un'interprete e questo deve essere iscritto a un albo di persone giurate e autorizzate a spiegare e tradurre simultaneamente i contratti o cose legali.


3) Non si può chiamare un'interprete di qualunque tipo, che spieghi una cosa che lo straniero dovrà firmare in italiano, bisogna che il testo sia tradotto in forma scritta e lo straniero firmerà la copia tradotta.

4) Se lo straniero si assume la responsabilità di firmare problemi suoi, c'è la presunzione che chi firma conosca e comprenda quello che c'è scritto.



?


Occorre fare un contratto con entrambi gli idiomi (buona cosa è impaginare a due colonne con la lingua originale a destra e la traduzione a sinistra) e con l'accortezza di inserire una clausola contrattuale che indichi qual'è quello che é determinante per la validità del contratto stesso.
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
in nessuna norma troviamo l'indicazione della lingua in cui deve essere redatto lasciando libera autonomia alle parti (art. 1322 cod.civ). Quindi vale qualsiasi lingua si decida di utilizzare assumendosi ognuno dei contraenti la responsabilità di interpretare correttamente la lingua che dichiara di conoscere.


Però nel caso in esame si tratta di atto che prevede l'obbligatorio intervento di un Pubblico Ufficiale (notaio) ed è necessario che egli sia in grado di comprendere perfettamente ogni singola pattuizione per raccogliere la volontà delle parti assumendosi la responsabilità di certificare la veridicità di tali manifestazioni (questa è la ragione per cui chiedono la traduzione di un interprete).

L'altro aspetto da considerare è che in ipotesi di ricorso alla Magistratura il codice di procedura civile prevede espressamente che in tutto il processo è prescritto l'uso della lingua italiana (art. 122 c.p.c.) e in ipotesi in cui chi deve essere sentito non conosca la lingua italiana deve essere affiancato da un interprete (il cui nominativo il Giudice trarrà dall'apposito elenco esistente presso il Tribunale). Ovvio che in questo caso se lo straniero comprende perfettamente la lingua italiana l'interprete non interviene e gli atti sono perfettamente validi.

Per quanto esposto qualsiasi soluzione che non preveda l'intervento di un interprete potrebbe essere censurata dal notaio (meglio sentire il notaio che registrerà il compromesso e/o il rogito)
 
C

Centomini

Ospite
Ma io non intendevo un preliminare fatto da un notaio!

Intendevo in linea generale, un preliminare fatto da privati! Ma dove ciascuno non conosce minimamente la lingua dell'altro (venditore che sa l'italiano e non l'inglese, acquirente che sa l'inglese e non l'italiano).
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
Avevo compreso bene.

Devi considerare che il preliminare è un atto fondamentale. E' su questo che si basa il successivo contratto di compravendita che non può mutare le condizioni del preliminare se non con l'espresso consenso di ambedue le parti.
Se nessuno dei due conosce la lingua dell'altro chi può dire di avere firmato un atto conforme? Chi vi farebbe la traduzione? Tanto vale farla fare bene e in accordo con il Notaio che sceglierete.

Poni che riesci a fare registrare il preliminare da un terzo, poi vai dal notaio che non conosce l'inglese o non vuole assumersi la responsabilità, che fai? Se emerge che la controparte non conosce l'italiano e che i due contratti non sono stati tradotti da un interprete professionista possono sorgere problemi a non finire.

Se fosse un semplice contratto tra le parti non ti avrei consigliato di fare un passaggio dal notaio ma, in ragione dell'assoluta non conoscenza delle rispettive lingue, di fare eseguire una traduzione giurata da un interprete del Tribunale.

Tieni presente che se chiedi un preventivo di solito non fa pagare nulla per il preliminare, se fai poi da lui il rogito. Anche i notai risentono della crisi ed è meglio incassare meno ma incassare piuttosto che non incassare nulla
 

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